Una tassa sugli “extraprofitti” delle banche. L’annuncio del governo
Allebancheverrà applicata nel 2023una imposta straordinaria“determinata applicando un’aliquota pari al 40 per cento sul maggior valore” del proprio conto economico in rapporto all’anno precedente. Ovvero su quelli che nel linguaggio comune ormai vengono chiamati “extraprofitti“. La scelta, che comporterà l’effettiva riscossionedelle somme nel prossimo anno, il2024, è stata annunciata ieri al termine delConsiglio dei ministri, e si basa su una constatazione: itassi di interessebancari in Italia e in Europa sono alle stelle, tanto dacondizionare il mercato immobiliaree, soprattutto mandando alle stelle gli importi per chi aveva sottoscritto negli anni scorsi un mutuo a “tasso variabile“. La situazione è derivata dalla scelta dellaBanca centrale europeadi innalzare i tassi di interesse sul denaro per contrastare la crescente inflazione. E secondo il governo guidato daGiorgia Melonisi tratta di una scelta che ha un alto “impatto sociale“. Tanto che le eventuali maggiori entrate derivanti dalla nuova imposta “saranno destinate alfinanziamento del fondo per i mutuisulla prima casa e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese”. Leggi anche –Prezzi pazzi: l’inflazione a luglio rallenta, ma non gli aumenti dei beni Per contrastarlo al termine del consiglio dei ministri di ieri, 7 agosto, è stato annunciato un provvedimento che tasserà gli “extraprofitti” degli intermediari finanziari, in primo luogo le banche. Il provvedimento è stato annunciatonon dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgettima da quello alle Infrastrutture Matteo Salviniche, dopo aver confermato l‘aumento dei compensi per i componenti del Consiglio di amministrazione della Società Stretto di Messina, ha parlato del recupero di “miliardi di euro” con questa operazione. La normanon è ancora stato ufficializzatain un testo pronto all’emanazione come decreto, ma è descritta nelcomunicato ufficiale della seduta. L’aliquota applicata saràdel 40 per cento sul maggior valoredeterminato da alcune voci delconto economico degli istituti finanziaria cui è destinato il provvedimento: tutti gliintermediari finanziari, banche comprese, con l’esclusionedelle società di gestione deifondi comuni d’investimentoe le società diintermediazione mobiliare. Per il calcolo dell’aliquota il governo indica come parametri “l’ammontare del margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 cheeccede per almeno il 5 per centoil medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022″ e, sempre prendendo a riferimento la stessa voce del conto economico dell’intermediario, quella che relativa stavolta all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 “eccede per almeno il 10 per centoil medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022″. L’imposta straordinaria sarà quindi versata nel corso del 2024 e “non sarà deducibileai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive”. Leggi anche –Famiglie siciliane, nel 2022 redditi più alti, anzi no: l’inflazione si mangia tutto Il provvedimento è in queste ore oggetto di vari commenti e analisi. Come primo impatto, come sottolineato dal principale quotidiano economico italiano, ilSole 24 ore, l’annuncio hadeterminato un crollo in borsadei titoli collegati agli intermediari finanziari. Crollo che avrebbegià avuto un impatto simile al gettito teorico del provvedimento, stimato tra i 2 e i 3 miliardi di euro. La norma, per come annunciata, suscita però anche le prime reazioni positive. “I principi alla base della misura annunciata dal Governo in merito alla tassazione degli extraprofitti del settore bancario sono condivisibili”, scrivePierpaolo Bombardieri,segretario generale del sindacato Uil.” Già a marzo – ricorda Bombardieri . la Uil aveva richiesto un provvedimento del genere, ricordando che, nell’ultimo anno, i principali gruppi bancari italiani avevano fatto registrare unincremento dei profitti del 66 per cento, pari a oltre 12 miliardi di euro. Peraltro, ben due anni fa, la Uil, da sola, sfidando derisione o contumelie, aveva posto la questione di una tassa sugli extraprofitti.Prendiamo atto positivamenteche, ora, anche il Governo inizia a muoversi in questa direzione. Tuttavia, attendiamo di leggere i testi ufficiali per comprendere bene i meccanismi di calcolo, il possibile gettito e, soprattutto, ladestinazione di tali risorse aggiuntive. Su questo punto, chiediamo un confronto con il Governo e rivendichiamo un provvedimento con misure strutturali ed esteso a tutte le imprese, di qualunque settore, che, a causa della pandemia o della guerra, abbiano ottenuto enormi profitti. Infine, proponiamo che,per ragioni di equità sociale e di efficienza economica,le risorse derivanti da questo gettito siano destinati all’aumento dei salarie delle pensioni che, invece, proprio nello stesso periodo, sono stati erosi da un’inflazione galoppante e, spesso, conseguenza di quelle stesse speculazioni”, conclude il segretario Uil.