La “Sugar tax” è legge. La nuova tassa sulle bevande edulcorate, introdotta con la legge di Bilancio 2020, è stata appena pubblicata in Gazzetta ufficiale. A partire dal 1 gennaio 2022, le aziende che producono bevande dolcificate chimicamente, come Coca Cola, dovranno pagare “dieci euro per ettolitro per i prodotti finiti, e 25 centesimi per chilogrammo per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluizione”. Una legge già annunciata un anno fa, poi sospesa. A criticare aspramente il tributo sono gli operatori del settore. Come la Sibeg, storica azienda siciliana che imbottiglia i prodotti a marchio Coca-Cola.
“Fulmine a ciel sereno”
Per l’amministratore delegato dell’impresa catanese Luca Busi la Sugar tax “arriva come un fulmine a ciel sereno, dopo tante rassicurazioni da parte del Governo”. Il settore delle bevande ha dovuto fare i conti con “la perdita di liquidità dettata dall’emergenza Covid”, motivo per cui il nuovo tributo “sembra quasi uno sgambetto durante la corsa verso un’auspicabile ripresa economica”. Una preoccupazione manifestata nei giorni scorsi anche da Assobibe, il ramo di Confindustria che rappresenta le aziende produttrici di bevande analcoliche, che aveva parlato di “misura decisamente incoerente rispetto ai messaggi di crescita proposti dal governo”.
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Le esenzioni previste
La legge prevede diversi casi di esenzione dal tributo. Spulciando il decreto si scopre che sono escluse le bevande il cui contenuto di edulcoranti sia inferiore o uguale a 25 grammi di saccarosio per litro e a 125 grammi per chilogrammo per i prodotti da diluire. Non pagheranno la tassa, inoltre, “le bevande cedute direttamente dal fabbricante per il consumo in altri Paesi dell’Unione europea ovvero dal medesimo soggetto esportate”. Esenzioni insufficienti, secondo le imprese del comparto. Anche per Sibeg, che già nell’autunno del 2019 aveva paventato il rischio di trasferire la produzione in Albania, dove l’azienda possiede già degli stabilimenti.
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I danni del Covid-19
Da allora è passato poco più di un anno, reso eccezionale dal Covid-19. La crisi economica innescata dalla pandemia, ribadisce Busi, ha danneggiato anche la produzione di bevande edulcorate. “Il settore l’anno scorso ha subito una contrazione del volume di vendite del 40 per cento”. Il recupero delle perdite, prosegue l’amministratore delegato di Sibeg, “dovrebbe avvenire non prima della fine del 2022”. Una situazione di stagnazione economica che renderebbe impropria l’introduzione della Sugar tax, appunto. “Non è possibile pensare di inserire un balzello con un impatto medio del 27 per cento in questo momento così critico”.
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Ricorso alla Consulta
Busi sostiene anche che l’azione legale avviata dalla Regione siciliana contro la legge di Bilancio 2020 che introduceva la nuova tassa sia “l’ultima e l’unica soluzione che ormai ci resta”. Il ricorso alla Corte Costituzionale contesta quattro punti, “che violano alcuni articoli della Costituzione e dello Statuto della Regione siciliana e che sono fortemente penalizzanti per il nostro territorio”. Il numero uno di Sibeg si appella ai vertici del governo regionale perché la battaglia legale vada avanti. “Un sentito grazie va al presidente Nello Musumeci, all’assessore Gaetano Armao e a tutto il governo siciliano, per aver deciso di sostenere l’economia sana dell’Isola”, conclude Busi.