Regione, i sindacati degli inquilini contro il governo: “Colpevole di inerzia”

“La regione sottovaluta il tema del disagio abitativo in Sicilia con un atteggiamento di ‘colpevole inerzia’ riguardo l’edilizia sociale e le difficoltà degli affittuari”. I sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uiat annunciano iniziative di lotta se non verrà data loro l’opportunità di discuterne quanto prima in un tavolo di confronto. Lo scrivono i segretari generali delle tre sigle Giusi Milazzo, Santo Ferro e Giovanni Sardo in una nota inviata al presidente della Regione e all’assessore regionale alle infrastrutture. I tre esponenti sindacali rilevano che “restano senza risposta le richieste più pressanti avanzate da Sunia, Sicet e Uniat, a partire da quelle di una politica coordinata pubblica sui temi della casa, della costituzione di un osservatorio regionale e della rivisitazione della normativa sulla gestione e sull’utilizzo del patrimonio di edilizia residenziale pubblico. “La Sicilia”, scrivono Milazzo, Ferro e Sardo, “è ormai l’unica regione a non avere avviato una riforma del settore, oggi tanto più necessario in una fase in cui, a causa della pandemia, povertà e disuguaglianze crescono”. I sindacati inquilini sottolineano la necessità di un’offerta di edilizia pubblica sociale concepita in modo innovativo, di un piano straordinario di ristrutturazione degli immobili abitativi pubblici e di una riqualificazione delle periferie. “Nell’attuale contesto, di crescente povertà”, sottolineano, “affrontare il tema del disagio abitativo deve divenire prioritario, destinando a questo obiettivo anche parte delle risorse del Recovery fund e del piano di coesione e utilizzando l’opportunità del 110 per cento per l’efficientamento energetico e sismico dell’edilizia popolare”. Sunia, Sicet e Uniat chiedono anche che “siano messi a disposizione delle famiglie i 17 milioni destinati alla Sicilia per il contributo all’affitto. Non è tollerabile”, sottolineano, “che non stia stata completata l’erogazione del contributo per il 2018, mentre col cessare a giugno del blocco, gli sfratti incombono su migliaia di famiglie”.