“Il disegno di legge sull’autonomia differenziata, depositato in Conferenza unificata, rischia di innescare gravi forme di disuguaglianza fra i cittadini della stessa nazione con imprevedibili ripercussioni sulla tenuta sociale, in particolare, nelle regioni del Sud”. È emerso nel corso dell’incontro fra l’Anci Sicilia, rappresentata dal presidente e dal segretario generale, Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, l’Associazione dei sindaci del “Recovery Sud”, rappresentata da Giovanna Bubello, sindaca di Alessandria della Rocca e l’Ali Sicilia (Autonomie Locali Italiane) rappresentata da Francesco Cacciatore, sindaco di Santo Stefano Quisquina svoltosi a palazzo Comitini a Palermo. “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo” (art. 5 della Costituzione) garantendo a tutti i cittadini giustizia sociale, coesione ed eguaglianza dei diritti”, ricorda Anci.
Si mette in pericolo l’unità nazionale
“È importante che i diritti sociali e di cittadinanza siano garantiti con pari opportunità e che istruzione e sanità, in via prioritaria, nella qualità di diritti fondamentali dei cittadini, rimangano incardinati in un unico sistema che garantisca il superamento delle disuguaglianze sociali ed economiche”, evidenziano l’Associazione dei Comuni insieme a Recovery Sud, che aggiungono: “Le autonomie locali incarnano i valori istituzionali di solidarietà e autonomia e i contenuti del disegno di legge sull’autonomia differenziata rischiano di creare disuguaglianze, mettendo in pericolo l’unità nazionale. Prima ancora di dare corso all’autonomia differenziata si proceda al superamento della spesa storica e si assicurino i Livelli essenziali delle prestazioni a tutti i cittadini italiani, superando le diseguaglianze nell’erogazione dei servizi. Il nostro Paese ha bisogno di unità e del rispetto dei principi contenuti nella prima parte della Costituzione. Qualsiasi riforma o legge di riforma costituzionale sia adottata nel rispetto degli artt. 2, 3 e 5 della Costituzione, applicando in modo corretto i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza”, concludono.