“Sono 21 e dall’alto potenziale strategico le progettualità che l’Università degli Studi di Palermo porta a casa attraverso le prime opportunità di investimento offerte dal Next Generation Eu ed in particolare attraverso il Pnrr ed il correlato Piano nazionale per gli investimenti complementari”: a dichiararlo è il rettore dell’ateneo palermitano, Massimo Midiri. “Le risorse per gli investimenti aggiudicate da UniPa attraverso l’accesso a tali strumenti – specifica – ammontano a circa 128,6 milioni di euro. Saranno impiegate per assumere ricercatori a tempo determinato, bandire borse di dottorato di ricerca, acquisire attrezzature, potenziare e creare infrastrutture per la ricerca e l’innovazione, e acquistare i beni e i servizi necessari all’implementazione dei progetti che delineano una nuova fotografia del sistema della ricerca e dell’innovazione”.
Altre 240 figure tra ricercatori e dottorandi
Si tratta di un sistema “che si avvarrà – prosegue il rettore – di Centri nazionali tematici, di ecosistemi dell’Innovazione a forte vocazione territoriale, di infrastrutture di ricerca e d’innovazione e di programmi di ricerca promossi da partenariati estesi. Tutte queste attività avranno un impatto notevole anche dal punto di vista della crescita sociale del territorio con l’attrazione di più di 140 giovani ricercatori e 100 dottorandi di ricerca, consentendo non solo di trasferire la ricerca all’impresa per innovare il sistema produttivo, ma anche e soprattutto di creare quelle professionalità necessarie allo stesso mondo dell’impresa che si specializza innovando i propri processi o i propri prodotti”.
Medicina di precisione: l’Ateneo è promotore
Nell’ambito dei Partenariati estesi, l’Università degli Studi di Palermo è soggetto promotore e coordinatore (Hub) del progetto selezionato per il tema della Medicina di Precisione e denominato Heal Italia: la prima rete multidisciplinare di Università, Ircss e imprese dove scienziati, tecnologi e giovani ricercatori condividono conoscenze, ricerche e tecnologie innovative al fine di portare il Servizio sanitario nazionale nell’era contemporanea della medicina di precisione attraverso nuovi metodi, nuovi servizi e soprattutto un importante network di dati clinici a supporto della ricerca traslazionale per diagnosi e terapie avanzate nella lotta al cancro e alle malattie cardiovascolari, metaboliche e rare.
Sanità, un centro per supportare le decisioni
Ll’Ateneo palermitano costituirà inoltre il primo Centro di ricerca in digital health prevention, primo in Italia a fornire un supporto tecnico-scientifico a livello di comunità per supportare i decisori politici locali, le autorità sanitarie e ambientali, e gli altri stakeholder, nello sviluppo di politiche sanitarie e di processi organizzativi, decisionali e manageriali, basati sulle evidenze scientifiche. Il Centro sarà supportato da una rete interistituzionale multidisciplinare e da un’infrastruttura digitale, avanzata ed interoperabile, nell’ottica di essere policentrico e diffuso sul territorio siciliano, consentendo l’interoperabilità delle banche dati e dei flussi di dati tra diversi enti e istituzioni, come aziende sanitarie locali, ospedali e agenzie per la protezione dell’ambiente.
Un data-center di ultima generazione
Altri temi importanti sono quelli della digitalizzazione e della sostenibilità che vedono l’Università di Palermo tra i partecipanti alla realizzazione dell’infrastruttura di ricerca digitale SoBigData, in prima linea come proponente per la realizzazione della prima infrastruttura dell’innovazione al Sud, MedCompHub, che costituirà un punto di riferimento nel Mediterraneo in ambito digitale con la costruzione di un data center di ultima generazione attraverso un partenariato pubblico-privato, membro fondatore del Centro nazionale per la mobilità sostenibile con ruoli ad esempio nell’ambito della mobilità urbana e delle vie d’acqua, del trasporto su gomma, dei sistemi innovativi di propulsione, e partner di rilievo in ambito social sciences and humanities per il potenziamento di un’infrastruttura di ricerca digitale a supporto della ricerca nel campo delle scienze religiose, per la realizzazione di una piattaforma innovativa per il mercato del cibo di alta gamma e per la realizzazione del programma di ricerca Grins, coordinato dall’Università di Bologna, sulla sostenibilità economica dei territori.