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Sicilia, saldi da 7 gennaio per evitare la zona rossa. “Danno ossigeno alle imprese in grave crisi”

Nel 2020 il giro d'affari è stato stimato in oltre 200 milioni di euro. Quest'anno tra i commercianti prevale l'incertezza e invitano i clienti a sostenere i negozi

Saldi sì, ma in mezzo ai dubbi. Il Covid-19 impatta anche sul rito delle svendite di inizio stagione tanto che non inizieranno oggi, come di consueto, ma il 7 gennaio. Un giro d’affari che in Sicilia, lo scorso anno, è stato di oltre 200 milioni di euro. Secondo le stime di Federconsumatori regionale, nel 2020, quasi la metà delle famiglie siciliane (il 48 per cento) ha messo mano al portafogli per i saldi invernali. Con una spesa superiore ai duecento euro, per fare incetta di capi e accessori a prezzi convenienti. Dodici mesi dopo, il mondo è cambiato a causa della pandemia. E a prevalere, tra i commercianti, è soltanto l’incertezza.

Saldi in zona rossa

La solita data d’inizio dei saldi coincide con i giorni di “zona rossa” previsti dal “Decreto Natale”. Nei giorni 2, 3, 5 e 6 gennaio è possibile uscire di casa soltanto per lavoro, motivi di salute o casi di necessità. Ecco dunque che dalla Regione, su proposta delle associazioni di categoria, hanno deciso di fare slittare la partenza. “La cosa più logica”, dice Daniele Russino di Federmoda, la federazione delle imprese del settore moda di Confcommercio. I negozi di abbigliamento “sono chiusi per decreto”, e hanno la possibilità di riaprire solo il 4 gennaio. Una grave penalizzazione, considerando che “i negozi per bambini e di articoli sportivi resteranno aperti”. Gli introiti dei saldi, per l’esponente di Federmoda, non servono a fare utile ma “per dare ossigeno alle imprese”. Anche perché proprio in questo periodo iniziano a pagare i fornitori per la stagione primavera-estate.

Leggi anche – Saldi invernali dal 7 gennaio. Il posticipo richiesto dai commercianti

La questione degli aiuti

Al di là della data, i commercianti non si fanno troppe illusioni. “Invitiamo i clienti a venire in negozio, quando si potrà”, dice Vittorio Messina, presidente di Confesercenti Sicilia. Anche Confesercenti aveva condiviso la richiesta di spostare l’inizio dei saldi al 7 gennaio, temendo l’effetto “zona rossa”. “Ciò che chiediamo è che ci sia maggiore attenzione al nostro settore”. I titolari dei negozi, spiega Messina, hanno ricevuto due bonus da seicento euro e un rimborso parziale dei mancati incassi tra aprile 2019 e aprile 2020. I più fortunati sono rientrati nelle misure per le attività dei centri storici, “ma città come Messina, Enna e Caltanissetta sono rimaste escluse”. Continuando così il rischio è che “si abbassino parecchie saracinesche”, perché senza incassi e programmazione “è difficile rimanere sul mercato”. I numeri della crisi, purtroppo, sono impietosi.

“Una tassa per l’online”

L’ufficio studi di Confcommercio stima che a livello nazionale il settore abbigliamento e calzature abbia perso oltre il 17 per cento. Si parla di circa duemila negozi e cinquantamila posti di lavoro. Anche in Sicilia, secondo Russino, rischia “tra il 30 e il 40 per cento degli esercizi”. Senza provvedimenti adeguati, prosegue il rappresentante di Federmoda, “il problema diventerà sociale”, e chiamerà in causa “tanto i gestori, quanto i dipendenti”. Per questo servono misure eccezionali. “La Germania sta pensando ad una tassa sul commercio online”, ricorda Messina. Il balzello per le piattaforme digitali dovrebbe servire proprio a ristorare gli esercenti dei negozi. Per il presidente di Federconsumatori il Governo italiano “dovrebbe mettersi al lavoro su questo”. La crisi economica innescata dalla pandemia è epocale “e come tale va affrontata”.

Tra speranza e incertezza

In attesa di nuove misure, i titolari dei negozi resistono. E si preparano alla nuova stagione, pur tra mille dubbi. L’arrivo del vaccino rappresenta una speranza, ma l’immunità di gregge potrebbe giungere soltanto a settembre 2021. “Come faremo ad arrivare a quella data?”, si chiede ancora Messina. A preoccupare è la sospensione dei mutui, in scadenza a marzo. Ma anche la fine della cassa integrazione, che ha permesso finora di tutelare i dipendenti. Con l’incertezza è difficile fare impresa. E persino i saldi, “che in altri tempi avrebbero salvato una stagione”, rischiano di non bastare. “Solo i clienti possono aiutarci a uscire da questa situazione”, conclude il presidente di Federconsumatori. Per questo l’invito è ad andare in negozio, “con la massima prudenza, e rispettando le regole”.

Crisi da Covid: in Sicilia il 30% delle imprese rischia di non riaprire più
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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci (Catania, 1992), è giornalista e scrittore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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