Piogge sempre più rade (ma con pericolosi episodi di alluvione), temperature sempre più estreme (superiori alle medie mensili sia per le massime che per le minime), scorte d’acqua che si accumulano con sempre maggiore difficoltà. È questa la situazione fotografata nel report Siccità 2022 dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia. Come anticipato da FocuSicilia alcuni giorni fa, gli invasi siciliani attualmente sono pieni soltanto al 39 per cento, il 35 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. In questa situazione, mette nero su bianco l’Autorità, “le criticità di approvvigionamento, anche con piovosità medie, potrebbero non essere superate”. Una situazione dovuta “alle evidenti mutazioni del clima”, commenta il segretario generale Leonardo Santoro, che richiede “scelte decise per contrastare i fenomeni siccitosi, purtroppo sempre più invasivi”. Sul lungo periodo, scrive l’ente, occorrerà intervenire sulle perdite nelle reti di distribuzione, sul riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, sulla razionalizzazione dei prelievi e la riduzione dei consumi. A breve termine, invece, la prospettiva è quella dei razionamenti.

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Piogge più rade, ma rischio alluvioni
Sul fronte delle piogge il 2022 non è stato un anno fortunato. Secondo il report “è stato caratterizzato da lunghi periodi privi di precipitazioni significative”, in particolare “nel mese di gennaio 2022, con una media regionale di circa 600 litri per metro quadro, ben al di sotto della media regionale di lungo periodo (1980-2022) pari a 750 mm”. Guardando ai singoli mesi, ben sei (febbraio, marzo, aprile, giugno, luglio e dicembre) hanno registrato piogge inferiori alla media dell’anno, calcolata in 40 mm, mentre il mese di novembre ha superato di gran lunga la media sfiorando i 120 mm. Numeri che confermano la tendenza descritta dagli esperti, verso precipitazioni più rade ma con eventi alluvionali che possono causare seri danni. Proprio per fotografare al meglio gli eventi estremi, l’Autorità di bacino ha utilizzato l’Indice di Anomalia di Pioggia, “che evidenzia il rapporto tra i valori cumulati di precipitazione nel mese, e i valori normali del trentennio”. A mostrare le anomalie maggiori sono maggio, agosto e novembre 2022.

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Caldo più caldo, freddo più freddo
Altro indicatore preso in esame dall’Autorità di bacino è quello della temperatura. Anche da questo punto di vista, il 2022 si è dimostrato un anno atipico. Nello specifico, l’anno appena concluso “è stato caratterizzato dal persistere di lunghi periodi con temperature al di sopra la media del trentennio di riferimento”. In alcuni casi, si legge nel report, è stata sfiorata la soglia dei 45 gradi, in particolare nel palermitano e nel messinese. “Localmente sono stati raggiunti massimi storici come 44,8 gradi centigradi a Cinisi a giugno, 44.9 gradi centigradi in agosto a Misilmeri e 31.1 gradi centigradi a San Fratello, registrati il 16 dicembre”. Osservando i grafici, si nota come le temperature massime siano state superiori alle medie regionali in tutti i mesi dell’anno. Ciò non significa che le cose siano andate meglio sul fronte opposto. Anche le minime, si legge infatti nel report, “hanno fatto segnare record storici: un esempio ne è la temperatura minima di Piazza Armerina, registrata la notte del 26 gennaio 2022, pari a meno 8.3 gradi centigradi”. A registrare minime particolarmente basse anche i mesi di febbraio, marzo, aprile e dicembre 2022.

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Invasi, situazione preoccupante
All’Autorità di Bacino, secondo il Testo unico sull’ambiente del 2006, spetta anche la pianificazione della risorsa idrica presente negli invasi dell’Isola. Come ricostruito da questo giornale, gli invasi fanno capo principalmente al Dipartimento acqua e rifiuti della Regione (ma anche a soggetti privati, come Enel) e hanno una capacità complessiva di circa un miliardo di litri. Nel 2022, a quanto si legge nel report, la situazione non è stata del tutto negativa. “L’attività di monitoraggio espletata ha consentito di verificare che durante l’anno la disponibilità idrica negli invasi siciliani, si è attenuta alla media del lungo periodo”. Nel corso dell’anno, tuttavia, non sono mancate le criticità, “superate dopo attente e puntuali attività di concertazione tra i soggetti interessati (gestori degli invasi, gestori dei SII, consorzi) che hanno implicato decisioni gestionali specifiche”. Una situazione sotto controllo, dunque, a differenza dei dati registrati nei primi due mesi del 2023, da cui emerge una netta riduzione delle scorte idriche rispetto all’anno scorso, con il rischio di siccità sempre più concreto con l’avvicinarsi della stagione estiva.

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Le statistiche sulla siccità
A proposito di siccità, l’Autorità di bacino utilizza l’indicatore Spi (Standardized Precipitation Index), “tra i più utilizzati a livello internazionale per il monitoraggio”. L’indice permette di quantificare il deficit o il surplus di precipitazioni rispetto ai valori medi in diverse scale temporali, “consentendo la classificazione in diverse categorie di siccità, meteorologica (per un tempo inferiore a tre mesi), agricola (fra tre e sei mesi) e idrologica (fra sei e 12 mesi)”. In Sicilia, negli intervalli di tre e sei mesi, “si rilevano diffuse condizioni di normalità con aree moderatamente umide nel settore occidentale e piccole aree moderatamente siccitose nel nord-est”. Guardando invece all’intervallo di 12 mesi, “il mese di ottobre mostra un indice Spi con ampie aree caratterizzate da condizioni di siccità severa ed elevata”. Nei due mesi successivi l’allarme si è ridotto, “fino a giungere il livello moderato, con aree localizzate con siccità severa nel mese di dicembre”. Malgrado questo parziale miglioramento alla fine dell’anno scorso, conferma l’Autorità di bacino, all’orizzonte si profila “una condizione di potenziale siccità per l’anno 2023”.