Un percorso dai sei ai dodici mesi retribuito con un’indennità mensile fino a 500 euro, lordi, e la speranza di un’assunzione nelle aziende prescelte alla fine del tirocinio. A distanza di oltre un anno dall’avvio, però, una buona parte dei partecipanti non ha ricevuto nulla. Una situazione che riguarda i seimila tirocinanti dell’avviso 22 2018. Giovani under 35, nella maggioranza dei casi, che hanno dovuto rinunciare ad altre opportunità formative e professionali. E, in molti casi, ad eventuali bonus e ristori previsti nel periodo della pandemia, e allo stesso Reddito di cittadinanza pur di partecipare ai percorsi. Presentati dalla Regione siciliana e dalle Agenzie per il lavoro come un’opportunità irrinunciabile anche in vista di un futuro impiego. Ammessi al tirocinio oltre agli under 35 disoccupati, inattivi o in cerca di prima occupazione, anche over 35 disabili o con un Isee entro i 30 mila euro, purché non occupati. A oggi le assunzioni sono state pochissime, e non hanno neppure percepito il rimborso spese.
Il tirocinante: “Nulla è mai arrivato”
A riportare in auge la questione è Oreste Lauria, tirocinante in uno studio commercialista. “Seimila tirocinanti non sono stati ancora retribuiti per il servizio svolto come tirocinio presso varie aziende. Siamo all’inizio del 2021 e l’ultima lista di pagamenti risale al 17 dicembre 2020, ma a oggi nulla è arrivato a me e a molti miei colleghi”. Pagamenti, previsti teoricamente ogni due mesi, mai arrivati e che Lauria definisce come “sfruttamento”. Nessuna traccia anche delle assunzioni. Per le aziende, nel caso di inserimento in organico come dipendente un tirocinante, dovrebbero percepire dalla Regione un bonus occupazionale di 14 mila euro, oltre a uno sgravio fiscale per 5 anni. Agevolazioni che non ha dato i risvolti positivi attesi.
Vindigni: “Ritardi dovuti ad Apl”
Di fronte a tali accuse, la Regione siciliana ha esposto le proprie giustificazioni per questi mancati pagamenti. Giovanni Vindigni, ex dirigente generale dell’assessorato del Lavoro e dirigente del Centro per l’impiego di Ragusa, spiega che i ritardi sono dovuti alle Agenzie per il lavoro (Apl). Queste fanno da tramite tra l’Amministrazione regionale e le aziende selezionate come sede dei tirocini. Tra i loro incarichi vi è quello di istituire le pratiche e fornire le documentazioni necessarie per la retribuzione dei giovani. “Sottolineo – aggiunge Vindigni – che l’amministrazione regionale avvia i tirocini gratuitamente, le agenzie invece percepiscono dei guadagni”. Il problema è che tali agenzie non hanno ancora fornito questi documenti indispensabili per avviare i pagamenti: si tratta di registri delle presenze, documenti di identità, attestati del tirocinio svolto.
La Regione: “Da Apl documenti incompleti”
Le parole di Vindigni sono state confermate dall’assessorato regionale del Lavoro. “I bandi dei tirocini richiedevano una documentazione che non tutte le Agenzie per il Lavoro hanno fornito. La mancanza di queste integrazioni – continuano dall’assessorato – ha comportato il ritardo nei pagamenti”. La Regione da parte sua ha sollecitato le agenzie per il lavoro a richiedere queste integrazioni lo scorso 25 novembre tramite una direttiva. Spetta a loro contattare gli enti promotori dei tirocini al fine di avere i documenti mancanti entro sette giorni. “Questo sollecito ha sbloccato alcuni pagamenti, oggi in erogazione nonostante ci troviamo in esercizio provvisorio. Trattandosi di soldi pubblici bisogna agire con cautela” concludono dalla Regione.