Sulle bottiglie di vino e birra non ci saranno health warning, cioè avvisi terrorizzanti che evocano la possibilità di sviluppare tumori sul tipo di quelli presenti sui pacchetti di sigarette. Passata dunque la paura che il parlamento europeo votasse per l’inserimento dell’alcol tra gli elementi da penalizzare considerandolo cancerogeno a prescindere dalle quantità consumate, ora la battaglia si sposta sul sistema di etichettatura degli alimenti in generale. E al Nutriscore di origine francese l’Italia contrappone il NutrInform battery, in una competizione che riguarda la percezione e le informazioni da dare ai consumatori europei su ogni singolo componente alimentare. Un confronto che potenzialmente può spostare equilibri consolidati e sconvolgere interessi economici. E che riguarda da vicino anche la Sicilia.
Distinguere l’uso dall’abuso
L’assemblea di Strasburgo, su pressione degli europarlamentari italiani ma anche francesi e spagnoli, nell’ambito del piano di lotta ai tumori battezzata Cancer plan ha optato per la linea morbida. In sostanza è passato il concetto che va fatta la battaglia contro l’abuso di alcol, non contro l’uso moderato. La linea intransigente, basata su un controverso studio di qualche anno fa, è stata sconfitta a favore della raccomandazione, ormai universalmente accettata, di non abusare di bevande alcoliche. Sulle etichette quindi probabilmente in futuro vedremo inviti al consumo responsabile, in scia con quanto già avviene.
Scongiurata la crisi del settore
Soddisfatte le organizzazioni che rappresentano agricoltori, produttori e imprenditori della filiera del vino che avevano fatto fronte comune contro la penalizzazione brutale sul mercato europeo. Una “criminalizzazione” che secondo le loro stime avrebbe comportato un calo del giro d’affari del 30 per cento, con conseguenze pesanti sui livelli occupazionali e un po’ anche sulla affidabilità della dieta mediterranea. “È stata riconosciuta più appropriata la linea dell’approccio moderato. Auspichiamo che ora si possa continuare a lavorare insieme per la lotta contro il cancro senza demonizzare il consumo consapevole di vino e delle altre bevande alcoliche” è stato infatti il commento delle organizzazioni Alleanza delle Cooperative Italiane – agroalimentare, Assoenologi, Confagricoltura, Cia – Agricoltori Italiani, Copagri, Federvini, Federdoc, Unione Italiana Vini dopo l’esito del voto in plenaria del Rapporto della Commissione speciale del Parlamento europeo per la lotta contro il cancro sul rafforzamento delle strategie dell’Europa nel combattere la malattia.
12 miliardi di fatturato, 7 di export
Le sigle della filiera vitivinicola italiana, in una nota, evidenziano come “Il consumo moderato di vino è sempre stato un fattore caratterizzante della Dieta Mediterranea, che nel 2010 è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. Positivo anche il commento del presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che parla della salvaguardia di “quasi diecimila anni di storia del vino le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 avanti Cristo”. Prandini sottolinea l’importanza del voto anche in funzione della “difesa di un settore che vale 12 miliardi di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone”.
Primi produttori ed esportatori di vino
La Coldiretti sottolinea che “l’Italia è il primo produttore ed esportatore mondiale di vino con le bottiglie Made in Italy che sono destinate per circa il 70 per cento a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola”. Inoltre Coldiretti ricorda che “il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende”.
Nutriscore contro Nutrinform
Lo scampato pericolo a Strasburgo però non chiude la vicenda. Da uno degli ideatori del sistema Nutriscore (etichetta a semaforo), il francese Serge Hercberg, il 3 febbraio è arrivata la proposta di mettere un bollino nero e una lettera F su tutte le bevande con alcol superiore all’uno per cento. Insomma bocciatura totale non solo per i superalcolici, ma anche per vino e birra. Una proposta considerata inaccettabile dal mondo del Made in Italy, che vede penalizzati, con il Nutriscore, anche alimenti come i formaggi e l’olio extravergine di oliva. Il Nutriscore è stato adottato in maniera volontaria da alcune aziende e produttori anche di Francia e Spagna, mentre l’Italia è sempre stata contraria. In vista di una normativa europea vincolante, i ministeri di ambiente, salute, sviluppo economico e agricoltura hanno presentato invece il sistema Nutrinform battery, che somiglia a quello già in vigore sulle quantità quotidiane consigliate, e che viene considerato dai promotori più equilibrato e vicino alla realtà. Invece di un semaforo l’Italia propone dunque una etichetta meno rozza che prende in esame la quantità ingerita rispetto al totale giornaliero. Si parla di salute dei cittadini europei dunque, ma anche di enormi interessi. La guerra è appena cominciata.