Il digitale in Sicilia viaggia a tre velocità. Le province di Palermo (22 esima), Siracusa (33 esima) e Ragusa (45 esima), secondo la classifica del centro studio di Ernst & Young, network mondiale di servizi professionali noto commercialmente come Ey, sono tra quelle a più alta infrastrutturazione d’Italia. La classifica, basata su un indice di 30 indicatori tre i quali connettività fissa, connettività mobile e wi-fi, e Tecnologie IoT, vede tra le 107 italiane Messina al 67 esimo posto, Catania al 75 esimo e Trapani alla posizione 78. In forte ritardo Agrigento (93 esimo posto), Caltanissetta (96) e soprattutto Enna, penultima in Italia preceduta solo da Fermo, nelle Marche.
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La “sofferenza digitale” non è solo al Sud
L’indice, con punteggi tra zero e cento, è suddiviso per tutta Italia in aree di infrastrutturazione con livelli contraddistinti dal verde al rosso. E la novità, da sottolineare, è che non c’è una spaccatura Nord-Sud. Quella che Ey definisce “sofferenza digitale” è presente dappertutto, non solo al Sud, ma anche al Nord. Zone penalizzate si trovano in Piemonte, ma anche in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, e soprattutto al Centro, nella bassa Toscana, Lazio al di fuori di Roma, Marche e Abruzzo. Un secondo aspetto è la mancanza di omogeneità tra territori anche molto vicini, esattamente come in Sicilia, dove all’ottimo punteggio di Palermo (51,7 su 100), inserita in area “verde”, si contrappongono quelli Agrigento (28 su cento), Caltanissetta (26,3), inserite in “area arancione”, e soprattutto Enna, con appena 8,4 punti, in area “rossa”. Area “verde” anche per Siracusa (48,5) e Ragusa (42,7), mentre “gialle” sono Messina (37 su cento), Catania (34,3), e Trapani (33,3).
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Niente “metropoli digitali” e “smart land”
Nonostante gli ottimi punteggi, nessuna delle tre province maggiormente infrastrutturate rientra però nelle due macrocategorie delle “metropoli digitali” e delle “smart land”. Nel primo gruppo, oltre a Milano, Roma e Napolim, sono presenti anche Bologna, Cagliari, Firenze Genova e Torino, tutte città dove le infrastrutture sia via cavo che mobile, compreso il 5G, sono ai massimi livelli di diffusione e velocità. Della seconda categoria fanno invece parte città meno grandi, prevalentemente del Nord, ma con significative presenze al Sud, con Potenza e Lecce, dove ritardo nelle reti ad altissima velocità è parzialmente compensato dagli investimenti delle utility locali nell’IoT e nella sensoristica. Sono invece quattro le province siciliane – Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa -, che hanno un ruolo cardine nel sistema produttivo delle imprese dentro alle filiere digitali. Aziende, come ST Microelectroncis a Catania o la ragusana Argo software, con un fatturato annuo minimo, negli ultimi tre anni, pari a 2 milioni di euro. