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Treno Catania-Palermo: un’esperienza, prima che una modalità di trasporto

C'è un’estrema variabilità dei tempi e dei costi di percorrenza che disorienta gli utenti del trasporto pubblico. La situazione è complicata. Migliorerà in futuro? Quando? Le risposte di Trenitalia e RFI

Provate a fare una simulazione sul sito di Trenitalia.
Se voleste andare a Palermo da Catania nella giornata di oggi 14 luglio, le alternative proposte a partire dalle 4.30 del mattino e sino all’ultima corsa delle 17.47 sono tutte di durata variabile fra 3 ore e 30 minuti e 5 ore e diciotto minuti, con prezzi oscillanti fra 14,90 e 33,90 euro a corsa. Un tempo eccessivamente lungo, se messo a confronto con l’alternativa del ricorso all’autobus di linea della SAIS (durata prevista standard: 2 ore e 35 minuti per un costo del biglietto pari a 14 euro) o dell’uso del mezzo proprio. Viaggiare in treno in Sicilia diventa un’esperienza prima ancora che una modalità di trasporto. Pazienza, bisogna rassegnarsi. O forse no.

Situazione da terzo mondo

A parte il legittimo senso di impotenza e il sentimento di vergogna per una situazione da terzo mondo, a chi attribuire la responsabilità di questo stato di cose? E soprattutto perché “a bocce ferme”, cioè considerando lo status quo ad oggi, c’è un’estrema variabilità dei tempi e dei costi di percorrenza che disorienta gli utenti del trasporto pubblico? I politici non sono spesso in grado di rispondere a questa domanda. Fanno troppa propaganda sia quando si trovano a governare, scaricando le responsabilità sui predecessori, sia quando fanno opposizione, prendendosela sempre e comunque con chi comanda. Essendo capitata una medesima situazione già il 13 giugno, con una simulazione di un possibile viaggio Catania-Palermo del 15 giugno, anziché adire i politici regionali, abbiamo rivolto direttamente la domanda ai vertici di Ferrovie dello Stato, RFI Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia. Ferrovie dello Stato è la società madre dell’omonimo gruppo e si occupa pure del trasporto merci non solo quello passeggeri; RFI ha la funzione di gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale; Trenitalia è la principale società italiana per la gestione del trasporto ferroviario passeggeri dove opera, su alcune tratte, in concorrenza con altri vettori come Italo.

Prendere un bus con un biglietto ferroviario

In due distinti momenti, il 30 giugno e ieri 13 luglio, alla richiesta di chiarimenti rivolta il 12 giugno ci hanno risposto Trenitalia a firma di Vincenzo Pullara e poi RFI a firma di Christian Colaneri. Il primo è manager della Direzione Regionale Sicilia di Trenitalia, il secondo è il Direttore Commerciale di RFI. Ci informa Trenitalia che “per consentire l’esecuzione di lavori all’infrastruttura, Rete Ferroviaria Italiana ha disposto dal 12 giugno al 10 settembre 2022 l’interruzione della circolazione fra Lercara e Bicocca; Trenitalia ha conseguentemente modificato l’offerta di trasporto sulla linea ed attivato uno specifico programma di servizi su gomma”. In altri termini, per certe corse o per alcuni tragitti si è costretti a prendere il bus pur avendo acquistato un biglietto ferroviario. Precisa ancora Trenitalia che “alla predetta indisponibilità della infrastruttura ferroviaria va dunque ricondotto un allungamento dei tempi di percorrenza per la tratta Catania-Palermo rispetto a quanto avviene in condizioni ordinarie con il collegamento ferroviario”.

