Terzo settore, dalla Regione 5 milioni per il supporto alle famiglie in difficoltà
Cinque milionidi euro da assegnare agliEnti del Terzo settore,“per l’attuazione di progetti volti alla promozione di iniziative ed attività volte a potenziare l’efficacia dei programmi diinclusione socialeesistenti”. Fuori dal burocratese, per finanziare enti e associazioni che si occupano dellepersone in difficoltà. È il contenuto dell’Avviso pubblico diffuso nelle scorse ore dallaRegione siciliana, firmato dalla dirigente del dipartimento regionale della Famiglia e delle Politiche socialiMaria Letizia Di Liberti. I fondi dovranno essere spesi “soprattutto nellearee di maggiore rischio” e saranno divisi intre aree di intervento. Si va daiservizi socialialla lotta alladispersione scolastica, fino al completamento dellemisure già in corso. Quanto alle modalità di partecipazione, le associazioni dovrannoinviare le candidature via Pec“entro e non oltre 30 giorni dalla pubblicazione dell’Avviso”. Tra i requisiti richiesti, “disporre di volontariper le attività per le quali si presenta la domanda”. Leggi anche –Servizi sociali, a Catania gli “Stati generali” rilanciano il Distretto Laprima area di interventoriguarda “Percorsi di assistenza socio-educativi e socio-culturali, anche per l’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari”. Lacifra massima finanziabileper ciascuna associazione è di80 mila euro. Le misure, si legge nell’Avviso, “sono dedicate alle persone adulte a rischio di isolamento sociale, e mirano a creare condizioni di impegno e dialleanza intergenerazionale“. Ciò significa “valorizzare risorse e competenze deglianzianinella reciproca collaborazione con igiovani“. Come detto, i fondi dovranno essere spesi “nellearee urbanea maggior concentrazione dirischio“. Queste ultime sono individuate “sulla base dei dati contenuti nell’Inchiesta sulla condizione minorile in Sicilia acura dellaCommissione Antimafia Ars“. PerPalermosi tratta dei quartieri Zen, Sperone, Brancaccio, Albergheria, e Ballarò. ACataniadi Librino, San Giorgio, Zia Lisa, San Cristoforo. PerMessinasi parla dei quartieri Cep, Fondo Fucile, Bordonaro e Giostra, mentre aCaltanissettasi chiede di attenzionare Gela. Leggi anche –Bilanci dei Comuni, i fondi per i servizi sociali potrebbero salvare i conti La seconda area di intervento riguarda “Percorsi dicontrasto alla devianza, allapovertà educativae alladispersione scolastica, nonché di inserimento nell’ambito dei programmi di inclusione sociale già esistenti”. Lacifra massima finanziabileper ciascuna associazione è di150 mila euro. I progetti, si legge nel documento, “sono rivolti ai soggetti minori e neomaggiorenni ancora scolarizzati, in condizioni di particolaredisagio socio-economico, di marginalità ed esclusione sociale e/o a rischio di devianza”. Tra gli obiettivi da raggiungere, specifica il dipartimento delle Politiche sociali, “losviluppo della cultura e legalitàcome elemento di base per contrastare il rischio di devianza attraverso momenti di aggregazione e attività ricreative”. La Regione chiede alle associazioni di puntare in particolare sull’aspetto artistico per stimolare i ragazzi. In questo senso sono indicati “laboratori teatrali e musicalia sfondo etico/morale”, con l’obiettivo di agevolare “l’inserimento dei soggetti minori disagiati nellasocietà civile“. Leggi anche –Servizi sociali e opportunità finanziarie, il punto di Cgil Catania La terza e ultima area di intervento riguarda il “completamento delle misure già attive“. Lacifra massima finanziabileper ciascuna associazione è di80 mila euro. I progetti, scrivono dal Dipartimento, sono rivolti “allefamiglie in condizioni di marginalitàed esclusione sociale le cui condizioni non consentono temporaneamente la guida e l’educazione dei figli”. Da qui la necessità di “forme di affido educativo a tempo definito”, pressoaltre famiglieeistituzioni della società civile. La Regione chiede di individuare almeno dieci famiglie disponibili all’affido, da formare “attraverso le Università siciliane, gliEnti di formazione del Servizio socialericonosciuti e gliOrdini professionali“. Tali nuclei verranno poi inseriti in un elenco di famiglie “formate e riconosciute idonee all’espletamento di attività di affidamento temporaneo”. Attraverso le risorse dell’Avviso, sarà garantito uncontributo economicoper le spese sostenute dalle famiglie affidatarie.