Palermo, Siracusa, Avola, Noto. E ancora Sciacca, Linosa, Lampedusa, Pantelleria, Favignana. Sono sempre più numerosi i Comuni siciliani plastic free, ovvero le amministrazioni che mettono al bando la plastica monouso nei loro territori, ma ci sono dei dubbi sul rispetto delle stesse. Anche il ministero dell’Ambiente ha lanciato l’iniziativa, ma manca ancora la cultura del riciclo e del riuso e a volte è anche difficile reperire materiale considerato bio. Non sono pochi i problemi da affrontare e, a una prima ondata di adesioni a quello che dal primo gennaio 2021 sarà un obbligo per tutti, come deciso dal Parlamento europeo, sembra che faccia seguito un momento di arresto. Tanto però si può fare come cittadini, al di là dell’ordinanza comunale.
Dal 1° ottobre anche a Ragusa
Ultimo, in ordine di tempo, il comune di Ragusa. Qui dal primo di ottobre è scattata l’ordinanza che regolamenta l’uso della plastica. La decisione è stata presa a maggio ma poi si è provveduto a una proroga e c’è anche chi, come il Movimento cinque stelle, in aula, tenta di convincere l’amministrazione ad essere tollerante nei confronti dei cittadini che potrebbero essere multati senza avere delle vere colpe. Nel novero delle problematiche da affrontare, anche la reticenza di alcune aziende e il ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro le ordinanze dei comuni di Trapani e Santa Flavia, in provincia di Palermo.
Il Tar ha bloccato alcune ordinanze
“Nel periodo estivo l’esigenza sembra essere più sentita perché ci sono sagre e altro, quindi c’è stata una maggiore solerzia per questa mobilitazione. Poi però si è un po’ fermata anche a causa della bocciatura del Tar dell’ordinanza di Santa Flavia che era scritta molto male. Noi l’avevamo detto all’amministrazione, ma non ha voluto ascoltare i nostri suggerimenti”, afferma il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna. Secondo l’esperto, nella premessa dell’ordinanza mancava la motivazione della scelta e questo ha permesso alle aziende del Gruppo Pro.Mo, che fanno parte della Federazione gomma plastica/Unionplast, di riuscire a bloccare tutto. Mancherebbero i presupposti di necessità e urgenza e c’è il rischio di provocare inutilmente danni gravi alle imprese e ai loro occupati secondo i giudici del Tar.
Sicilia capofila nella produzione di plastica monouso
Una scelta che crea un precedente e consequenziale timore per i Comuni che vorrebbero intraprendere questa strada prima di esserne obbligati per legge. C’è pure chi, ed è il caso del comune di Calatabiano, ha deciso di auto sospendere la propria ordinanza data la decisione del Tribunale amministrativo regionale. I ricorsi, inoltre, secondo il presidente regionale di Legambiente, “non risolvono il problema, ma lo spostano in avanti di qualche mese. Capisco che si vogliano tutelare le proprie attività e i posti di lavoro, ma invece di perdere tempo con i ricorsi – afferma – forse è meglio porsi il problema di come riconvertire e di fare insieme una battaglia per le riconversione di queste industrie delle plastiche monouso. In Sicilia ce ne sono tante e il contributo della regione alla produzione di plastica monouso è importante”.
“La plastica è una grande invenzione, ma…”
Zanna considera la plastica “una grande invenzione del dottore Giulio Natta, unico italiano insignito del Nobel per la chimica, che ci ha risolto molti problemi”, ma definisce assurdo un uso di pochi secondi per prodotti che potrebbero essere infiniti. “È una battaglia culturale per ridurre lo spreco. Partiamo dunque dalla plastica monouso”, dichiara. La spinta maggiore è dunque per l’abbandono di prodotti usa e getta, ma accanto a questo serve un buon riciclo della plastica in generale. Negli ultimi anni le percentuali di raccolta differenziata in Sicilia sono aumentate parecchio, ma occorre puntare sulla qualità del prodotto da riciclare perché ci sia davvero un balzo in avanti. “Valutiamo positivamente i progressi che la Sicilia e soprattutto tantissimi Comuni medio piccoli hanno fatto nella raccolta differenziata, ma si badi bene – afferma Zanna – o si fa bene e il rifiuto è di qualità oppure va a finire di nuovo nell’indifferenziato e quindi in discarica. Ecco perché è fondamentale il porta a porta”.
Una questione culturale
Oltre le ordinanze comunali che indirizzano i cittadini, questi ultimi hanno a loro disposizione un’amplia scelta di comportamenti plastic free. Dal portarsi il pranzo in ufficio in contenitori lavabili – posate comprese – alla borraccia al posto della bottiglietta di plastica si può incidere molto nell’abbattimento della plastica monouso. Ci sono tante realtà, come l’Università, che le regalano ai loro studenti e ci sono anche punti di ristoro che hanno deciso di cambiare l’assortimento dei materiali che usano quotidianamente. “Ognuno può prendere l’iniziativa e fare un servizio alla causa. Basta poco”.