Dopo il boom di presenze e arrivi in estate, l’impennata della pandemia da Covid-19 provocata dalla variante Omicron ha spento gli entusiasmi, e non solo nell’isola. Secondo le stime di Assoturismo Confesercenti, a livello nazionale il 2021 si chiude, rispetto al 2019, con un calo di oltre il 40 per cento di presenze e una spesa turistica interna inferiore di 67 miliardi di euro. Tuttavia c’è un certo ottimismo per l’anno in corso, e in cantiere ci sono diverse iniziative, soprattutto nella zona dell’Etna. Ma restano le criticità che sembra non si riescano proprio a risolvere, prima fra tutti i rifiuti per strada e nelle campagne, la fioritura a macchia di leopardo di microdiscariche e cumuli di spazzatura ovunque, anche in luoghi di grande pregio come Agrigento o l’Etna.
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Eccellenze immerse nei rifiuti
Il problema viene denunciato ormai da anni dagli operatori che operano sul vulcano più grande d’Europa, ma con scarsi risultati. L’immagine di un’isola ricca di eccellenze ma insozzata dai rifiuti è ormai arrivata anche agli antipodi, in Australia. Lo conferma a FocuSicilia Alexandra Bullpitt, consulente turistica per l’incoming di turisti australiani e titolare del blog VivèmuSiciliy.com: “Quello della spazzatura è un vero problema, ma anche i siciliani ne sono consapevoli”. Secondo Alexandra magari non compromette in profondità la bella esperienza del viaggio in Sicilia, “ma sicuramente non lascia un buon segno”. Guarda il video con l’intervista ad Alexandra Bullpitt
Palermo, Taormina, Etna
Non è la spazzatura tuttavia a tenere gli australiani lontani dalla Sicilia. Ovviamente è la pandemia. Secondo i dati della Regione Siciliana arrivi e presenze dei turisti dall’Australia sono crollati nel 2020 (ultimi dati disponibili) rispetto al 2019. In pratica si è passati da 61.348 arrivi e 147.383 presenze del 2019 ai 2.922 arrivi e 6.702 presenze nel 2020, quando la pandemia esplose a partire da marzo. Il 2021 secono l’esperienza di Alexandra Bullpitt non è andato in modo molto diverso: “Non si lavora da due anni, il flusso turistico è stato praticamente inesistente”. Gli australiani però sembra abbiano grande voglia di tornare a visitare l’isola, tanto che “alcuni gruppi hanno già prenotato le vacanze in Sicilia già nello scorso settembre”. L’interesse principale è verso le mete classiche, dice Bullpitt, come “Palermo e Taormina”. Ma, una volta conosciute le mete più importanti, i viaggiatori amano tuffarsi in giri enogastronomici alle pendici dell’Etna, richiamati dal fascino del vulcano e del vino Doc e dalla curiosità per le specialità gastronomiche.
Wedding & honeymoon sotto il vulcano
Conferma le aspettative per i prossimi mesi anche Gina Russo, presidente della Strada del vino e dei sapori dell’Etna. Da alcuni mesi la Strada del vino ha istituito, insieme al Consorzio di tutela dei vini Etna Doc, un “Osservatorio dell’enoturismo” e sta raccogliendo i dati sulle presenze turistiche sul vulcano negli anni recenti. Un lavoro di analisi che avrà bisogno ancora di tempo per dare risultati definitivi, ma nonostante la pandemia, dice Gina Russo, “nel 2021 si sono registrati numeri significativi. I visitatori hanno privilegiato esperienze in spazi aperti, visite ai vigneti, degustazioni all’aperto ed escursioni sul vulcano”. Segnali positivi dunque, tanto che per il 2022 la “Strada” sta “programmando due importanti eventi: l’educational tour Crossing Etna previsto in autunno e un evento primaverile per agenzie e tour operator specializzati in wedding & honeymoon”. Insomma un evento per presentare strutture, servizi ed esperienze sull’Etna al servizio di chi decide di venire a sposarsi e fare luna di miele sul vulcano.