Sono per la maggioranza società di servizi, impegnate in ricerca e sviluppo e informatica. E meno di una su cinque di quelle italiane è in Sicilia. A dirlo sono i dati, aggiornati al 1 luglio, diffusi dal Ministero per l’ Sviluppo economico (Mise) e Unioncamere in collaborazione con Infocamere, la società di elaborazione dati delle Camere di commercio italiane. L’Isola, quinta per popolazione, è solo nona nella classifica nazionale delle nuove startup, con appena 623 startup innovative attive. Esattamente il 4,59 per cento del totale nazionale di 13.582 imprese che rientrano nei requisiti, ovvero essere costituite da non più di cinque anni, avere un fatturato entro i 5 milioni di euro. E naturalmente in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale.
Leggi – Startup, in Sicilia sotto la media. Solo due ogni 100 nuove imprese
In Lombardia un quarto delle startup
Le startup in Italia rappresentano il il 3,6 per cento di tutte le società di capitali di recente costituzione. Nella maggioranza dei casi si tratta di microimprese, ovvero con meno di 10 dipendenti e fatturati sotto i due milioni di euro. Tra queste ben il 75 per cento si occupa di fornire servizi, mentre solo il 16,6 per cento è nel manifatturiero. Da sottolineare infine l’incidenza preponderante in alcuni settori Ateco. Sono startup innovative il 40,4 per cento delle nuove aziende con codice C 26 (fabbricazione di computer), il 44 di quelle con codice J 62 (produzione di software) e addirittura oltre il 71,5 per cento di quelle con codice M 72 (ricerca e sviluppo). E non stupisce trovare nella classifica nazionale prima la Lombardia che conta attualmente 3.627 startup innovative, pari al 26,7 per cento nazionale. Seguono Lazio (1.586, l’11,68 per cento), Campania (1.205, 8,87 per cento), Veneto (1.095, 8,06 per cento), Emilia-Rimagna (1071, 7,89 per cento), Piemonte (760, 5,6 per cento), Toscana (633, 4,66 per cento) e Puglia (632, 4,65 per cento) che all’ottavo posto precede la Sicilia.
Palermo e Catania fuori dalla top 10
Una classifica che si rispecchia anche nei dati per provincia, con Milano che da sola raccoglie quasi il 19 per cento di tutte le startup italiane, precisamente 2.545. Seguono Roma con 1.411, il 10,39 per cento, e Napoli che conta 607 startup (4,47 per cento del totale nazionale), ovvero quasi quanto l’intera Sicilia. Segue al quarto posto Torino (495, 3,6 per cento) e al quinto Bologna (361, 2,7 per cento). La top 10 è completata da Padova, Bari, Bergamo, Salerno e Brescia. Palermo, quinta città per popolazione, è solo al posto numero 14 in classifica con 191 startup (1,41 per cento del totale. Catania è al posto numero 16, con 186 startup, pari al 1,37 per cento.

La Sicilia male nel tasso di incidenza
Fuori dalle grandi regioni è però la percentuale di startup in rapporto al numero di nuove imprese a diventare il dato più significativo. Sotto questo aspetto è il Trentino-Alto Adige a primeggiare. Qui c’è la più elevata incidenza di startup innovative in rapporto al totale delle società di capitali con meno di cinque anni e cinque milioni di fatturato annuo: circa il 6 per cento delle imprese è una startup innovativa. Seguono in graduatoria il Friuli-Venezia Giulia (5,2 per cento) e la Lombardia (5 per cento). Chiudono la classifica la Sicilia e la Puglia, entrambe con poco più del 2,5 per cento, e la Sardegna con il 2,3. Milano è invece seconda (il 6,42 per cento), dopo Trento (8,51), per quanto riguarda il rapporto di startup innovative sul totale del nuove società di capitali della provincia. Fuori dalla top ten, ancora una volta le siciliane. Dove spicca però, ma in negativo, Agrigento: è al posto 105 su 105 per incidenza, con appena 11 startup, ovvero lo 0,69 per cento del totale delle nuove imprese. Male anche Trapani al posto 101, con appena 25 startup che valgono l’1,17 per cento del totale delle imprese, e Siracusa che al posto 96 chiude la top ten delle peggiori d’Italia, contando appena 32 startup, pari al 1,38 per cento sul totale delle nuove imprese.