“A chi serve tutta questa fretta di accorpare Sidra e Catania Retegas, le due più importanti partecipate del Comune di Catania? Non sarebbe più giusto confrontarsi in modo più approfondito e ‘politicamente neutro’ sulla legislazione vigente che prevede per la ‘mission’ di ciascuna delle due partecipate un diverso percorso? E non ritiene opportuno il commissario del Comune Piero Mattei, anche nella sua qualità di commissario della Città Metropolitana, dare seguito alla nostra richiesta di incontro, per comprendere quali strategie gli enti da lui amministrati intendono adottare su temi caldi quali la gestione del settore idrico integrato e di quello energetico che tante ripercussioni ha sulla vita e sulle economie familiari dei lavoratori e degli utenti catanesi?”. A chiederselo sono Maurizio Attanasio e Giuseppe Coco, segretari generali rispettivamente della Cisl provinciale e della Femca Cisl di Catania, alla vigilia della seduta di consiglio comunale che si terrà domani (giovedì), nel cui ordine del giorno la fusione dovrebbe essere uno dei punti più scottanti.
Tutelare gli interessi dei lavoratori e dei cittadini-utenti
“Quello della fusione delle società partecipate comunali Sidra e Catania Retegas – affermano Attanasio e Coco – è un tema di cui si torna a parlare in modo unilaterale, predominante e con incomprensibile insistenza. Ora dovrebbe essere uno dei punti più importanti all’ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale. La vicenda crea non poche preoccupazioni tra i lavoratori delle due aziende pubbliche. “Come sindacato – aggiungono – siamo preoccupati che qualcuno, preso dalla frenesia della campagna elettorale, possa minimamente immaginare che un atto così importante e strategico per il futuro della gestione delle acque e del gas cittadino, possa diventare motivo di interesse politico, slegato da quello legittimo dei lavoratori e dei cittadini-utenti dei servizi”. Secondo Attanasio e Coco, “in mancanza di un confronto pubblico tra tutti gli attori interessati e le confederazioni sindacali, che ad oggi non c’è stato, l’impressione è che anziché definire il percorso tracciato e previsto dalla legislazione (vedi Dlgs 152/2006), si voglia a tutti i costi incorporare la partecipata che gestisce il gas cittadino alla Sidra, tralasciando l’unicità della mission degli acquedotti che ha quest’ultima”. La legge prevede, infatti, la costituzione del gestore unico dell’acqua, che aggreghi tutti gli acquedotti pubblici e privati della provincia di Catania in un unico soggetto, per meglio gestire un settore di primaria importanza per la vita, al quale sono destinati ingenti fondi per investimenti sulle reti di distribuzione, la fognatura e la depurazione.
Senza gestore unico, a rischio i fondi del Pnrr
“Inoltre, se nel 2018, nell’ambito del piano di rientro dal dissesto, la decisione di razionalizzare il sistema delle partecipate rappresentava una finalità strategica per il Comune di Catania – argomentano i due dirigenti della Cisl etnea – le mutate condizioni economiche nazionali e locali e dello stato di emergenza in campo energetico che la comunità sta affrontando con grandi difficoltà, rendono ancora più opportuno procedere con estrema prudenza per evitare il rischio concreto di un aggravio delle condizioni economiche e finanziarie delle aziende partecipate e conseguentemente dell’ente Comune di Catania. Oltretutto – avvertono Attanasio e Coco – il ritardo che si sta creando nell’avviare il gestore unico dell’acqua rischia di mettere in pericolo i fondi del Pnrr destinati al settore nel territorio di Catania e provincia. Ricordiamo che senza gestore unico non si può accedere ai fondi. Mentre nei grandi comuni del Centro-nord, hanno trasformato le aziende municipalizzate, facendole diventare imprese industriali di dimensioni importanti, in Sicilia continua a rimanere tutto fermo, facendo in modo di allungare le distanze anziché accorciarle, rischiando di far svanire milioni di euro per investimenti e perdere ogni occasione utile per creare occupazione e valore per le imprese del territorio”.