“Nessuna conciliazione“. Questa la posizione unitaria dei sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc nella vertenza che riguarda i 263 lavoratori ex Almaviva della commessa “Trenitalia” nelle città di Palermo, Milano e Napoli per il loro passaggio alla nuova società gestrice del servizio clienti a Comdata. La proposta della nuova società è quella di applicare sì le clausule di salvaguardia, ma riassumendo i lavoratori part-time, con una decurtazione oraria del 50 per cento. L’alternativa proposta sono i licenziamento precisamente “esuberi del 35 per cento del personale“, spiega a FocuSicilia Emiliano Cammarata, membro della segreteria di Palermo di Slc Cgil. “Dalle nostre informazioni questa necessità dei licenziamenti non risulta, non è giusta”, spiega il sindacalista. Da qui il rifiuto, unitario, di dare mandato ai conciliatori sindacati di firmare l’accordo per chiudere eventuali pretese con Comdata sul pregresso rapporto riguardante i lavoratori e la gestione Almaviva.
Nessun accordo tra sindacati e azienda
La vertenza va avanti da mesi e i lavoratori, che vantano anzianità di servizio anche superiori ai 20 anni, sono attualmente in sciopero dal 17 giugno, mentre il 20 giugno è anche avvenuto un sit-in di protesta alla stazione centrale di Palermo. Lo scorso 23 giugno è stato il momento di un incontro “informale” con Chiara Cherubini dirigente della III sezione dedicata a “Crisi di impresa e riqualificazione del territorio” del Mimit, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (precedentemente noto come Mise, ovvero Ministero per lo Sviluppo economico), ma l’incontro, definito dai sindacati “puramente interlocutorio“, non ha chiarito la situazione. “Normalmente – spiega ancora il sindacalista Cammarata -la conciliazione avviene dopo un un accordo tra le parti, il processo è concordato tra azienda e organizzazioni sindacali”. Nel caso dei lavoratori Almaviva, la maggioranza dei quali, 190, lavora proprio nella sede palermitana, “non è stato fatto nessun accordo, l’azienda è andata a proporre le conciliazioni in modo unilaterale, e noi come organizzazioni ci siamo rifiutati di firmare”.
Molti lavoratori hanno già firmati i contratti a orario ridotto
Nonostante la mancanza di un accordo di conciliazione firmato dai sindacati, “molti lavoratori stanno già firmando con scritture private i nuovi contratti di lavoro a orario ridotto, qualcosa che comprendiamo quando c’è di mezzo la possibilità di perdita del posto”, spiega Cammarata di Slc Cgil Palermo. Nel frattempo “noi siamo convinti che il ministero debba subito convocate noi, il committente Trenitalia e Comdata, la nuova azienda, per capire se l’esubero del 35 per cento è giusto. Ad oggi l’unico dato certo è che con uno sciopero del 100 per cento del personale non gestisce la commessa”. Il tema è stato anche oggetto di una interrogazione parlamentare da parte del segretario del Partito Democratico siciliano, il deputato nazionale Anthony Barbagallo, che ha depositato ieri la richiesta di chiarimento rivolta al ministro delle imprese e del Made in Italy nonché e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali “per valutare una proroga o un invito al ripensamento da parte delle aziende coinvolte”. “Di certo – conclude il sindacalista Cammarata – vedremo nei prossimi giorni cosa fare, comprese nuove azioni di protesta“.