Sequestro depuratore Priolo, timori di Cgil, Cisl e Uil per il futuro del polo
“Il sequestro del depuratore consortile Ias, a Siracusa, apre un ulteriore punto di debolezza per il petrolchimico, che rischia il collasso. Ci uniamo a Cgil, Cisl e Uil di Siracusa nel chiedere l’apertura immediata di un tavolo di crisi in Prefettura per individuare tutte le iniziative necessarie a scongiurare eventuali chiusure di impianti e il disastro occupazionale”. Lo scrivono in una nota congiunta i segretari regionali di Filctem Cgil, Femca Cisl UilTec Uil, Giacomo Rota, Stefano Timboli, Giuseppe Di Natale Sicilia e i segretari provinciali delle tre sigle Fiorenzo Amato, Alessandro Tripoli, Sebastiano Accolla. Filctem, Femca e UilTec sottolineano la “piena fiducia nell’azione della magistratura”, assieme all’auspicio “che questa proceda col massimo della celerità”. Riguardo al sequestro dell’Industria acque siracusane, aggiungono che “la salute pubblica è prioritaria ma non si può ignorare che lo stop al depuratore, che mette le aziende nella condizione di non potere conferire i reflui, in una fase in cui c’è da governare positivamente la transizione energetica può essere la goccia che fa traboccare il vaso, producendo una deflagrazione in un tessuto industriale dove verrebbero messi a rischio 10 mila posti di lavoro”. Per i sindacati “il tavolo in Prefettura diventa quindi fondamentale per la ricerca di soluzioni a questo ulteriore problema. Si tratta di uno degli asset industriali più importanti dell’intero Paese- sottolineano i segretari regionali e siracusani di Filctem, Femca e UilTec- e tutto quello che sta accadendo non deve essere un alibi per rottamarlo. Si proceda garantendo una transizione energetica equilibrata , né troppo lenta né troppo veloce,- ribadiscono i sindacati- e si veda adesso anche come potere garantire sia la salute pubblica che l’occupazione di un settore che dà un contributo consistente al Pil della Sicilia”.
