“Nessun poteva aspettarselo: mi sono ritrovato da avere la gestione frenetica di un’azienda con 40 dipendenti a rimanere a casa, tutti i giorni, a leggere il giornale, rigorosamente online perché uscire di casa quasi quasi non è più permesso”. Lo afferma il presidente della sezione pubblici esercizi di Unimpresa – Assoesercenti Catania, Antonio Prestipino, titolare dell’omonimo bar a piazza Duomo a Catania. L’imprenditore afferma che sarebbe stato utile attivare un sostegno al reddito anche per gli imprenditori, “una sorta di cassa integrazione per tutti gli amministratori con o senza compenso, per dare un minimo di stabilità anche alle famiglie che sono proprietarie di azienda”. Affida i suoi pensieri sulla crisi da Covid-19 una lunga lettera indirizzata alla stampa, adesso che “si inizia a sentire la parola ripresa, mi sono messo di nuovo al lavoro. Almeno con la mente. E la prima cosa in lista è trovare un elemento fondamentale: la liquidità”. Secondo Prestipino infatti il bonus da 600 euro, la posticipazione delle imposte per qualche mese e le garanzie su alcune linee di credito non sono sufficienti.
Prestiti ancora difficili e mutui solo rimandati
Prestipino ricorda come “in Germania hanno dato 5 mila euro a tutte le aziende con meno di 5 dipendenti”. Ma restando all’interno di quanto possibile fare da parte dello Stato italiano “dal quale vorremmo la luna”, sarebbe per il proprietario dell’omonimo bar con 40 dipendenti utile “mettere delle somme a fondo perduto, per pagare affitti, utenze e scorte per far partire la produzione. Magari facendo motivare le spese per non avere la perdita di capitale da parte dei meno etici. Delle somme da immettere nel tessuto delle aziende e non certo per farsi le vacanze”. L’imprenditore afferma come sarebbe stato inoltre meglio avere “meno paletti nella concessione dei prestiti: nel decreto liquidità anche se c’è la garanzia da parte dello Stato, l’accesso al credito per finanziamenti superiori a 25 mila euro avviene mediante la classica valutazione creditizia, quindi chi era in difficoltà già prima dello stop non ha ugualmente accesso al credito”. Inoltre, ricorda Prestipino, oltre alle spese straordinarie in presidi di protezione da effettuare a riapertura avvenuta, “i mutui sono stati sospesi ma in futuro dovranno essere pagati. Si posticipa solo l’agonia. Anche i versamenti Iva non sono stati cancellati ma solo congelati per due mesi”.