Etna, pioggia di lapilli. Enormi danni per colture e paesi del versante est

Nuovo parossismo dell’Etna stamattina e pesantissima ricaduta di cenere e lapilli sui paesi del versante orientale del vulcano con l’aggravante della pioggia. Intorno alle otto, le fontane di lava hanno provocato una enorme nube di materiale vulcanico che è ricaduto sulla fascia orientale, soprattutto nei centri abitati di Milo, Sant’Alfio, Giarre, Mascali, fino al mare di Riposto, Fondachello e Torre Archirafi.. Enormi i disagi e i danni nelle campagne coltivate, dove ortaggi e agrumi sono stati sommersi dalla cenere e nei paesi, dove una coltre spessa anche centimetri ha coperto strade e piazze, tetti e terrazze, automobili e giardini. Impressionante la quantità di lapilli caduti su Rinazzo e Fornazzo, frazioni di Milo, dove sono stati pesati oltre undici chili per metro quadrato. In grande difficoltà i cittadini, e in allarme i sindaci, già in fase di mobilitazione dopo la pioggia di materiale lavico del 28 febbraio scorso, che aveva colpito le stesse zone. Le difficoltà dei primi cittadini sono logistiche ed economiche, in quanto sono altissimi i costi per la pulizia di strade e piazze e il relativo smaltimento della cenere vulcanica. Costi che graverebbero in modo drammatico, fino a portarli al dissesto, sui bilanci comunali già a rischio. I sindaci della fascia orientale dell’Etna hanno già annunciato una iniziativa per chiedere l’intervento della Protezione civile e della Regione, anche perché nessuno è in grado di prevedere quanto durerà ancora questa fase parossistica dell’Etna.