Doveva essere l’anno della rinascita dopo due stagioni di stop dovute alla pandemia, ma anche la nuova edizione dell’Ottobrata zafferanese sta facendo i conti con i rincari. La storica manifestazione agroalimentare alle pendici dell’Etna fondata nel 1978 e che come suggerisce il nome si svolge nel mese di ottobre, quest’anno costa di più del solito, ma i benefici per il territorio e la sua economia rimangono. “Prima del Covid organizzare la sagra costava tra i 60 e i 70 mila euro, quest’anno siamo tra i 120 e 130 mila”, spiega a FocuSicilia Andrea Barbagallo, presidente del comitato organizzatore. “Le spese sono raddoppiate, ma per fortuna la partecipazione del pubblico è stata massiccia e il territorio ne sta beneficiando”. Alle prime due domeniche dell’Ottobrata hanno partecipato “circa 45 mila persone, da tutta Italia e anche dall’estero”, con un ritorno economico di “circa due milioni di euro” per la città di Zafferana e tutto il circondario etneo. “Numeri importanti, malgrado la congiuntura economica aggravata dalla guerra in Ucraina”, aggiunge Barbagallo.
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Le tariffe per gli espositori
Quest’anno alla manifestazione hanno partecipato circa 200 espositori, per la maggior parte piccole e medie aziende del territorio. “Si tratta perlopiù di produttori agricoli locali, ma ci sono anche imprese artigianali e della manifattura”, spiega il presiedente del comitato organizzatore. Per quest’anno, di concerto con l’Amministrazione comunale, si è deciso di non aumentare i prezzi per gli espositori. “Malgrado il raddoppio dei costi, abbiamo deciso di lasciare invariate le tariffe rispetto al 2019, prevedendo anche degli sconti”. Uno stand infatti può costare “dai 500 ai 4.500 euro, a seconda della posizione”, ma per chi fa impresa a Zafferana è stato deciso “uno sconto del 40 per cento, offrendo gli spazi più prestigiosi per soli 2.700 euro”. Con questi numeri, il comitato prevede di riuscire a malapena a coprire le spese di gestione. “Non è stato facile organizzare la manifestazione, ma dopo due anni di ferma causati dal Covid dovevamo ripartire a ogni costo, per dare un po’ di speranza alla nostra comunità”, dice Barbagallo.
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L’impatto economico sul territorio
Come da tradizione, l’Ottobrata si svolge nel corso delle domeniche del mese. Il pubblico, dopo un inizio in sordina, sta crescendo. “La prima domenica stimiamo di aver avuto circa 15 mila persone, mentre la seconda siamo arrivati a 30 mila, nonostante la minaccia di pioggia del pomeriggio”, spiega Barbagallo. L’auspicio degli organizzatori “è di mantenere questo trend nelle prossime tre domeniche, per chiudere la manifestazione “con un numero di partecipanti vicino a centomila”. Gli effetti sull’economia del territorio, aggiunge il presidente del Comitato, sono ben visibili. “I circa mille posti letto di cui dispone Zafferana sono pieni, molte persone hanno alloggiato nei paesi vicini”. Il segno di una manifestazione “importante per tutto l’hinterland etneo”, non solo per le attività ricettive “ma anche per il settore della ristorazione, per il commercio e il terzo settore”. Proprio quelli maggiormente danneggiati dalla crisi economica scaturita dalla pandemia e dai rincari degli ultimi mesi, per i quali l’Ottobrata “rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno”.
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Il programma della manifestazione
La manifestazione segue un percorso tematico, dedicando ogni domenica a un prodotto tipico dell’Etna. Dopo le prime due giornate dedicate all’uva e al miele, le prossime tappe della sagra saranno dedicate alle mele dell’Etna (16 ottobre), ai funghi (23 ottobre), alle castagne e al vino (30 ottobre). “Come prima della pandemia torneranno gli show culinari, e come sempre saranno garantiti i servizi per i più piccoli con un’apposita area per le famiglie”, sottolinea Barbagallo. Accanto alla parte gastronomica, il comitato ha previsto un calendario di escursioni, eventi culturali e spettacoli. “Non era scontato, perché con i rincari di energia e materiali anche la costruzione di un palco diventa un’operazione complessa”, precisa il presidente del Comitato. L’auspicio è che il prossimo anno la situazione possa cambiare, per organizzare l’evento con maggiore serenità. “Zafferana e tutto il territorio etneo non possono rinunciare a questo volano economico”, conclude Barbagallo.