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Borse di studio, in Sicilia poche e “leggere”. Si spera anche nel Pnrr

Secondo i dati comunicati dagli Ersu, sono ancora tanti gli idonei alle borse di studio che non hanno ricevuto l'assegno. Dalla Regione arriva l'invito a comunicare le coperture necessarie per saldare tutti, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Obiettivo: chiudere ad aprile

In Sicilia circa settemila studenti risultati idonei alla borsa di studio nell’Anno accademico 2022/23 non hanno ancora ricevuto l’assegno. Colpa della “coperta corta” nelle dotazioni finanziarie degli Ersu siciliani, che però potrebbe allungarsi nelle prossime settimane. Parola dell’assessore regionale all’Istruzione Girolamo Turano, che ha chiesto ai quattro Enti per il diritto allo studio di “indicare le risorse necessarie per coprire il relativo fabbisogno relativamente all’Anno accademico 2022/2023”, in linea con il Def 2022-2024, che prevede un “incremento delle borse di studio annuali fino alla copertura del 100 per cento degli studenti aventi diritto”. Per la prima volta dopo molti anni, insomma, tutti gli idonei potrebbero ricevere l’assegno. Secondo l’ultimo Focus sul Diritto allo Studio Universitario pubblicato dal ministero dell’Università, nell’Anno accademico 2020/21 sono stati 23.182 gli studenti aventi diritto a borsa di studio in Sicilia, il 26,4 per cento del totale. Di essi, 21.492 hanno ricevuto il contributo, il 92,7 per cento del totale. Il dato potrebbe sembrare alto, ma in realtà è il secondo peggiore in Italia, alle spalle del Molise (82,9 per cento).

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I numeri dell’Anno accademico 2020/21

Sul piano economico, le borse erogate in Sicilia nel 2020/21 valgono oltre 33 milioni di euro, per una media di circa duemila euro a studente. Il ministero dell’Università dà conto anche della distribuzione degli assegni. I beneficiari vivono per il 32,2 per cento in sede, per il 55,1 per cento sono pendolari e per il 12,7 vivono fuori sede. Quella erogata loro è una delle cifre più basse in Italia, inferiore anche alla media delle Isole (2.550 euro per beneficiario), tanto che secondo il ministero “gli studenti frequentanti gli Istituti di Sardegna e Sicilia si trovano in una situazione svantaggiata rispetto al resto d’Italia”. Nonostante gli assegni siano più leggeri, non si riesce comunque a coprirli tutti. A differenza di quasi tutte le altre regioni italiane, che riescono a soddisfare le richieste del 100 per cento degli idonei, eccetto Veneto (95,7 per cento), provincia autonoma di Trento (98,5 per cento) e Lombardia (99,6 per cento). Eppure la cifra mancante non è enorme. Moltiplicando la spesa media per studente per gli idonei rimasti senza copertura, si può calcolare che nel 2020/2021 siano mancati all’appello circa tre milioni e 400 mila euro.

Idonei e Borse di studio agli universitari nell’A.a. 2020/2021 e relativa spesa, per regione. Dati del ministero dell’Università

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Le fonti di finanziamento (Pnrr compreso)

Malgrado i dati degli Ersu siciliani restino in coda alla classifica nazionale, le performance sono in crescita rispetto al periodo pre-pandemia. Nell’Anno accademico 2017/18 gli assegni coprivano appena il 77,5 per cento degli studenti idonei, nel 2018/19 il 78,4 per cento, nel 2019/20 il 78,5 per cento. Il calcolo dipende da diversi fattori, dal numero di istanze presentate al finanziamento disponibile, cresciuto di quasi dieci milioni di euro in pochi anni (24 milioni nel 2017/18, 33 milioni nel 2020/21). Gli Ersu, infatti, attingono i propri finanziamenti da diversi canali. Si va dalla tassa regionale per il diritto allo studio alla quota del Fondo integrativo statale (Fis) del ministero dell’Università, dai programmi Pon a eventuali risorse proprie dell’Ente. A questi, dopo la pandemia, vanno aggiunti i fondi del Pnrr, che come sottolinea Ersu Palermo “confluiscono sul Fondo integrativo statale ai fini dell’erogazione delle borse di studio aggiuntive per gli Anni accademici 2022/23 e 2023/24”. Anche per questo ci sarebbe la possibilità, dopo diversi anni, di “eliminare la figura dello studente idoneo non beneficiario”, per usare le parole dell’assessore Turano.

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La situazione nei diversi Enti regionali

Le cifre necessarie per permettere agli Ersu di saldare le pendenze non sono state ancora diffuse, ma la situazione si può inquadrare osservando gli ultimi dati. Secondo i calcoli effettuati da FocuSicilia sulla base delle ultime comunicazioni dei direttori generali di Palermo, Catania, Messina ed Enna, sono 26.904 gli studenti risultati idonei alla borsa di studio nell’anno accademico 2022/23, ma le risorse sono bastate soltanto per 19.918. La situazione varia nei diversi enti. A Palermo sono state pagate 10.046 borse di studio su un totale di 11.343 aventi diritto, a Catania 5.702 su 7.527, a Messina 3.196 su 6.834, a Enna 974 su 1.200. Gli Enti hanno fornito anche la percentuale media di copertura delle richieste, calcolata sulle matricole e sugli studenti degli altri anni di corso. A guidare in questo caso è l’Ersu di Catania, con il 94 per cento, seguito da Palermo (89 per cento), Enna (81 per cento) e Messina (ferma appena al 47 per cento). Per tutti, l’obiettivo è quello di raggiungere il 100 per cento di copertura, grazie alle risorse promesse dalla Regione. E Catania e Palermo, nelle loro comunicazioni, azzardano persino una data: 30 aprile 2023.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci (Catania, 1992), è giornalista e scrittore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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