Per rivedere lungo la Ferrovia Circumetnea i treni Vulcano ci vorrà “circa un mese”. Parola di Salvatore Fiore, direttore generale della Fce, che assicura: “La settimana prossima firmeremo il nuovo contratto di manutenzione, una procedura lunga che finalmente arriva a conclusione”. Questo significherà rivedere lungo i 110 km della ferrovia che circonda l’Etna i quattro treni, acquistati tra il 2015 e il 2016 per 14 milioni e 800 mila euro dalla società polacca Newag, ma in disuso dal marzo 2020 proprio “per mancanza di un contratto di manutenzione”. Oggi lo stesso sarebbe quindi finalmente in arrivo, con l’esito della gara da 5,7 milioni di euro bandita a ottobre 2021 per “l’affidamento dell’attività di manutenzione in regime di Full Service dei veicoli Vulcano della Fce” che durerà quattro anni.
I quattro treni Vulcano sono costati quasi 15 milioni
Dei treni Vulcano fermi da ormai due anni e mezzo si era parlato nei giorni scorsi proprio su un giornale polacco, “300 Gospodarka“. E tutto per caso: l’autrice dell’articolo datato 2 ottobre, la giornalista Emilia Derewienko, era in vacanza a Catania e sull’Etna e dopo aver notato l’assenza dei nuovi convogli ha tentato di approfondire la vicenda. Tornata in patria ha contattato l’azienda costruttrice Newag, ricevendo una dichiarazione: “Fce ha effettuato una richiesta in merito alla riparazione e manutenzione dei mezzi. Newag ha risposto, ma non abbiamo ricevuto un altro messaggio”. I convogli elettro-diesel sono del resto stati creati appositamente per i binari a scartamento ridotto (950 mm) della Circumetnea, e acquistati dall’azienda polacca per ben 14 milioni e 760 mila euro. Sono inoltre bidirezionali, a doppia motrice, ognuna lunga 37,5 metri, con fino a 106 posti a sedere l’una, e raggiungono una velocità massima di 100 km orari. Rispetto alle ormai vetuste “littorine” Fiat tornare in servizio a partire dal 2020, hanno una superficie interna priva di barriere e perfettamente fruibili dai portatori di handicap, e comprendono “comfort” sconosciuti ai convogli in servizio ormai da mezzo secolo, come tendine parasole, impianti di climatizzazione, display informativi, contapasseggeri automatici e sistemi di geolocalizzazione. Possono, inoltre, consentire il trasporto a bordo delle biciclette, un “servizio” sempre più richiesto per la linea, che ormai da anni ha anche una spiccata vocazione turistica.
“Newag non ha nemmeno partecipato alla gara”
Secondo quanto riferisce il direttore generale di Fce Fiore le cose sono un po’ più complesse di quanto racconta la giornalista polacca. “La manutenzione di questi treni, e soprattutto il reperimento dei pezzi di ricambio in questi anni, è stata complicata”. Non solo. Anche l’affidamento delle manutenzioni degli stessi lo è stata. La ditta polacca, secondo quanto riferisce Fiore, si aspettava un affidamento diretto per la gestione dato che se ne era già occupata per i primi quattro anni, “ma se è chiaro a noi italiani che non possiamo affidare un contratto da oltre cinque milioni di euro senza un bando di gara, lo stesso evidentemente non è in Polonia, dove forse le cose funzionano diversamente”, afferma l’ingegnere. Che in merito all’azienda polacca aggiunge: “Non sono loro che si occuperanno della manutenzione, non hanno nemmeno partecipato alla gara”, spiega il direttore generale di Fce.
Ripristino “entro due mesi” secondo il capitolato
Nel capitolato di gara per l’affidamento della manutenzione, emesso in una prima versione il 17 novembre 2020 e in una seconda il 19 febbraio 2021, Fce specifica fin da subito che “l’appaltatore dovrà svolgere tutte le attività di manutenzione preventiva e correttiva in regime di Full Service per il mantenimento in piena efficienza delle Unità di Trazione diesel-elettriche per la linea a scartamento ridotto della Ferrovia Circumetnea. Sono a carico dell’appaltatore, in particolare, l’esecuzione delle manutenzioni allo scopo di superare il gap manutentivo venutosi a creare a seguito del periodo di fermo dei veicoli”, è scritto sul capitolato tecnico. A carico dell’azienda che a breve dovrebbe firmare il contratto c’è quindi innanzitutto il ripristino della funzionalità dei mezzi, che dovrà avvenire “entro due mesi per il primo veicolo ed entro un ulteriore mese per ciascuno dei veicoli successivi, a partire dall’inizio del contratto”. L’appaltatore avrà naturalmente in carico anche la manodopera necessaria all’attività di manutenzione e i ricambi e i materiali necessari. E proprio la “reperibilità dei ricambi”, secondo Fiore, potrebbe essere il punto più complesso per il rientro in servizio dei Vulcano.