Un incontro sulla fuoriuscita e stabilizzazione del personale Asu, saltato a seguito dell’impugnativa dell’articolo 36 della legge di Stabilità regionale 2021. E che non ha soddisfatto le organizzazioni sindacali, che in un comunicato unitario chiedono un incontro con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, “non più procrastinabile”. L’incontro, convocato dalla V Commissione parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana, si è svolto ieri alla presenza anche dell’assessore al Lavoro e del dirigente generale del Dipartimento regionale Lavoro. Il presidente della commissione parlamentare ha chiesto alle parti sociali eventuali proposte. Lo dichiarano Michele D’Amico Cobas-Codir, Rosolino Lucchese Ugl Fna, Vito Sardo e Mario Mingrino Ale-Ugl, Rosario Greco Confintesa e Sandro Cardinale Usb.
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“Ci aspettavamo un incontro col ministro”
Dopo che il presidente della V Commissione parlamentare, onorevole Giovanni Di Caro, ha introdotto i lavori, spiegano i sindacalisti, “ci aspettavamo di essere notiziati dell’incontro che avrebbe dovuto svolgersi la scorsa settimana tra una delegazione capitanata dall’assessore al Lavoro, insieme a due esperti del settore, con il ministro del Lavoro, nel quale si sarebbe dovuto affrontare e risolvere il nodo cruciale alla base del l’impugnativa, ovvero lo sconfinamento al di fuori della competenza legislativa riservata alla Regione, in quanto la stessa con l’articolo 36 interviene, in via generale, nella materia degli Enti Locali, i quali sono soggetti alla normativa statale di cui al decreto legislativo 267 del 2000, ma di fatto non ci è stato riferito nulla che non sapevamo”, scrivono nella nota congiunta i sindacalisti.
“Serve una norma condivisa col governo nazionale”
Non avendo avuto “nessuna nuova informazione da parte del governo Regionale rappresentato dall’assessore al Lavoro – proseguono Michele D’Amico Cobas-Codir, Rosolino Lucchese Ugl Fna, Vito Sardo e Mario Mingrino Ale-Ugl, Rosario Greco Confintesa e Sandro Cardinale Usb – escludendo categoricamente il ricorso alla Corte costituzionale per resistere all’impugnativa del Consiglio dei ministri all’articolo 36, che dilaterebbe i tempi del percorso di stabilizzazione di anni, sempre che non si ottenesse una sentenza sfavorevole, abbiamo ribadito, alla presenza della rappresentanza parlamentare, l’esigenza di una norma autorizzata e condivisa dal Governo nazionale, che veda tutti gli Asu stabilizzati. Eventuali proposte non autorizzate, sarebbero mera perdita di tempo, e l’incontro con il Ministro Orlando non è più procrastinabile”.
La richiesta di un “lavoro più incisivo”
I sindacalisti si dicono “consapevoli dei tempi della politica”, ma si aspettano “un lavoro più incisivo ed in tempi utili da parte del governo regionale, possibilmente coadiuvato dall’Ars e dal grande assente dalla querelle, cioè l’Anci regionale. I lavoratori hanno bisogno di risposte concrete e non possono accettare ulteriori tempi morti. Sulla stessa lunghezza d’onda i componenti della V Commissione parlamentare, anch’essi uniti nel chiedere soluzioni concrete in tempi brevi. L’obiettivo principe resta la stabilizzazione di tuti i lavoratori entro il 2021, ma nelle more, le scriventi organizzazioni sindacali hanno chiesto, in considerazione che l’impugnativa dell’articolo 36 da parte dello Stato non rileva dubbi sulla costituzionalità della possibile stabilizzazione del Personale Asu in servizio presso il Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, l’avvio dell’iter propedeutico e l’integrazione a tutto il personale Asu nei limiti delle risorse previste proprio dall’articolo 36”, concludono.