Classe 1964 l’uno, 1970 l’altro. Sono rispettivamente Paolo Magnano e Giorgio Grasso. Manager, consulente aziendale e startupper seriale il primo, docente di Informatica all’Università di Messina e promotore di numerose collaborazioni tra ricerca e industria il secondo. In SmartBug, una start up innovativa che ha appena lanciato un rivoluzionario prodotto di home intelligence, sono rispettivamente CMO e CTO ed entrambi nell’Advisory Board.
Come vi è venuta in mente l’idea di SmartBug?
Giorgio Grasso: “SmartBug è nato all’interno della società NoviaCom che ha avuto l’idea iniziale, ne ha sviluppato la tecnologia, la prima sperimentazione e ha poi favorito la creazione di uno specifico spin off per andare sul mercato dei sistemi di home intelligence”.
Paolo Magnano: “Giuseppe Brancatelli, uno che davvero ha fatto la storia delle startup catanesi, mi ha presentato Giorgio e il suo progetto di SmartBug. Abbiamo lavorato ad un piano industriale molto dettagliato; l’abbiamo presentato al mondo finanziario, devo dire con ottimi risultati e spesso anche inaspettati”
In parole semplici, spiegate alla nonna in cosa consiste SmartBug
“Magari alla nonna non glielo spieghiamo ma ai nipoti sì”, dice Paolo. “SmartBug può fare molte cose sul settore dell “aided living” dove stiamo avviando sperimentazioni in ambiente healthcare e sulla possibilità dell’assistenza domestica all’anziano. SmartBug è un vero e proprio ecosistema di intelligenza domestica. Il suo nome prende spunto dal concetto entomologico di insetto intelligente”
I dettagli più tecnici li fornisce Giorgio. “SmartBug funziona come un normale interruttore, si sostituisce ad esso apportando delle funzioni touch; si nasconde dentro le mura di casa e crea un ambiente intelligente che l’utente potrà personalizzare a suo piacere. Un’infrastruttura facile da usare che rimpiazza fisicamente gli interruttori di casa prestando attenzione ad abitudini già esistenti (on/off) ma al contempo aggiungendo capacità intelligenti e illimitate a tutti gli elettrodomestici e dispositivi di casa”.
Ma non ci sono altri competitor in giro, magari quelli dell’elettronica che stanno investendo nella domotica?
Magnano: “Il nostro device è dotato di innumerevoli funzionalità, però immagina SmartBug come una tecnologia abilitante ed innovativa che funziona attraverso un device diffuso che scompare all’interno di qualsiasi tipologia di abitazione e il cui beneficio dipende da un’attività intangibile piuttosto che da un bene materiale visibile e fisicamente utilizzabile. A differenza di ciò che c’è già sul mercato, non è necessaria la presenza di un elemento centrale (HUB) come piattaforma in grado di orchestrare i diversi dispositivi, che nel nostro sistema operano di concerto per implementare scenari complessi”.

Da chi è formato il team dei fondatori?
Grasso: “La startup è stata registrata nell’ultimo quarto del 2019. Il nostro CEO è Maria D’Olica, con oltre 20 anni di esperienza nella gestione di progetti di finanza agevolata e sviluppo del business. I founders sono io Giorgio Grasso e Paolo Li Pera, quest’ultimo HW Design e responsabile per la progettazione elettronica e lo sviluppo hardware. Nel team c’è Antonino Distefano esperto nello sviluppo di software e firmware per microcontrollori e SoC. C’è pure Alessandro Vitale con una vasta esperienza nella progettazione di software, con un focus specifico sullo sviluppo di applicazioni web e mobile. Nel 2020 i soci fondatori di SmartBug hanno aperto parte del capitale sociale all’ingresso di un gruppo di business angel ed investitori individuali”.
Giorgio Grasso di cosa si occuperà? Essendo docente a Messina, perché non ha pensato di fare una spin off dell’Ateneo?
“Giorgio è la mente dietro alla nascita di SmartBug”, puntualizza Paolo Magnano. “Ne ha concepito l’intero ecosistema ed ha inseguito una idea visionaria per ridefinire il concetto di building automation dalle sue fondamenta. In SmartBug è socio, ma anche coordinatore degli aspetti scientifici e tecnologici. La natura di SmartBug, orientata al mercato di massa ed alla produzione industriale, poco si sposa con il concetto di spin-off universitario, ma Giorgio ha apportato le sue competenze tecnico-scientifiche e conta sul supporto di diversi laboratori universitari, compreso quello che dirige a Messina, di Neuro-Informatica e Scienze Cognitive”.
Precisa ancora meglio lo stesso prof. Grasso. “SmartBug è un progetto complesso e fortemente innovativo che richiede una vasta gamma di abilità. Le persone coinvolte hanno portato fin dall’inizio nell’iniziativa un’esperienza straordinaria in tutte le questioni tecniche, che vanno dalla ricerca e sviluppo, all’elettronica e alla progettazione meccanica, allo sviluppo di software e firmware”.