Le soluzioni di Trenitalia

Nella lettera di risposta, Trenitalia evidenzia otto diverse soluzioni nella disponibilità del viaggiatore: collegamenti da Catania a Palermo con ricorso esclusivo a bus; collegamenti con ricorso a bus da Catania a Termini Imerese più treno regionale da Termini Imerese a Palermo; collegamenti via Messina con ricorso a treno regionale da Catania a Messina più treno regionale da Messina a Palermo; collegamenti via Messina con ricorso a treno regionale da Catania a Messina più treno Intercity da Messina a Palermo. Viaggiare via Messina, aggiungiamo noi, è come fare mezzo periplo dell’isola. Per quanto riguarda tempi e prezzi, Trenitalia precisa che tutti i collegamenti effettuati con ricorso esclusivo al bus evidenziano il medesimo tempo di percorrenza (4 ore e 8 minuti) e il medesimo prezzo di 14,90 euro. Detto prezzo si conferma anche per il collegamento bus da Catania a Termini Imerese e treno regionale da Termini Imerese a Palermo Centrale. Il prezzo varia invece nel caso di collegamenti fra Palermo e Catania con itinerario via Messina, sia nel caso di soluzioni di viaggio operate esclusivamente con treni regionali sia nel caso di soluzioni operate con treno regionale più treno Intercity.

Il punto di vista di RFI

Più tecnica la risposta di RFI pervenuta ieri.
“I disagi di questo periodo – precisano da RFI – sono dovuti ai lavori che stiamo effettuando propedeutici al raddoppio di linea tra Catenanuova e Bicocca. Per consentire gli interventi di manutenzione e potenziamento infrastrutturali che interesseranno anche la stazione di Caltanissetta Xirbi e attività di demolizione di un cavalcaferrovia sulla SS640, la circolazione sarà interrotta fino al 10 settembre fra le stazioni di Lercara Diramazione e Bicocca”. “Fra le città di Palermo e Catania – fanno sapere da Rete Ferroviaria – viaggiano ogni giorno 6 coppie di treni regionali veloci, con tempi di percorrenza compresi fra le 2 ore e 59 minuti e le 3 ore e 19 minuti, più una ulteriore coppia di treni a lunga percorrenza Palermo-Catania-Messina. A fronte della temporanea sospensione del servizio ferroviario, in accordo con l’impresa ferroviaria (cioè con Trenitalia, n.d.r.), è stato attivato un servizio bus sostitutivo”.

Uno sguardo al futuro

Gestendo la rete infrastrutturale, RFI è in grado di dare qualche informazione in più sul futuro. In pratica, superando lo status quo, che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi anni sul versante del trasporto ferroviario in Sicilia?
“Sulla linea Catania-Palermo – sentenzia RFI – è in atto un ampio programma di investimenti dell’ordine di 6 miliardi di euro finalizzato a realizzare un nuovo collegamento veloce, con caratteristiche che consentiranno un recupero di un’ora rispetto alle attuali percorrenze. In particolare, il progetto si articola in due “macrofasi”: nella prima macrofase si prevede l’attivazione di una nuova infrastruttura costituita da tratti a doppio binario (Fiumetorto-Lercara Diramazione e Catenanuova-Bicocca), intervallati da tratti a semplice binario con caratteristiche che consentono velocità anche superiori a 160 km orari per gran parte del tracciato”.

Disagi almeno fino al 10 settembre

“La seconda macrofase – precisa ancora la nota di RFI – è finalizzata all’adeguamento, in termini di interoperabilità, dei tratti di linea storica compresa fra i due suddetti tratti a doppio binario, nonché l’attivazione di ulteriori tratti di raddoppio grazie alle opere connesse con le lunghe gallerie realizzate in prima macrofase”.
Si tratta di “importanti interventi – conclude la nota – che contribuiranno a migliorare sensibilmente la mobilità all’interno dell’isola”. Queste le risposte pervenute da Trenitalia e RFI. Fino al 10 settembre, dunque, ci saranno ancora disagi. Dopo questa data, la situazione dovrebbe normalizzarsi, cioè tornare ai tempi di percorrenza antecedenti questo periodo. Per il futuro, si dovrebbe andare più veloci, se il cronoprogramma di lavori della rete infrastrutturale sarà rispettato. Nel frattempo, viaggiare in treno è sempre più una esperienza, in cui il tempo è una variabile del tutto secondaria.

Rosario Faraci
Rosario Faraci
Rosario Faraci è Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università degli Studi di Catania e tiene gli insegnamenti di Principi di Management, Marketing, Innovation and Business Models. È delegato del Rettore aIl’Incubatore di Ateneo, Start-up e Spin-off, presidente del comitato scientifico di Start Cup Catania e consigliere nazionale dell’associazione PNI Cube. E’ stato Visiting Professor di Strategic Management alla University of Florida. È giornalista pubblicista dal 1987.

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