Nel 2021 in Sicilia per ogni mille abitanti sono state 16,4 le nuove iscrizioni in anagrafe, e 18,9 le cancellazioni. Ovvero, una perdita del 2,5 per mille. Il dato, diffuso da Istat nel suo report sulle migrazioni interne e internazionali, sottolinea ancora una volta come in questi anni non solo la Sicilia, ma il Sud Italia si stia spopolando, con una perdita di 525 mila residenti in dieci anni, dal 2012 al 2021. Cittadini andati a vivere nel Centro-Nord Italia, che mentre attrae non solo l’emigrazione interna, ma anche quella straniera, perde invece i propri giovani. E la popolazione che va via dall’Italia è sempre più di frequente giovane – il 33,4 per cento degli espatriati è tra i 25 e i 34 anni -, e ha nel 45,7 per cento dei casi una laurea o un titolo d’istruzione superiore.

Laureati, dal 2012 meno 79 mila. 37 mila solo in Sicilia
Nel decennio 2012-2021 è espatriato dall’Italia oltre un milione di residenti, di cui circa un quarto in possesso della laurea. Sono circa 337 mila i giovani espatriati di 25-34 anni, di essi oltre 120 mila al momento della partenza erano in possesso della laurea. D’altro canto, i rimpatri di giovani della stessa fascia d’età sono circa 94mila nell’intero periodo 2012-2021, di cui oltre 41mila in possesso della laurea: la differenza tra i rimpatri e gli espatri dei giovani laureati è costantemente negativa e restituisce una perdita complessiva per l’intero periodo di oltre 79 mila giovani laureati.
Il conteggio è però viziato dalle notevoli differenze territoriali presenti: mentre nel decennio in regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna il saldo è più che positivo, con rispettivamente 53.846 e 26-939 giovani laureati “guadagnati”, tra il 2012 e il 2021 la Sicilia da sola ha perso in totale 37.340 laureati. Se a questi si sommano quelli della Campania, 43.318, si arriva a un totale di oltre 80 mila laureati in meno nelle due maggiori regioni del Sud, più del saldo totale italiano. Male anche Puglia e Calabria, che nel decennio hanno un saldo negativo rispettivamente per 33 mila e oltre 20 mila giovani laureati. E il totale per il Sud e le Isole crea un saldo in negativo per oltre 150 mila unità nel decennio.

Nel 2021 rallentano gli espatri
Il computo nazionale degli espatri di giovani tra i 25 e i 34 anni laureati è costantemente in aumento dal 2012. Nel primo anno di riferimento Istat, il “saldo” tra nuovi ingressi ed espatriati in Italia era di meno 3.806 giovani. Un numero aumentato già a oltre seimila nel 2013, e che ha raggiunto l’apice nel 2020, con un saldo negativo per 12.535 laureati in meno. Nel 2021 si osserva per la prima volta una battuta d’arresto del flusso dei giovani laureati verso l’estero dovuto al calo generalizzato degli espatri. Infatti, con riferimento ai giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, la diminuzione degli espatri nel 2021 rispetto al 2020 ha ridotto l’emigrazione giovanile del 21 per cento e, in misura proporzionale, è calato anche il numero dei laureati espatriati nella stessa fascia di età (14 mila, meno 21 per cento rispetto al 2020). Non si è ridotta, invece, la quota dei laureati sul totale dei giovani espatriati che è rimasta stabile, dal 45,6 per cento del 2020 al 45,7 per cento del 2021).