Dal 1 luglio stop al blocco licenziamenti. “Serve la riforma degli ammortizzatori”

Sembra tutto deciso: il consiglio dei ministri è pronto a eliminare il blocco dei licenziamenti. Resterà solo per alcuni dei settori più colpito dalla crisi economica dovuta alla pandemia da Covid 19, ovvero tessile, calzaturiero e moda. Settori dai quali sono esclusi la stragrande maggioranza dei 57 mila lavoratori siciliani colpiti dalla crisi, una stima fatta da Cgil Sicilia lo scorso maggio. “L’auspicio è che tutti i settori, non solo alcuni, vengano prorogati al 31 ottobre. E in questo periodo è necessario approvare in Parlamento la riforma degli ammortizzatori sociali”, afferma Alfio Mannino, segretario regionale di Cgil, a FocuSicilia. La data del 31 ottobre “è quella indicata per la fine dell’iter parlamentare. Certo, potrebbero approvarla in estate ma non è plausibile”. Leggi anche –Approvato il decreto “Sostegni”. Alle imprese 11 miliardi, stop ai licenziamenti La decisione del governo guidato da Mario Draghi dovrà essere formalizzata con un decreto legge, previsto entro domani. Nel pomeriggio verranno convocati i vertici di sindacati e associazioni datoriali. “Se non ci saranno cambiamenti sarà un problema per alcuni dei settori più esposti, in Sicilia non crediamo che ci sia una ripresa tale dell’apparato produttivo”, prosegue Mannino. Quel che è certo è che “non ci sarà una catastrofe già dal il 1 luglio, ma tra calo consumi e calo produttivo che riguarda servizi, commercio, piccola e grande distribuzione rischiamo di averla nei prossimi mesi estivi”. Più prudente, quindi, attendere la tanto attesa razionalizzazione degli ammortizzatori,annunciata più volte anche dall’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfoe ancora ferma in Parlamento. In Sicilia preoccupa inoltre un settore trainante dell’economia, “quello petrolifero che ha già grandi sofferenze, e non è un caso che dai territori arrivino segnali d’allarme”, afferma Mannino. Leggi anche –Lavoro, formazione e G20. Le “eredità” per la ripresa dell’ex ministra Catalfo Nell’ipotesi di una conferma della decisione del consiglio dei ministri, eventuali aiuti non potranno secondo Mannino venire nemmeno dalla Regione siciliana. “Su 3 miliardi di sostegni nel bilancio 2020 non ne è stato speso nessuno. Questo ci dice che non possiamo contarci per il benessere dei lavoratori, sarebbe come affidare la borsa al ladro”. Secondo Cgil Sicilia è quindi necessaria una proroga che consenta almeno l’approvazione dei nuovi ammortizzatori. “Un quadro più chiaro della situazione lo avremo solo alla fine della stagione estiva, la ripresa anche del turismo potrebbe solo essere una bolla”, conclude Alfio Mannino.