Il turista in cerca di esperienze enogastronomiche non si fida di web, social e cellulari e preferisce sempre più il buon vecchio passaparola. Sarà perché le informazioni sono così tante da indurre in confusione e si rischia di disperdersi tra siti di ogni genere più o meno attendibili e notizie frammentate o non aggiornate, fatto sta che “il 54 per cento dei turisti italiani indica parenti ed amici come la principale fonte di informazione che ha suggerito di visitare una specifica destinazione”, sostiene l’ultimo Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, curato da Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo. Un valore che è cresciuto addirittura di quattro punti percentuali rispetto al 2018, un fatto assolutamente singolare se si considera la varietà e l’abbondanza di fonti di accesso all’informazione. Fanno eccezione solo i giovani tra i 18 e i 24 anni che prediligono Instagram per la ricerca delle informazioni turistiche.
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Siti web snobbati, i più giovani scelgono Instagram
Chi cerca mete turistiche enogastronomiche non ama frugare troppo per siti internet. Nel 2018 i turisti che si informavano sul web prima di partire erano il 33 per cento del totale, oggi sono il 28 per cento. Una perdita di cinque punti, mentre aumenta il peso dei social media per i più giovani: Facebook si conferma tra le fonti principali per i Millennials, cioè chi è nato tra il 1980 e il 1996. In questa fascia di età, Facebook è preferito da un turista su quattro. Instagram invece prevale per la cosiddetta Generazione Z, dove viene preferito per la ricerca di informazioni turistiche quasi la metà del pubblico dei ventenni di oggi (47 per cento) nati tra il 1997 e il 2012.
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Anche le serie tv attirano i turisti
I più giovani sarebbero inoltre influenzati, nella scelta del viaggio, da show e film: è l’effetto “The White Lotus”, dal nome di una serie televisiva statunitense e si basa sulla ricerca internazionale condotta da Basis per conto di Netflix ed Enit, l’ente nazionale del turismo. Le persone che hanno guardato contenuti italiani, nelle serie televisive, hanno una maggiore probabilità di considerare l’Italia come la propria prossima destinazione turistica. “Fra chi non è mai stato in Italia – si legge nel Rapporto – l’87 per cento di coloro che hanno guardato contenuti italiani ha dichiarato il proprio interesse a visitare l’Italia contro un 67 per cento di persone fra coloro che non hanno visto contenuti Made in Italy”.
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Prenotare facilmente, meglio se online
Una prenotazione facile e immediata è tra i principali punti forza che facilitano la volontà di provare l’esperienza del turismo enogastronomico. Per esempio, “il 44 per cento dei turisti italiani ritiene che le cantine siano poco fruibili senza prenotazione; nel 2019 era il 48 per cento. Il 63 per cento dei turisti italiani vorrebbe prenotare online la visita all’azienda di produzione (come cantina, caseificio), il 56 per cento acquistarne i prodotti tramite l‘e-commerce aziendale“, spiega Garibaldi. Il 30 per cento dei turisti italiani ha prenotato le esperienze enogastronomiche tramite email, il 28 per cento attraverso contatto telefonico, il 23 per cento si è rivolto a tour operator e/o agenzie e il 20 per cento agli intermediari online di esperienze enogastronomiche. Gli operatori dovrebbero quindi inserire le proprie esperienze enogastronomiche sui portali online di vendita così da moltiplicare la visibilità nei luoghi di scelta del visitatore.
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L’intelligenza artificiale in aiuto delle aziende
Nel paniere dei servizi che si potrebbero offrire al turista c’è la possibilità di ricevere a domicilio i prodotti, cibi e bevande, acquistati durante il viaggio. Il 67 per cento dei turisti lo indica come una precisa esigenza che scaturisce nell’ambito di una visita in una cantina o in un’azienda agrituristica. In un ipotetico pacchetto di offerte, inoltre, non dovrebbero mancare gli sconti sui prodotti e le esperienze, accordati in base al numero di acquisti fatti e alla frequenza (lo chiede il 64 per cento degli intervistati) e partecipare ad eventi esclusivi che abbinano degustazioni, arte e musica (gradito dal 58 per cento dei turisti). Secondo il Rapporto, l’intelligenza artificiale potrebbe avere un ruolo in questo ambito e le piccole e medie imprese potrebbero adottare sistemi di Customer relationship management (Crm) per mappare il proprio pubblico, analizzarne i gusti e proporre iniziative e offerte mirate.