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Sicilia, l’obbligo di green pass non ferma i trasporti. “Rifornimenti non a rischio”

Nel primo giorno di certificazione obbligatoria, l'isola non ha registrato disagi. Pochi gli autisti rimandati indietro, senza conseguenze su merci e servizi. L'attenzione, però, resta alta

Nessuno stop dei mezzi, merci e servizi garantiti. Nel primo giorno di certificazione sanitaria obbligatoria, la situazione dei trasporti in Sicilia è stata abbastanza tranquilla. “Non abbiamo riscontrato nessun disagio particolare, e soprattutto nessun rischio per i rifornimenti”, dice a FocuSicilia Pino Bulla, vicepresidente nazionale di Asso Tir. “Gran parte del personale si è presentato con il green pass, dunque non si sono verificati disagi”, conferma Franco Spanò Bascio, segretario regionale di Filt, il sindacato del settore trasporti aderente a Cgil. I timori della vigilia, insomma, si sono ridimensionati. Anche se nel resto del Paese la tensione resta. “I disagi maggiori sono a Nord. La Sicilia finora ha fretto, e non credo ci saranno problemi nei prossimi giorni”, aggiunge Bulla.

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Situazione sotto controllo

Il Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi prevede che da ieri, venerdì 15 ottobre, i dipendenti pubblici e privati debbano esibire la certificazione sanitaria per accedere al luogo di lavoro. Una scelta che nelle scorse settimane ha portato vivaci proteste, come quella di alcuni lavoratori del porto Trieste. “Si tratta di manifestazioni che lasciano il tempo che trovano, anche perché ieri il porto ha funzionato quasi regolarmente”, osserva Bulla. Il vicepresidente di Asso Tir punta l’attenzione sulla questione dei lavoratori stranieri. La certificazione è richiesta anche a loro, se svolgono la propria attività presso aziende o pubbliche amministrazioni italiane. Su questo fronte le aziende dell’autotrasporto hanno registrato delle difficoltà. Soprattutto al Nord.

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Vaccinati, ma senza green pass

Il dirigente di Asso Tir spiega perché. “Le aziende di trasporti del Settentrione hanno un grande numero di autisti di nazionalità straniera. Molti di essi, a quanto ci risulta, si sono vaccinati con Sputnik, il siero russo che lo Stato italiano non riconosce”. Paradossalmente, dunque, il disagio non deriverebbe da una carenza di vaccinati, ma da un ingorgo burocratico. “Al Sud e in Sicilia questo problema è molto più contenuto, essendo la manodopera straniera abbastanza ridotta”. Come altri sindacati, Asso Tir si è schierato risolutamente dalla parte del vaccino. “La nostra categoria, del resto, è stata in prima linea anche durante il primo lockdown. Se l’Italia ha retto, con i rifornimenti alimentari garantiti, si deve anche a noi”, rivendica il dirigente.

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Nessuna manifestazione di settore

Ieri nessuna associazione della categoria trasporti ha manifestato contro il green pass. “Noi abbiamo un coordinamento nazionale, Unatras, che riunisce le sigle del settore. Tutte hanno lavorato regolarmente”. Le difficoltà, spiega Bulla, potrebbero nascere a catena da eventuali blocchi che si verificassero a Nord. “Se venisse bloccato il porto di Genova, per esempio, il nostro autotrasportatore che deve prendere lì le merci potrebbe fare ben poco. Da quello che vediamo in queste ore, però, sembra tutto relativamente tranquillo”. Anche nei porti, come detto, la situazione è sotto controllo. “Speriamo vada così anche nei prossimi giorni. Se si ferma l’autotrasporto, si ferma l’Italia. E non ce lo possiamo permettere”, dice il vicepresidente di Asso Tir.

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Pochi lavoratori rimandati a casa

Sulla stessa linea il commento del segretario regionale di Filt Cgil Franco Spanò Bascio. “Rispetto alle preoccupazioni dei giorni scorsi, la tensione si è notevolmente allentata”, dice il sindacalista. Qualcuno si è presentato senza certificazione, “e in questo caso è stato rimandato a casa, come prevede la norma”. In generale “si tratta di casi sparuti”, che fino a questo momento “non hanno compromesso il funzionamento del sistema”. La maggior parte delle aziende di trasporti, del resto, “si era organizzata per tempo per il 15 ottobre, dunque non ha sofferto particolarmente”. L’attenzione resta comunque alta, “per verificare che anche nei prossimi giorni le cose funzionino, senza disagi per il settore e di conseguenza per i cittadini”.

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La strategia per i tamponi

L’auspicio del sindacalista è che i lavoratori ancora sprovvisti della certificazione sanitaria si mettano in regola. “Non per forza vaccinandosi. Finché non ci sarà l’obbligo, è legittimo che ricorrano a uno strumento alternativo come il tampone”, precisa Spanò Bascio. La questione, nelle scorse ore, è stata portata sul tavolo del governo da Cgil, Cisl e Uil, che hanno incontrato il presidente del Consiglio Draghi e il ministro del Lavoro Andrea Orlando, chiedendo di abbassare il prezzo dei tamponi e dare alle aziende la possibilità di anticipare le spese. “Bisogna fare il possibile per rasserenare il clima. Nei giorni scorsi la Cgil nazionale è stata vittima di un duro attacco. Per fortuna in Sicilia non si hanno situazioni di tensione”, conclude il segretario generale di Filt Cgil.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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