Sanità, Sicilia: anche d’estate 118 e ospedali senza medici d’emergenza

“In Sicilia bisogna che tutto cambi perché nulla cambi”. Quando parliamo di sanità pubblica il detto di Tomasi di Lampedusa nell’indimenticabile libro “Il Gattopardo” calza a pennello se facciamo riferimento alla situazione degliorganiciin numerosi reparti delleUnità di emergenza-urgenza. L’estate è già scoppiata e le emergenze mediche sono sempre in agguato. Lo abbiamo più volte e purtroppo la situazione nel tempo non è cambiata:mancano di medici nell’isola, come un po’ in tutte le regioni d’Italia. A dura prova tutte le strutture. In Sicilia, a questa situazione a dir poco paradossale, si aggiunge anche la difficoltà delle aziende a far fronte allespesenecessarie, per rispettare quelle che sono le recentiordinanze dell’assessorato regionale alla Saluteper la copertura del presuntobuco nel bilancioche nessuno sa realmente a quanto ammonti. C’è chi dice 400 milioni, chi addirittura molto di più. Più volte s’è detto che con i concorsi una parte delle emergenze sarebbe stata superata, ma ancora oggi sono le stesse di prima. Sono passati oltre sei mesi dallaprimacrisi di medici, scoppiata nel reparto diCardiologiadell’ospedale “Gravina” di Caltagirone, allora tamponata alla meno peggio da una sorta di dipartimento di Cardiologia, invenzione scaturita da unaccordotra tutti i direttori generali del distretto dellarete dell’infarto della Sicilia centrale ed orientale. E lo stesso sta avvenendo in moltissimi ospedali di tutta la Trinacria dove se riesci a reperire un medico da trasferire alpronto soccorsorischi di lasciare in sofferenza un altro reparto, sempre dell’emergenza, oppure della rete delle ambulanze118dove oggi mancano molti medici e talvolta l’ambulanza arriva soltanto con gli infermieri a bordo. Leggi anche –Sanità siciliana sempre con l’acqua alla gola. Nuova protesta alle isole Eolie Gli ultimi due episodi che la dicono lunga sulla situazione attuale arrivano da Catania. In uno deipronto soccorsopiù importanti del comprensorio, quello delPoliclinicoUniversitario, i dirigenti responsabili, facendo la pianificazione in vista dell’estate, si sono accorti che all’appello per trasferimenti, dimissioni volontarie, malattie, maternità, vincitori di concorso, ferie e quant’altroquesta estate mancheranno nove medici di reparto. Non esiste alcun piano per far fronte alle carenze, se non quella di attendere sino a ottobre o novembre, per avere i vincitori del concorso che è stato ultimato soltanto da pochissimo tempo. La carenza di medici in uno dei reparti più sensibili per un ospedale riguarda anche altre aziende come ilCannizzaroe ilSan Marco, quest’ultimo sempre alle dirette dipendenze dell’azienda Policlinico. Sembra che per affrontare una estate che si preannuncia caldissima anche sotto il profilo dell’assistenza sanitaria i responsabili abbiano studiato un piano che garantirà l’assistenza a tutti coloro che si recheranno al pronto soccorso, ma a spese di unaumento delle ore di attesa per tutti coloro che saranno classificati con icodici meno gravi, quelli verdi e bianchi. Talvolta però, anche tra questi codici ritenuti meno gravi si cela una patologia ben più grave che viene riscontrata soltanto quando il paziente, finalmente dopo ore ed ore di attesa viene visitato da un medico. Leggi anche –Sanità: Sicilia “prima tra le ultime”. Famiglie più povere per curarsi Il secondo episodio che fa capire in che condizioni sia finita la sanità pubblica in Sicilia arriva dall’Asp di Cataniadove i direttori di numerosi dipartimenti starebbero preparando e firmando unaletterada inviare ai direttori, sanitario e generale dell’azienda provinciale, per chiedere unaaccelerazione nell’iter di assunzione dei vincitori di numerosiconcorsi. Da quello che emerge l’immissione in servizio dei nuovi medici da impiegare in molte discipline starebbe marciando troppo lentamente. C’è chi insinua che questi iter potrebbero essere ritardati persanare i bilanci. Nel documento i dirigenti scrivono: “In riferimento alle procedure concorsuali, già concluse, e in riferimento alle carenze nelle aree mediche-chirurgiche e ospedaliere, di diagnostica e medicina territoriale, si ritiene opportuno rappresentare la necessità di procedere con urgenza all’immissione in servizio del suddetto personale al fine di consentire l’erogazione delle prestazioni sanitarie previste dai “Lea”. I capi dipartimento aggiungono che la sussistente carenza di medici nell’ambito dei dipartimenti sanitari continua a mettere a dura prova lo svolgimento delle attività cliniche e il funzionamento dei presidi ospedalieri, creando “malumori interni edisserviziall’utenza non più accettabili e sostenibili”. Leggi anche –Visite mediche, in Sicilia liste d’attesa infinite: 6 mesi per una ecografia al seno I medici potrebbero esserci. Solo nell’area di pertinenza dell’Asp etnea ci sarebbero in graduatoria oltre800 medicida destinare alle guardie mediche, un settore retaggio degli anni Settanta e Ottanta. Si potrebbe pensare che, forzando la mano, questo esercito di medici potrebbe essere impiegato, anche solo una minima parte, percoprire alcune carenze più gravi di personale specializzandosi “sul campo”. Intanto all’Ars continuano i lavori anche sul disegno di legge presentato da alcuni deputati del Pd, primo firmatario Giovanni Burtone che è anchesindacodi Militello, per far funzionare a dovere idipartimenti interaziendaligià istituiti, ma soltanto sulla carta. Sembra, ma non ci sono certezze, che il governo intenda procedere al più presto alla presentazione di un proprio disegno di legge per l’emergenza degliospedali più piccoli che potrebbero essere collegati alle aziende più grandi. In questo caso, riferendosi solo agli ospedali del Catanese, Caltagirone e Militello dovrebbero finire per essere collegati alla rete del Policlinico-San Marco, Acireale e Giarre al Cannizzaro e Paternò e Biancavilla con il Garibaldi Nesima.