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Incendi boschivi: vigili del fuoco ‘sdoppiati’ e Regione che non paga

Le squadre aggiuntive composte con chi dovrebbe riposare. Barbagallo (Usb): "Accordo-farsa". Mancano 280 unità, personale non rimpiazzato dopo pensionamenti e progressioni. Agliozzo e Amato (Cgil) sottolineano: età media superiore a 50 anni, contratto scaduto

Partirà l’uno giugno la nuova stagione dell’antincendio boschivo e la Regione Siciliana ha rinnovato pochi giorni fa la convenzione da due milioni di euro con i Vigili del fuoco, che saranno a disposizione con 13 squadre specifiche dislocate in siti a rischio, oltre a operare nella sala operativa unificata, insieme a Corpo forestale della Regione e Protezione civile regionale. Tuttavia, secondo gli stessi operatori coinvolti nel servizio, ci sarebbero diverse criticità legate alla carenza di personale e ai compensi arretrati della scorsa campagna antincendio, quella del 2022, che non sarebbero stati ancora corrisposti dalla Regione. Inoltre, le unità destinate al servizio estivo non vedrebbero coinvolti nuovi uomini, ma gli stessi già impegnati: si tratterebbe, insomma, di un carico di lavoro aggiuntivo che incide sui turni di riposo.

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Squadre “aggiuntive”: stessi vigili e più turni di servizio

“Le squadre aggiuntive per l’antincendio estivo – spiega Giusto Amato, coordinatore dei Vigili del Fuoco per la Cgil Funzione pubblica Sicilia – funzionano praticamente così: viene impiegato il personale, nei giorni liberi, per operare nei presidi, facendo turni in più rispetto a quelli previsti. Sono sempre le stesse persone che girano e diventa pesante, perché per tre mesi, così facendo, si lavora quasi tutti i giorni. Il lavoro aumenta a dismisura e non bisogna dimenticare che l’età media è superiore ai 50 anni”. Le squadre, solitamente composte da cinque unità, ruotano su due turni: dalle 8 alle 20 e dalle 20 alle 8. Dopo un turno di servizio seguono turni di riposo, ma dovendo coprire anche le esigenze dell’antincendio boschivo, il riposo si riduce. Lo conferma anche Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale del sindacato Usb Vigili del fuoco: “Siamo gli stessi uomini, richiamati in straordinario, cioè copriamo altri turni mentre dovremmo essere liberi. L’accordo con la Regione, infatti, non sopperisce alle carenze di organico che abbiamo”.

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Carenza di organico: mancano 280 uomini

Nelle 62 sedi operative permanenti dei Vigili del fuoco della Sicilia operano poco più di 2.900 tra capi squadra, capi reparto e vigili. La dotazione teorica del Corpo in Sicilia prevede invece 3.184 uomini, quindi ne mancano all’appello quasi 280. “Ci sono stati parecchi pensionamenti – prosegue Amato – e siamo sotto organico a livello nazionale di circa il dieci per cento. Non riusciamo a recuperare la carenza con le assunzioni, malgrado ci siano graduatorie aperte dalle quali si attinge”. L’ultimo concorso risale a febbraio 2021, mentre a giugno partirà l’ultimo corso di formazione legato al concorso del 2016. Ci sono però anche altri meccanismi da considerare. “Col passaggio di qualifica da vigile a caposquadra – prosegue Amato – si viene destinati in un altro comando o in un’altra regione. Così diminuisce l’organico nel territorio. L’arrivo di nuovo personale alla fine dei corsi avviene ogni sette o otto mesi. Inoltre, c’è una forte carenza nel settore amministrativo e nei dirigenti. Poi c’è personale che non può fare le ‘partenze’ (cioè le uscite delle squadre per i servizi operativi), per via dell’art. 234 del decreto 127 /2015, che assegna mansioni specifiche per certe patologie riconosciute dall’ospedale militare. È il personale ‘semi-operativo’ che lavora ad esempio al centralino o in magazzino e in Sicilia è molto più alto rispetto al resto d’Italia”, sottolinea Amato.

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Contratti scaduti, il problema è nazionale

“In Sicilia mancano quasi 300 uomini – osserva Gaetano Agliozzo, segretario generale Cgil Funzione pubblica Sicilia – e ne verranno meno per le progressioni di carriera, ma il tema è anche nazionale: nel Documento di economia e finanza del Governo statale non figurano risorse tali da prevedere nuove assunzioni” di vigili del fuoco. “Il personale andato in pensione non è stato rimpiazzato e le carenze di uomini e mezzi si riscontrano soprattutto nelle città metropolitane, perché hanno il territorio più ampio. C’è una sottovalutazione da parte del governo nazionale e non sono previste nemmeno risorse per ragionare sui contratti ormai scaduti nel 2021”, aggiunge il sindacalista. Si tratta di criticità che possono incidere in qualche modo sulla tempestività dei soccorsi, perché quando le squadre non bastano a coprire le richieste, si rischia di arrivare in ritardo.

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Il supporto dei vigili del fuoco volontari

Nelle aree più distanti dai presidi permanenti dei Vigili del fuoco, esistono dei distaccamenti con vigili cosiddetti ‘volontari’, discontinui, con formazione specifica ed esperienza sul campo ma che operano a supporto in caso di necessità ed emergenze. I distaccamenti volontari vengono attivati su richiesta dei Comuni, che mettono a disposizione le sedi e provvedono alle utenze e alla logistica, mentre la formazione la fa il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, che fornisce anche vestiario e attrezzature. Ci sono circa venti distaccamenti in Sicilia con vigili volontari, che “rientrano nel dispositivo di soccorso – spiega Amato – ma devono essere supportati dai vigili permanenti”. Si torna così al punto di partenza: non si può fare a meno di una buona dotazione di vigili del fuoco effettivi.

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La Regione “non ha pagato la campagna 2022”

“Il nostro è un lavoro di attesa”, spiega ancora Barbagallo “ma all’improvviso può succedere l’imprevedibile, come ad esempio un’ondata di calore che richiede tantissimi interventi. Siamo sempre pronti, ma siamo sempre meno, con mezzi non adeguati e rischiamo di farci male quotidianamente, perché ci dobbiamo sdoppiare”. Il supporto alla Regione per l’antincendio boschivo diventa un’onere aggiuntivo e pesa apprendere dai rappresentanti dei vigili del fuoco che proprio la Regione “non ha pagato ancora la campagna del 2022 – evidenzia Agliozzo – e a fronte di un impegno non indifferente i vigili non hanno ancora ricevuto quanto spetta loro”. È il motivo per cui Barbagallo definisce la convenzione “un accordo-farsa, perché i soldi ce li fanno vedere da lontano. Spesso e volentieri mettiamo soldi di tasca nostra per i buoni pasto e siamo in arretrato di circa sette o otto mesi. Noi rischiamo ogni giorno veramente tanto e siamo poco tutelati, ma siamo sempre presenti e in prima linea”, conclude l’esponente dell’Usb, che proprio su questi temi manifesterà venerdì 26 maggio davanti alla prefettura di Catania.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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