Trasporti, guerra giudiziaria su Caronte. Ma alle Eolie paga sempre “pantalone”

“Da noi ogni manifestazione, anche la più violenta è una aspirazione all’oblio…”. Diceva così il principe del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa che descriveva la “voluttuosa immobilità” dei siciliani. Un capolavoro che racchiude in se stesso tutta l’essenza di un popolo che “non vorrà mai migliorare perché i siciliani si considerano già perfetti”. Ci sono tantissimi episodi anche ai giorni nostri di una sicilianità votata allarassegnazionedavanti a tutto quello che capita. Uno di questi esempi si sta manifestando in questi mesi alle Isole eolie, in cui abitanti e turisti, distratti dallacalurae dal pieno della stagione, dimenticano, o fanno finta di dimenticare, cosa sta accadendo sulle loro teste a causa dellaguerra ormai aperta tra la magistratura e la compagnia Caronteche ha il monopolio dei trasporti nelle isole. Disputa che rischia di esplodere già a fine settembre quando la stagione si sarà conclusa. C’è in atto una sorta dicircolo viziosoche coinvolge tutti gli attori commerciali del settore: la compagnia, i commercianti e soprattutto i trasportatori di prodotti altamente infiammabili. Facciamo un passo indietro a metà giugno, quando un magistrato dellaprocura di Palermoesamina il bando di gara vinto nel 2016 dalla compagnia per il trasporti nelle isole minori dellaSiciliae manda laGuardia di finanzaa sequestrare tutte le navi della flotta. Il magistrato contesta alla Caronte la mancata osservanza delle norme del bando in materia di assistenza e trasporto dei disabili e dispone che l’azienda per riottenere il dissequestro delle navi debba prima corrispondere allaRegione19 milioni già ottenuti pur essendo inviolazione del bando. Per evitare ilpatatrace soprattutto la sospensione della continuità territoriale il Gip di Messina dispone l’amministrazione giudiziaria della flotta che riprende il servizio, eccetto per trenavi, chiamate “zattere” per la loro capienza, adibite soprattutto al trasporto commerciale, che restano invece in porto. La compagnia abbozza una difesa legale, sostenendo la correttezza del suo operato e i primi di luglio i legali dellaCarontefanno ricorso al tribunale del riesame per riottenere il controllo delle navi, ma la gelata è dietro l’angolo. Ilriesameconferma le disposizioni dellaprocura di Palermoe conferma soprattutto il sequestro delle navi. A questo punto la compagnia decide di rescindere tutti gli accordi con la Regione e procedere in regime dilibero mercato, non sospendendo ovviamente alcun trasporto passeggeri, ma rendendosi libera dal fissare nuove tariffe per tutti gli altri settori. Mentre le tariffe per iresidentie ituristirimangono pressoché invariate, eccetto modestissimi rincari, quelle per il trasporto commerciale in tutela – carburanti, gas, oli combustibili, ossigeno per l’ospedale – schizzano in alto:aumenti del 500 per cento. Prima del provvedimento una autocisterna di carburante costava a viaggio mille euro. Adesso ne costa 5mila. I sindaci delle isole minori, con una lettera lanciano l’allarme e chiedono provvedimenti al governo e alla Regione. La Regione risponde con l’assessore ai TrasportiAricò. Viene disposto un provvedimento ad hoc con lo stanziamento della somma dioltre 800mila europer rimborsare gli aumenti ai trasportatori. Il 2 agosto la Regione pubblica un avviso in cui sono elencate le modalità di presentazione della domanda con tutte una serie di documenti da presentare, compreso ilbigliettodel trasporto. Nell’avviso si legge anche che “la Regione procederà all’emissione dei decreti di liquidazione previa verifica della regolarità contributiva” riservandosi anche di effettuare controlli e revoche. Nell’ultimo paragrafo però c’è un passaggio che potrebbe avere indotto qualcuno a bypassare ilcontributo. “L’amministrazione regionale si riserva la facoltà, in qualsiasi fase del procedimento, di sospendere o interrompere l’attuazione della procedura”. Non c’è anche alcun riferimento a cosa potrebbe accadere se il contributo dovesse raggiungere la somma stanziata. Sono passati pochi giorni dalla pubblicazione dell’avviso e i risultati di queste procedure non sembrano aver convinto tutti. LabenzinaaLiparià passata in pochi giorni da 2,13 euro a 2,28 euro, con un aumento di oltre 15 centesimi al litro. Va peggio per le bombole di gas, aumentate dai sette alle otto euro a collo. È evidente che con questi prezzi tutto il sistema sta collassando sotto il peso di unaumento dei prodottial consumo insostenibile. Da un lato i trasportatori e i commercianti lamentano l’aumento vertiginoso dei prezzi dei trasporti, dall’altro si evidenza anche un iter per ottenere ilrimborsodella Regione che magari non convince in pieno e così cosa fanno i commercianti? Riversare gli aumenti sulla popolazione. Nei fatti la Regione anziché sbattere i pugni sul tavolo della Caronte ha attivato un meccanismo che da un lato favorisce la compagnia che ha aumentato i prezzi e quindi indirettamente incasserà di più magari per far fronte a quelli che potrebbero essere i risultati dell’azione giudiziaria, dall’altro impaurendo i commercianti e i trasportatori ha innescato un aumento dei prezzi a catena, con taluni commercianti che addirittura se poi dovessero ottenere il contributo regionale si ritroverebbero ad incassare molto di più di prima. In questo mistura infernale a pagare di tasca propria è soltanto “pantalone”, quel povero cittadino stordito un giorno d’estate da una guerra giudiziaria che non si sa dove andrà a finire. Per di più perché sembra che a settembre, cioè tra poche settimane, scadrà anche la proroga dell’accordo tra la Regione e la Caronte per la continuazione del servizio marittimo e dicontinuità territoriale. La Regione è già pronta colnuovo bando di gara? Le procedure sono già cominciate? Si vocifera che alla gara potrebbe partecipare un colosso del trasporto marittimo italiano, ilgruppo Aponte di Napoli. Sono indiscrezioni o c’è qualcosa di vero? Verranno risolti i problemi o assisteremo alla solita commedia degli equivoci in tipica salsa siculo-italiana?