E Paolo Magnano? Come si sente nella veste di serial startupper?
“Ufficialmente sono alla terza, praticamente in ogni azienda in cui ho vissuto c’è stato qualche motivo per definirla startup. Mi sento bene perché è questo il momento in cui definire il valore dell’azienda ed è arte pura. Dipende solo da quanto credi al tuo business plan e quanto puoi trasmettere di questo valore a chi ti ascolta. Per rendere vincente una nuova impresa devi valutare le qualità manageriali del team (rischio di esecuzione), la proposta di valore (rischio prodotto), lo state dell’arte del prototipo (rischio tecnologico), le relazioni che si riescono a mettere in campo (rischio mercato e rischio competitivo) e poi pensare a cosa sarà il prodotto già lanciato (rischio finanziario o di produzione)”.
Perchè avete deciso di lanciare la vostra startup su Kickstarter?
Paolo Magnano: “KickStarter è un luogo dove vengono lanciate le buone idee che devono trovare credibilità e finanza; SmartBug in effetti è nata con una buona dotazione di tutto questo. Nonostante ciò, abbiamo comunque deciso di metterci in gioco perché comunque si tratta di una piattaforma internazionale di early adopters e ci interessava ricevere un sentiment sulla qualità del nostro prodotto prima di raggiungere il mercato fisico. In termini di marketing stiamo affrontando un’esperienza straordinaria che sarà bello raccontare”.
Della produzione del dispositivo vi occuperete voi direttamente o svolgerete questa attività in outsourcing?
Giorgio Grasso: “Ci siamo configurati come una “fabless company”. SmartBug è un’azienda che progetta, sviluppa e commercializza tecnologia ma non possiede la produzione occupandosi delle fasi di ricerca e sviluppo, ingegnerizzazione. Tale strategia demanda quasi interamente la produzione in outsourcing a contract-manufacturer selezionati di volta in volta, così da potersi sgravare di tutti gli elevati costi fissi legati sia all’utilizzo di una fabbrica produttiva, sia al suo necessario e periodico rimodernamento per implementare nuove tecnologie di produzione dei PCB”
Come funzionerà il progetto su Kickstarter?
Paolo Magnano: “Noi stiamo usando il “reward-based”, un tipo di crowdfunding in cui si riceve una ricompensa sulla base dell’importo che si è investito nella campagna che si sostiene e che, in genere, coincide con un prodotto o un servizio. In questo caso, spesso la ricompensa diventa una pre-vendita e, dunque, si parla di pre-selling crowdfunding. In genere, una campagna reward permette anche di capire se c’è una domanda per il proprio bene”.
Il dispositivo sarà venduto su Amazon? Cosa ha convinto il colosso di Jeff Bezos a considerare la vostra proposta?
È ancora Paolo Magnano a rispondere: “Ci siamo imbattuti nella European Call di “Amazon Launchpad Innovation Awards” riservata alle startup più promettenti. Nonostante fossimo al limite di scadenza e non avessimo il prodotto già sul mercato come richiesto, abbiamo scelto di partecipare in ogni caso compilando il form. Il lavoro vero però inizia ora e sarà durissima”.
La vostra società vale 3,5 milioni di euro ancor prima di partire. Come è stato determinato questo valore?
La risposta è d’obbligo per Paolo Magnano: “Qui servono i ferri del mestiere! In Italia troppi BP vengono scritti per accedere a forme varie di finanza agevolata, mentre sono pochi i momenti in cui un’impresa si presenta al mercato dei venture capitalist. In SmartBug abbiamo utilizzato i modelli che provengono dalle esperienze della Silicon Valley e tra mezzi propri, know-how e investimenti sulla proprietà intellettuale e brevettuale, siamo riusciti a ricevere dal sistema bancario ciò che ci occorreva considerando un valore coerente che potesse andare beneficio di entrambe le parti in gioco: startupper e investitori”.
I sogni appartengono ai coraggiosi, per tutti gli altri ci sono solo i cassetti. I vostri sogni quali sono? E sono legati anche a SmartBug?
Risponde Giorgio Grasso: “Oggi il nostro impegno è quello di fare un’azienda dinamica, altamente competente e caratterizzata da un forte grado di innovazione e abbiamo l’ambizione di diventare protagonisti sul mercato della casa intelligente e sviluppare tutto un nuovo mondo di applicazioni verticali orientate ad un mercato business”.
Paolo Magnano: “Il team di SmartBug si è posto l’obiettivo ripensare i dispositivi intelligenti in termini di interazione con gli utenti, piuttosto che in relazione alla tecnologia disponibile. Di questo ci piace parlare e magari sognando puoi farlo”