Dal 2016 a oggi, gli avvisi per la formazione della Regione siciliana sono costati oltre 200 milioni di euro. I risultati in termini di occupazione, però, sono stati modesti. L’esempio più famoso è quello dell’Avviso 22, pubblicato nel 2018 per finanziare “tirocini extracurricolari per giovani disoccupati, inattivi o neet”. La misura è costata circa 30 milioni di euro, ma appena 160 dei 1.600 partecipanti hanno trovato un impiego dopo il percorso formativo. Inoltre, secondo il comitato degli ex tirocinanti, “su 1.741 tirocini attivati, solo 1.400 sono stati pagati, quasi sempre con larghi ritardi”. Diverse centinaia di lavoratori, insomma, non hanno ancora ricevuto le indennità dovute. Una situazione che secondo gli addetti ai lavori ha molteplici cause. “C’è un problema di tessuto produttivo, ristretto e poco propenso a cogliere l’importanza dei tirocini, se non in chiave di manodopera a costo zero”, spiega Michele Vivaldi, responsabile regionale della formazione di Cgil Sicilia. Le criticità, secondo il dirigente sindacale, non finiscono qui. “Gli avvisi spesso sono scritti male, inoltre i controlli e le verifiche si sono dimostrate carenti da diversi punti di vista”.
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Breve storia della formazione regionale
Eppure le risorse destinate alla formazione negli ultimi anni, come detto, sono state molto consistenti. Nel 2016, sotto il governo di centrosinistra di Rosario Crocetta, viene pubblicato l’Avviso 8 destinato alla formazione dei “disoccupati di lunga durata”. L’importo stanziato è di 136 milioni di euro, finanziati attraverso il Fondo sociale europeo (Fse). Nel 2017 è il turno dell’Avviso 18 dedicato alle “persone con disabilità“. Il costo per la Regione è di 8,4 milioni, finanziati ancora attraverso il Fse. Nel 2018, sotto il governo di centrodestra di Nello Musumeci, oltre al celebre Avviso 22 arriva anche l’Avviso 19, per la formazione di “persone con disabilità e vulnerabilità sociale”. L’importo stanziato è di 22 milioni di euro, e la fonte di finanziamento è sempre il Fondo sociale europeo. Nel 2019 viene pubblicato l’Avviso 33, per la formazione di “dipendenti a termine, autonomi e titolari di microimprese”. L’avviso è stato “posticipato” al 2023, sotto il governo Schifani, e lo stanziamento supera di poco i sei milioni di euro, finanziati come di consueto dal Fse.
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Da Garanzia giovani all’occasione del Pnrr
Il Fondo sociale europeo è tra le maggiori fonti di finanziamento della formazione regionale, ma non l’unica. Un esempio è la misura Garanzia Giovani, varata nel 2020, che ha offerto “programmi, iniziative, servizi informativi, percorsi personalizzati, incentivi” ai giovani tra i 18 e i 35 anni. La cifra complessiva assegnata alla Regione è di oltre 205 milioni di euro, finanziati attraverso il Pon Iog, Programma operativo nazionale Iniziativa occupazione giovani dell’Unione europea, e una quota parte è stata assegnata proprio ai tirocini professionali. Sul territorio le risorse sono state gestite da Anpal, Agenzia nazionale politiche attive del lavoro. Un capitolo a parte merita il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che assegna all’Italia circa 200 miliardi di euro da destinare – tra le altre cose – anche alla formazione. Una costola del Pnrr infatti è il programma Gol, Garanzia di occupabilità dei lavoratori, il cui iter è partito lo scorso anno. Il programma prevede, tra le altre cose, tirocini per “disoccupati, inoccupati, neet”. Il finanziamento per la Sicilia è ancora in fase di definizione, in attesa della platea definitiva dei possibili beneficiari.
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Lauria: “Centinaia di tirocini non pagati”
Le risorse, insomma, non mancherebbero, ma è sulla “messa a terra” che sorgono i problemi. Tornando all’avviso 22, Nidil Cgi fa notare “il bassissimo tasso di trasformazione dei tirocini in rapporti di lavoro, meno del 10 per cento dei tirocini attivati”. Oltre al danno c’è la beffa dei ritardi nei pagamenti delle indennità. A inizio anno l’assessore regionale al Lavoro Nuccia Albano aveva promesso una rapida soluzione del problema, sottolineando come in alcuni casi vi fossero “carenze di documentazione” ma assicurando che da parte della Regione non vi fosse “nessuna volontà di penalizzare i tirocinanti e le imprese”. Da allora le cose non sembrano cambiate molto, denuncia l’associazione degli ex tirocinanti, guidata da Oreste Lauria. “Ancora oggi rimangono 412 persone in attesa di ricevere il dovuto pagamento. Di queste, un centinaio già sono state pagate con alcuni bimestri, ma 300, dopo tre anni e mezzo, sono rimaste senza alcun pagamento”, denuncia il portavoce. Quanto al problema della documentazione, si tratterebbe di una scusa. “Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale, con 207 tirocinanti con pratiche idonee per i quali purtroppo non viene emesso il decreto di pagamento”, conclude Lauria.