A poche ore dagli eventi, una stringata nota del comune di Catania comunica: “Gli appuntamenti musicali previsti a cura dell’associazione Catania Jazz il 9, 10 e 11 agosto alle Ciminiere, sono stati annullati dagli organizzatori”. Nessuna altra spiegazione, per eventi che peraltro erano in programma senza ancora una lineup pubblica. Dietro non c’è solo un impedimento del momento, ma la imprevedibile situazione sanitaria internazionale: “Abbiamo annullato per l’incertezza dovuta alle nuove regole introdotte da Israele. Gli artisti in Europa per rientrare in patria da ora in avanti dovranno non solo avere il green pass ed eseguire un tampone molecolare, ma fare al rientro in patria sette giorni di quarantena”, spiega Pompeo Benincasa, fondatore e direttore artistico di Catania Jazz. Da anni punto di riferimento siciliano e italiano del settore, Benincasa ha un rapporto privilegiato con Israele dove, oltre a una folta schiera di musicisti di livello internazionale, risiede anche la star Noa, per la quale Benincasa è agente in Italia da quasi tre decenni. “Avevamo gruppi siciliani e italiani che avrebbero suonato nelle stesse sere, ma abbiamo pensato di recuperare nella seconda parte di agosto. Sperando sia possibile farlo”, afferma.
Leggi anche – Concerti lontani dal sold out “sebbene in sicurezza”. Dubbi sul green pass
Anche Noa e il suo gruppo tra gli artisti
Il programma di Summer Fest, rassegna estiva del comune di Catania, prevede al momento altre quattro date dell’associazione musicale dal 28 al 31 agosto alle Ciminiere. Tra i possibili partecipanti anche Noa, che ha già fatto tappa in Sicilia a Noto con Gil Dor e dovrebbe ritornare il 21 agosto per altre date sempre alle pendici dell’Etna. L’artista era rimasta in Europa per due settimane insieme a tecnici e musicisti, “nove persone, e non sappiamo ancora chi tra loro è dispostotronando in Italia ad accettare la quarantena”. Tra gli artisti c’è chi sta valutando di non fare rientro in Israele, “dato che per chi era ofuori da prima non si applica la regola della quarantena una sorta di sanatoria, prosegue Benincasa. Ma la situazione crea non pochi interrogativi anche su eventuali decisioni simili in Italia e non solo. Se le regole europee, davanti alla decisione di “uno stato extra Unione ma che è stato finora del tutto equiparato, con l’adozione del green pass” sono del tutto saltate, Benincasa non sa come potrebbe evolversi la situazione per il proseguimento della stagione e della prossima invernale. “Le notizie ci dicono che in Israele, paese esempio internazionale per la campagna vaccinale, la situazione sta peggiorando tanto da dover avviare una terza dose. Cosa succederà in Sicilia che si appresta, come pare, a diventare zona gialla? Ci sta arrivando un segnale anche per come andranno le cose da noi?”, si chiede.
Leggi anche – Dai dervisci all’opera, dal teatro al vino: l’estate siciliana 2021 è per tutti i gusti
Green pass, effetto positivo sulle presenze
Finora la stagione estiva, “dopo un anno e mezzo di eventi saltati”, specifica il direttore di Catania Jazz, registrava dei risultati incoraggianti. E soprattutto “dopo l’arrivo del green pass: i numeri ci dicono che gli spettacoli prima vedevano una media di 200 spettatori, il giorno dopo abbiamo avuto il tutto esaurito”. Il metro di paragone è un altro spettacolo internazionale, quello dei danzatori dervisci provenienti dalla Turchia e tenuto nell’anfiteatro di Milo giorno 7 agosto in omaggio a Franco Battiato, cioè appena ventiquattro ore dopo l’avvio delle nuove regole sulla certificazione verde. “Abbiamo avuto 800 spettatori, con solo il problema di un ritardo di mezz’ora dovuto alla verifica dei green pass e dei documenti. Per farlo abbiamo incaricato quattro ragazzi, e per fortuna non c’è più l’obbligo né di tenere registri né di registrare la temperatura. E sembra non si dovrà nemmeno più controllare i documenti, per come affermato dal governo”.
Leggi anche – Catania, nel futuro di eventi e musei un ente fiera e il biglietto unico
I dubbi sui teatri dopo le spese d’adeguamento
Quel che è certo, secondo Benincasa, “è che il green pass ha dato fiducia alle persone di poter accedere agli spettacoli, ingiustamente additati come fonte di contagio nonostante studi come quello dell’università di Oxford dimostrino il contrario”. Poco, almeno per Catania Jazz, cambierà se la Sicilia dovesse entrare in zona gialla, come gli oltre 5 mila casi degli ultimi giorni fanno ipotizzare. “Attendiamo l’ennesimo decreto il 16 agosto. Se noi potremo lavorare comunque con la capienza al 20 per cento, visto il tipo di eventi, ma non sarà lo stesso per chi gestisce grandi teatri”. Il pensiero è al teatro Abc di Catania, sede storica delle rassegne jazz etnee, “e costretto negli scorsi mesi a spendere ingenti somme per dover rinnovare gli impianti di aerazione per adeguarsi. Le norme prevedono anche una sanificazione totale dopo ogni spettacolo”. Nel frattempo però “sono cambiate le regole, e il green pass forse non potrà più bastare, esattamente come in Israele”. Una conseguenza logica degli adeguamenti e dell’uso del green pass dovrebbe essere secondo Benincasa “consentire l’accesso a capienza piena, ma sembriamo avviati a dover usare solo 200 posti su mille. Questo nella stagione invernale, che noi come molti altri abbiamo già preparato, sarà il problema principale. Su questo i gestori si batteranno a partire da settembre ottobre”, conclude il direttore di Catania Jazz.