“Al Pronto Soccorso di Caltagirone i vertici aziendali sembra abbiano escogitato una soluzione del tutto ‘originale’. Non potendo più fare ricorso ai cosiddetti medici gettonisti e neppure a medici cubani o argentini, vengono ‘deportati’ medici da altri Reparti ma con l’incombenza di dover espletare, allo stesso tempo, sia il turno in Pronto Soccorso che quello in Reparto”. Lo dichiara in una dura nota, il segretario regionale CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) Giuseppe Bonsignore.
Il “medico ubiquitario doppionista”
Secondo Bonsignore si tratta di una “fantasiosa soluzione escogitata dal Direttore Medico di Presidio facente funzione, Dr.ssa Giacoma Di Martino”, ovvero “quella di sdoppiare le truppe residue. Si parla ora della figura del medico ubiquitario che da reperibile si ritroverà invece a dover garantire la presenza fisica sia in Pronto Soccorso che, contemporaneamente, rispondere alla chiamata in Medicina Interna qualora ce ne fosse bisogno, sempre che abbia il tempo per farlo e non sia nel frattempo impegnato ad assistere un paziente con l’infarto o altra patologia di emergenza. In quel caso, amen. Ecco la soluzione più semplice, il medico doppionista!”, Afferma.
Possibili contenziosi dopo le denunce dei medici
“A parte la triste ed inevitabile ironia – aggiunge il dirigente sindacale – la nostra segnalazione non è mirata a difendere i pur legittimi interessi dei medici che si vedono sbattuti a destra a sinistra con ordini di servizio emanati oggi per domani; il problema vero è che con queste decisioni che hanno il sapore amaro dell’improvvisazione e dello scaricabarile si finisce col mettere a rischio la sicurezza delle cure, la salute e la vita stessa dei malcapitati pazienti dell’ospedale di Caltagirone. A fronte delle inevitabili polemiche sollevate perfino da qualche Direttore delle Unità Operative coinvolte da tale sconsiderato provvedimento – sottolinea Bonsignore – il Direttore Medico di Presidio rilancia e con una nota indirizzata a una serie di Primari e Capi Dipartimento e, solo per conoscenza, ai vertici aziendali, minaccia addirittura denunce qualora non venisse rispettato quest’ultimo diktat. Siamo ormai arrivati alla tragicommedia e nessuno dei soggetti che dovrebbero almeno provare a risolvere un problema tanto grave ha finora dato qualche segno vitale, né il Commissario Straordinario dell’ASP di Catania, né il suo Direttore Sanitario né, tantomeno, i vertici dell’Assessorato Regionale della Salute. Dietro l’angolo – conclude Bonsignore – ci sono l’interruzione di pubblico servizio e la mancata continuità assistenziale, nella speranza che non succeda qualcosa di più grave e che, come spesso accaduto in passato, dove non arrivano i manager e la politica giunge alla fine la Magistratura quando è ormai troppo tardi” ,conclude il dirigente sindacale di CIMO.