Siccità, acqua razionata per un milione di siciliani. Verso lo stato d’emergenza
La siccità continua a funestare la Sicilia,e la situazione si fa sempre più grave con l’avvicinarsi dell’estate: oggi il presidente della RegioneRenato Schifaniparteciperà alConsiglio dei Ministrinel corso del quale verrà discussa la “dichiarazione dello stato di emergenza in relazione allasituazione di deficit idrico” nell’Isola. La situazione, dati alla mano, è critica. A inizio maggio, secondo l’Autorità di bacino regionale, quasi un milione di siciliani è soggetto arazionamento dell’acqua potabile.Tra essi, i cittadini diPalermo, Caltanissetta ed Enna,ma anche di altri centri popolosi comeBagheria, Licata ed Erice.Leprecipitazioni dell’ultimo mesenon sono state sufficienti a cambiare le cose. Secondo il Sias, Servizio informativo agrometeorologico siciliano, a fine mese è atteso “unaggravamento degli indicia medio termine”. La ragione è semplice. Sulle medie annuali “pesano fortemente i dati delleeccezionali piogge del maggio 2023“. Se maggio di quest’anno non sarà altrettanto piovoso, scrivono i tecnici, ci sarà “uninasprimento degli indicia medio termine”. Leggi anche –Siccità, “danni enormi” per l’agricoltura. Rincari, pagano le famiglie Occhi puntati sulle prossime piogge, insomma. E anche sul livello diriempimento degli invasi,che secondo idati dell’Autorità di bacinosono sempre più asciutti. L’acqua stivata a fine aprile supera di poco i 310 Mmc (milioni di metri cubi), il 35% in meno rispetto agli oltre 480 Mmc dell’anno scorso. Rispetto amarzo 2024,invece, l’aumento è stato di appena 13 milioni di metri cubi. La maggior parte degli invasi registra piccole variazioni positive, ma in alcuniil livello d’acqua è addirittura sceso.Le perdite maggiori sono quelle delle dighe Lentini diSiracusa(meno 1,59%), San Giovanni diAgrigento(meno 0,85%) e Santa Rosalia diRagusa(meno 0,53%). Perdono anche gli invasi Disueri (meno 0,37%) e Cimia (meno 0,27%) diCaltanissetta.Più modesti i cali delle dighe Ragoleto diRagusa(meno 0,12%), Trinità diTrapani(meno 0,7%), Fanaco diPalermo(meno 0,6%), Gorgo Lago diAgrigentoe Sciaguana diEnna(meno 0,01%).Perdite modeste,che però danno il segno della difficoltà della Sicilia di incamerare nuovescorte idriche in vista dell’estate. Leggi anche –Siccità, Sicilia verso i razionamenti. Ogni cittadino usa 181 litri al giorno Aprile ha deluso le aspettative, scrivono dal Sias. “Le speranze di unrecupero significativodel pesantedeficit accumulato in autunno e invernoerano concentrate soprattutto per l’inizio del mese, quando apporti significativi di piogge avrebbero potuto salvare almeno parte dellaproduzione cerealicola,che in alcune zone è andata del tutto perduta”. Le cose sono andate diversamente. “I fenomeni sono statipraticamente del tutto assentinella prima parte del mese, mentre le treperturbazionioccorse nella seconda parte hanno interessato l’Isola solo marginalmente”. Il mese di aprile ha confermato unatendenza che dura da tempo.“Il mese di aprile ha prolungato una ormai lunga serie di mesi con precipitazioni inferiori alla norma avviata lo scorsosettembre 2023,che si configura sempre più come un’anomalia estrema rispetto al clima siciliano“. A dirlo sono i dati. “La media regionale della precipitazione mensile è risultata pari a 23 millimetri circa, a fronte di unvalore normale di 41 mm per il periodo 2003-2023“. Leggi anche –Siccità, sotto l’Etna perdite al 75%. Il Gestore unico e l’ipotesi rincari Con questa situazione, come detto, laRegione cerca di correre ai riparichiedendo lostato di emergenza nazionale.Alla richiesta formale inoltrata al Consiglio dei Ministri sono allegate le possibili soluzioni contro la siccità. Elaborate dallaCabina di regia costituita da Schifaninelle scorse settimane. Per realizzarle serviranno centinaia di milioni di euro, da coprire anche con l’aiuto di Roma. I tecnici hanno proposto, nel breve periodo, “l’acquisto di nuove autobotti per iComuni siciliani in crisi,la rigenerazione dei pozzi e delle sorgenti e il ripristino di quelli abbandonati, il potenziamento degliimpianti di pompaggioe delle condotte esistenti, la realizzazione dinuove condotte di bypass“. Sul lungo periodo, invece, “si sta valutando la ristrutturazione e il riavvio del dissalatore diPorto Empedocle,nell’agrigentino, e di uno dei due tra quelli diTrapani e Gela(nel Nisseno), operazione che richiederàtempi e procedure di gara più lunghe“. Una soluzione che da sola, come spiegato dagli esperti aFocuSicilia,non è sufficiente perrisolvere l’emergenza idrica.