Incendio all’aeroporto, “e ora chi paga?”. Il “ragionamento” sui danni di Cna

“Su chi pesano i danni dell’incendio all’aeroporto di Catania?“. Se lo chiedeCna Catania, che a poco più di 24 ore dal rogo che sta causando pesanti rallentamenti e difficoltà con decine di voli cancellati e dirottati su altri scali, conpesanti conseguenze economiche non solo per i passeggeri, ma anche per le imprese. “Non riteniamo opportuno per il momento entrare nel merito delle cause che hanno determinato il rogo che la notte fra il 16 e il 17 luglio ha danneggiato una parte dello scalo aereo di Catania. Altri ben più competenti di noi stanno verificando questo importantissimo aspetto della vicenda e confidiamo nell’accertamento sia dei motivi tecnici di quanto accaduto, sia delle eventuali responsabilità. Non sarebbe dovuto accadere, ma è accaduto.Ringraziamo il Caso che nessuno sia rimasto ferito o peggio“, scrivonoFloriana Franceschini e Andrea Milazzo, rispettivamente presidente e segretario dellaCna di Catania. L’associazione di categoria propone quindi “un ragionamento ad alta voce” su una precisa questione: i danni materiali dell’incendio e chi se ne dovrà caricare l’onere. “Parliamo innanzitutto – proseguono Franceschini e Milazzo – dimigliaia e migliaia di cittadini privatiche hanno dovutosobbarcarsi i disagi e i costi di voli cancellati, voli dirottati, partenze spostate anche di centinaia di chilometri, arrivi lontani da dove si era scelto di atterrare. Unpiccolo dramma per le famiglie, con spese improvvise non marginali proprio nel bel mezzo dell’estate”, spiegano. Al centro del “ragionamento” ci sono però leimprese. Secondo Franceschini e Milazzo che queste siano “piccole e meno piccole, medie e grandi, hannosubito ritardi e stop di varia natura alle loro attività. Consegne non effettuate, spedizioni in ritardo, materie prime da ricevere e lavorare non ricevute, appuntamenti non rispettati, occasioni di business sprecate, disdette. A esempio, è stata colpita tutta lafiliera del turismo: aziende di trasporti, ncc, bus, taxi, ricettività (hotel, case vacanza, b&b), servizi turistici, ristorazione, agenzie di viaggio, balneari. Una associazione di consumatori ha ipotizzato una perdita secca di40 milioni di euro al giornoper l’economia dell’areaa causa della parziale chiusura dell’aeroporto etneo. Numeri da verificare, certo. Madi sicuro il conto finale non sarà low cost, tutt’altro“, conclude la nota di Cna Catania.