Un assalto armato al Monte dei Paschi di Siena di via Leonardo da Vinci a Palermo. Quattro uomini a volto coperto nel pomeriggio del 23 marzo hanno rapinato la filiale dopo aver sequestrato per circa venti minuti clienti e dipendenti. Sono fuggiti portando con sé circa 25 mila euro. I rapinatori sarebbero entrati in banca e avrebbero minacciato i presenti facendosi consegnare i cellulari, per evitare che venisse lanciato l’allarme e poi hanno atteso una ventina di minuti che lo sportello Atm, dotato di un impianto di sicurezza a tempo, si sbloccasse.
In media due rapine al mese in Sicilia
“Siamo già a sei rapine nel 2023 in Sicilia, la media di due al mese – afferma Gabriele Urzi Segretario Provinciale Fabi Palermo e responsabile Salute e Sicurezza – e purtroppo è piena emergenza da noi ripetutamente annunciata. A Catania poco dopo il Capodanno, i rapinatori si sono introdotti dal muro perimetrale nei locali di una filiale Unicredit in prossimità dell’ora di pranzo, arraffando in pochi minuti il contante presente e si sono dati alla fuga. Il 17 gennaio a Banca Intesa a Villabate (in provincia di Palermo) in corso Vittorio Emanuele sono entrati due rapinatori armati di taglierino e hanno portato via circa 15.000 euro. Il 27 gennaio di nuovo ad Unicredit è la volta di una tentata rapina a Villaggio Mosè ad Agrigento. Uno o due rapinatori, sembrerebbe armati di pistola, con accento spiccatamente catanese, hanno fatto irruzione nei locali della filiale e hanno rinchiuso in un locale clienti e dipendenti. Ma qualcosa deve essere andato storto e i malviventi si sono dati alla fuga dopo avere fallito il tentativo. Il 10 febbraio rapina con sequestro di persona al Monte dei Paschi di Partanna. Sempre a febbraio, pochi giorni dopo, il 15, rapina al Credito cooperativo San Biagio di largo Dei Pini a Cammarata (Agrigento). I banditi, apparentemente non armati Hanno fatto irruzione nell’istituto di credito minacciando gli impiegati e facendosi consegnare il denaro in cassa, circa 35.000 euro. E ieri il colpo al Monte dei Paschi a Palermo”.
“Gravi rischi per l’incolumità di clienti e dipendenti”
“Cosa ci vuole ancora per capire che siamo in piena emergenza? Che succeda qualcosa di veramente grave?”, si chiede Urzì, secondo cui “le banche sottovalutano il problema” . Se i neri parlano chiaro, si starebbero peraltro diffondendo sempre di più “non la rapine ‘mordi e fuggi’ ma colpi che vedono la presenza dei rapinatori per lunghi ed interminabili minuti all’interno dei locali con grave rischi per l’incolumità di clienti e dipendenti che vengono sequestrati. Occorrono più investimenti in sicurezza prima che accada qualcosa di grave, una migliore organizzazione della sicurezza e interventi più efficaci di strategia antirapina, sistemi difensivi sofisticati. E occorre soprattutto ripristinare massicciamente la guardiania armata che costituisce il deterrente principe per i malintenzionati. Si fa solo affidamento sull’eccellente lavoro delle Forze dell’Ordine che, oltre ad una efficace opera di prevenzione, intervengono spesso nella fase successiva all’evento criminoso e non si possono certo sostituire agli apprestamenti di sicurezza di cui tutte le banche si devono dotare. Il colpo di oggi è la tragica testimonianza che bisogna che le banche comprendano appieno la gravità del problema, prima che la situazione si aggravi maggiormente”, conclude il segretario di Fabi Palermo.