Oggi lo spazio di Athena, è dedicato ad Agata, la vergine-martire di Catania e del rapporto osmotico che la lega alla sua città. Al di là della sensibilità religiosa di ognuno, al di là dell’esaltazione quasi invasata di molti e dello snobismo intellettuale di altri che liquidano la festa come folclore e manifestazione di una fede incolta e “popolana”, Agata è davvero un simbolo potente che include tante sfaccettature. Non è solo la santa cattolica raccontata dalla Chiesa, non è solo fede, è un pensiero laico di forza e determinazione, simboleggia il coraggio delle donne che non si piegano, la voglia di riscatto, la tenacia di un popolo che sa rialzarsi sempre, nonostante le tante ferite che i secoli le hanno assestato. Ogni festa popolare racchiude in sè il compendio di secoli di storia, di cultura, di tradizione di un luogo che impregna con il suo Dna l’anima di un popolo e viceversa. Sant’Agata è Catania e se la festa della santa è esagerata, sopra le righe, rumorosa e commerciale è perchè Catania e il suo Dna sono cosi. E’ il dinamismo della gente che vive sotto il vulcano, la velocità di pensiero e di azione di chi è sempre pronto a trovare soluzioni nuove, creative, divergenti per difendersi dalle mille insidie che vivere alle falde di un vulcano comporta. Parliamo di Sant’Agata con Filippo Di Mauro, affermato professionista catanese, devoto per tradizione familiare, socio del Circolo di Sant’Agata e appassionato studioso delle tradizioni agatine.
Sant’Agata, un simbolo potente che impregna l’anima dei catanesi
Al di là della sensibilità religiosa di ognuno, Agata è davvero un simbolo potente che include tante sfaccettature. Ne parliamo con Filippo Di Mauro, devoto, socio del Circolo di Sant’Agata e appassionato studioso delle tradizioni agatine