Inflazione, la spesa costa un po’ meno di ottobre: meno 0,5%. I dati Istat

Inflazione, la spesa costa un po’ meno di ottobre: meno 0,5%. I dati Istat

Anovembre 2023iprezzidei prodotti di consumoscendono rispetto ad ottobre dello 0,5 per cento. Un rallentamento dell’inflazione che risulta dall’l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, che mantiene comunque un aumento dello 0,7 per cento su base annua (era più 1,7 per cento ad ottobre).Secondo icalcoli di Istat, ladecelerazione del tasso di inflazionesi deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da -17,7 per cento a -22,5 per cento) sia regolamentati (da -31,7 per cento a -34,9 per cento), e, in misura minore, al rallentamento degli alimentari lavorati (da +7,3 a +5,8 per cento), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5 a +4,6 per cento) e dei servizi relativi ai trasporti (da +4,0 a +3,5 per cento). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +4,9 per cento a +5,6 per cento). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici continuano a rallentare (entrambe da +4,2 per cento, registrato a ottobre, a +3,6 per cento). Dopo essersi annullata a ottobre, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi (a -1,4 per cento), mentre quella dei servizi rimane su valori positivi, sebbene in ulteriore rallentamento (da +4,1 a +3,7 per cento), determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+5,1 punti percentuali, dai +4,1 di ottobre). Continuanoa rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1 a +5,4 per cento) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6 a +4,6 per cento). La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli energetici non regolamentati (-3,8 per cento), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3 per cento), dei servizi relativi ai trasporti e degli energetici regolamentati (-0,7 per cento entrambi); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+0,8 per cento). L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7 per centoper l’indice generale e a +5,1 per cento per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,6% su base mensile e aumenta di 0,6 per cento su base annua, in ulteriore decelerazione da +1,8 per cento di ottobre (la stima preliminare era +0,7 per cento). L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione di 0,4 per cento su base mensile e un aumento di 0,7 per cento su base annua. “A novembre l’inflazione scende a 0,7 per cento, tornando a livelli prossimi a quelli del febbraio 2021 (più 0,6 per cento). L’ulteriore calo del tasso di inflazione risente ancora del favorevole andamento dei prezzi dei Beni energetici, che a novembre evidenziano una netta flessione sul piano congiunturale.Un contributo al rallentamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi di alcune tipologie di servizi(ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e alla nuova decelerazione dei prezzi degli Alimentari (+5,8%), in particolare della componente lavorata, che esercita un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (più 5,4 per cento).Infine, l’inflazione di fondo si attesta a novembre al più 3,6 per cento (da più 4,2 per cento)“.