Tra acquisti, gastronomia e turismo il mese di dicembre in Sicilia “vale alcuni miliardi di Pil”. Per sapere quanti bisogna aspettare e valutare l’effetto delle ultime norme varate dal governo, “come il super green pass, che noi sosteniamo convintamente”. Pietro Agen, presidente della Camera di Commercio del Sud-Est e numero uno di Confcommercio Catania, illustra a FocuSicilia le prospettive economiche dell’isola per questo finale del 2021. “La situazione è ancora difficile per molte imprese, ma se guardiamo a quanto avvenuto quest’estate possiamo dire che le possibilità di ripresa ci sono eccome”. Un ottimismo condiviso da Ornella Laneri, presidente del settore Turismo, cultura ed eventi di Confindustria Catania. “La ripresa si nutre di fiducia, e mi sembra che la gente stia mostrando di averla, andando al cinema, a teatro, alle mostre”. Per l’imprenditrice, “orgogliosamente pro-vax”, il problema è la normalizzazione dell’emergenza. “Ci stiamo abituando a vivere in questa situazione, come se il ritorno alla vita pre-Covid fosse impossibile. Speriamo che non sia così, e che già nel 2022 si possa riconquistare la normalità, anche per quanto riguarda le imprese”.
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Resistere alla quarta ondata
Gli occhi degli imprenditori, in questo momento, sono puntati soprattutto sul green pass “rafforzato” varato dal governo Draghi la scorsa settimana. Com’è noto, dal sei dicembre al 15 gennaio molte attività per le quali era già richiesta la certificazione sanitaria saranno fruibili soltanto da parte di vaccinati e guariti. “Come Confcommercio siamo da sempre favorevoli alla vaccinazione a tappeto”, dice Agen. L’importanza del vaccino, spiega, è dimostrata dalle esperienze degli altri Paesi. “È sotto gli occhi di tutti come in Italia, Spagna e Portogallo, dove le percentuali di vaccinazioni sono più alte, la quarta ondata stia colpendo in modo meno severo”. Viceversa in Austria, osserva il presidente, “si è giunti al lockdown a causa dei pochi vaccinati, misura che potrebbe arrivare anche in Germania”. Per quanto riguarda il super green pass, “noi siamo favorevoli a qualunque misura che serva a evitare nuove zone rosse, che avrebbero conseguenze gravissime sulle imprese”. Per Agen le attività “stanno appena iniziando a riprendersi dalla crisi degli ultimi anni”, e al momento non avrebbero le forze “per sopravvivere a nuove chiusure”.
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Scongiurare nuove zone rosse
Evitare un nuovo lockdown dei negozi, del resto, è uno degli obiettivi posti dal governo nel presentare le nuove misure. “Le attività potranno rimanere aperte anche in caso di aumento di contagio ed eventuale cambio di colore”, ha garantito il ministro della Salute Roberto Speranza. Un proposito condiviso dagli imprenditori. “Pensiamo a cosa potrebbe accadere se la città di Taormina diventasse zona rossa”, dice Agen. Nella perla dello Ionio “al momento si registrano buone prenotazioni”, mentre in caso di chiusure “soffrirebbe tutto l’indotto, trasporti, alberghi, ristoranti”. A fronte di questo rischio, per Agen, il super green pass è una misura adeguata. “Per chi compie la scelta di non vaccinarsi c’è la possibilità di lavorare e accedere ai servizi essenziali, sottoponendosi al tampone”. Le scelte personali vanno rispettate, “considerando però che hanno conseguenze sugli altri, a partire dagli stessi familiari”. Da qui la necessità di spingere sulla campagna vaccinale, “per evitare che la fragile ripresa avuta in estate venga interrotta”.
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Le contraddizioni del super green pass
Favorevole alla misura, come detto, anche la presidente del settore Turismo, cultura ed eventi di Confindustria Catania Ornella Laneri. L’imprenditrice mette però in luce un “nonsense” del nuovo strumento. “Chi va in un ristorante deve essere vaccinato o guarito, avere cioè il green pass rafforzato, mentre per i camerieri che servono i clienti basta il tampone”. Dubbi a parte, per Laneri l’impatto della misura sarà diverso tra le varie zone del Paese. “A essere favorite saranno soprattutto le destinazioni montane. Le vacanze natalizie in Sicilia, e a Catania particolarmente, non sono mai state un periodo di grande occupazione”. Non per nulla gli alberghi importanti “restano chiusi da sempre, ben prima del Covid”. Dicembre, però, non è solo turismo. “Ci sono eventi, cene sociali, auguri, che naturalmente hanno un impatto importante sul Pil”. Per la presidente l’isola “ha tutte le possibilità di ripartire, come dimostrato nei mesi estivi”, a patto di recuperare la fiducia. “Gli imprenditori dovranno essere in prima linea, mostrando entusiasmo e credendo nel futuro. Se anche noi ci arrendessimo, l’impatto psicologico sarebbe grave per tutta la società”.
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Credere nella ripresa
Come molti settori produttivi, anche il turismo ha spostato la ripresa al 2022. “Dobbiamo assolutamente arrivarci, per uscire da questa bolla pandemica nella quale ci troviamo ormai da due anni”, dice la dirigente di Confindustria. Il fatto positivo, aggiunge, “è che quelli che non si arrendono sono la maggioranza”. La gente mostra “desiderio di normalità”, ma per raggiungerla bisogna “smettere di lavorare soltanto sul presente e sul futuro prossimo, ma cominciare a immaginare il dopo”. Un cambio di prospettiva che diventa un necessità “pensando al disagio sociale, e in particolare a quello dei giovani, che è più grave di quanto non possa sembrare”. Per cambiare occorre puntare sulle armi a disposizione, vaccini e green pass. “Noi siamo pronti, come piloti che aspettano che il semaforo rosso diventi verde, ma siamo stanchi di false partenze”.