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Aziende in crisi da un anno. Cassa integrazione: +556 per cento di ore in Sicilia

Le chiusure annunciate sono le punta dell'iceberg: sotto c'è una sofferenza che dura da mesi, per le piccole e medie attività siciliane che rappresentano il 94 per cento del tessuto produttivo. La conferma arriva dall'ultimo report mensile dell'Inps

Le piccole e medie imprese siciliane sono in sofferenza da molti mesi e la conferma arriva dall’ultimo report mensile dell’Inps, dal quale emerge che le ore di cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) sono aumentate del 556 per cento tra settembre 2021 e settembre 2022 e quasi del 70 per cento al confronto tra il periodo gennaio-settembre 2021 e 2022. Una vera e propria impennata nel ricorso a questa forma di ammortizzatore sociale, segno evidente che le tante e sparpagliate “imminenti chiusure” di cui riferiscono le cronache recenti siano solo la punta di un iceberg, mentre alla base c’è una realtà di perdurante difficoltà economica che ha già investito in pieno la prima voce di costo sulla quale ogni azienda interviene: il personale. Diversa al momento, almeno in Sicilia, la situazione della Cig ordinaria, alla quale accedono le aziende più grandi e che ha visto un calo di oltre il 72 per cento, tra settembre 2021 e settembre 2022, delle ore autorizzate.

Fonte: Inps – Report mensile ottobre 2022 – Cassa integrazione guadagni e Disoccupazione

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Le piccole attività sono il 94 per cento in Sicilia

Per Francesco Lucchesi, segretario regionale Cgil Sicilia, “il punto è che la Cigs copre il bar, il ristorante, il piccolo esercizio commerciale, come le catene dei supermercati o dell’abbigliamento, tanto per fare degli esempi. Le ore continuano a crescere perché le piccole attività commerciali, con l’aumento dei costi e a causa della crisi energetica, hanno comiciato a mettere i lavoratori in cassa integrazione, a differenza delle aziende più grandi che hanno una propria solidità economica e continuano a reggere e a stare sul mercato”. Si tratta infatti della prima opzione da mettere in campo per ridurre i costi complessivi di un’azienda. “Il primo costo sopprimibile è quello del personale – ricorda Lucchesi – e per gestirlo senza licenziare i dipendenti si fa ricorso alla cassa integrazione. Nel caso della straordinaria, stiamo parlando di aziende di dimensioni medio-piccole, che in Sicilia rappresentano il 94 per cento delle attività economiche. Ma è un rimedio che dura uno o due anni e la preoccupazione è che il fenomeno possa accentuarsi ancora e che non ci siano le condizioni per poterla erogare”. Questo potrebbe voler dire andare verso la disarmante condizione della chiusura aziendale.

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Cassa integrazione ordinaria in diminuzione

La situazione nazionale è mediamente opposta ma varia anche profondamente da regione a regione. Il numero di ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate in Italia a settembre 2022 è stato pari a 15,2 milioni, di cui 7 per solidarietà, con un decremento dell’1,3 per cento rispetto a quanto autorizzato nello stesso mese dell’anno precedente (15,4 milioni di ore). Nel mese di settembre 2022, rispetto al mese precedente, “si registra una variazione congiunturale pari al 65,3 per cento”, scrive l’Inps. Poi ci sono i casi estremi, come la Basilicata che ha visto un incremento delle ore di Cigs di oltre il duemila per cento in nove mesi, il Friuli Venezia Giulia del 1.500 per cento o la Calabria di oltre il mille per cento al confronto tra il mese di settembre 2021 e 2022. Le ore di cassa integrazione ordinaria, che riguardano le grandi aziende, sono state in tutta Italia 15,8 milioni a settembre 2022, mentre ad agosto erano state 11,2 milioni. L’incremento è del 41 per cento, ma a voler considerare lo stesso mese dell’anno precedente, il calo è del 57 per cento. In Sicilia la diminuzione è del 72 per cento e per Lucchesi è dovuto al fatto che per le grandi industrie “c’è stato un aumento della produzione e le ore di cassa integrazione si sono ridotte drasticamente per far ripartire materialmente la produzione, come la Stm di Catania che ha ripreso a macinare dopo la pausa Covid”.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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