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Spiagge, concessioni fino al 2033. Il decreto Ars non piace ai balneari

Tra proteste e richieste di chiarimenti, il comparto delle concessioni marittime in Sicilia rimane osservato speciale

Via libera a nuove concessioni sulle spiagge siciliane, ma anche stop al rinnovo automatico di quelle già esistenti. Luci e ombre del disegno di legge in materia di demanio marittimo, approvato lo scorso 9 dicembre dall’Assemblea regionale siciliana. Già nel corso dell’anno il governo regionale era intervenuto sui balneari. Prima bloccando il pagamento del canone per il 2020, per venire incontro ai gestori colpiti dalla pandemia. Poi prorogando oltre milleottocento concessioni al 2033. Una scelta, quest’ultima, che aveva suscitato le proteste dell’opposizione, che aveva parlato di “regalo” alla categoria.

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Proteste che hanno sempre accompagnato ogni tentativo di riforma del settore. A finire sotto accusa, nel testo approvato il 9 dicembre, il comma che prevede il rilascio di nuove concessioni “per una durata di sei anni” secondo le previsioni del Piano di utilizzo del demanio marittimo (Pudm), adottato dal Comune di competenza. Tutt’altro che un regalo, secondo Ignazio Ragusa, presidente dei balneari di Confcommercio. La spiaggia libera è di fatto pagata dalla collettività, “che si fa carico della pulizia, dei servizi, della manutenzione”. Il titolare della concessione, viceversa, si occupa della manutenzione, “oltre a pagare la concessione”. Nel 2017, la Regione siciliana ha incassato dalle concessioni oltre 9 milioni e mezzo di euro. Il comparto conta circa tremila gestori, e centomila lavoratori dell’indotto.

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La questione del rinnovo

Tornando al rinnovo delle concessioni, le decisioni della Regione hanno radice nei provvedimenti europei. La “direttiva Bolkstein” ha previsto la messa in evidenza delle concessioni balneari. Il Governo italiano, attraverso la Legge 145 del 2018, ha concesso il rinnovo fino al 2033, in attesa di stabilire la modalità. Come accennato, la Regione siciliana ha sposato questo orientamento, prorogando le concessioni di tredici anni. Allo stesso tempo, con il disegno di legge di dicembre, è stato eliminato “il tacito rinnovo per sei anni” finora vigente nel territorio della Regione. E questo, per i balneari, è un serio problema.

Lavoratori a rischio

Per Ragusa il rischio è quello di “mettere a rischio lavoratori”, in quanto senza una stabilità delle concessioni “è impossibile programmare, calibrare investimenti, gestire le risorse”. Secondo il presidente dei balneari, va respinta l’idea che il tacito rinnovo delle concessioni in vigore negli anni passati abbia rappresentato un privilegio. Al contrario, qualsiasi attività “ha bisogno di una sicurezza per funzionare”. Da parte dei balneari non c’è “nessuna volontà di polemica” con il Governo regionale e nazionale. Ma la situazione delle concessioni “va chiarita quanto prima” con l’emanazione di regole chiare per la messa a gara delle concessioni.

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Polemiche incrociate

L’approvazione del testo del 9 dicembre è stata accompagnata da vivaci proteste in Aula. Per Totò Cordaro, assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, la legge va nella direzione di “garantire l’occupazione, favorire nuovi investimenti nel settore, regolamentare le nuove concessioni demaniali”. Gli esponenti del Partito democratico hanno parlato di “privatizzazione selvaggia”, mentre i pentastellati hanno denunciato di “rischio far west”. A rassicurare le opposizioni non è bastato il comma che obbliga i titolari delle concessioni a “consentire l’accesso ed il transito, libero e gratuito”. Tra le proposte, quella di una franchigia del 60 per cento sulle spiagge pubbliche, dichiarata inammissibile dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Il testo, alla fine, è passato con la formulazione della maggioranza. Ma la polemica è soltanto rimandata.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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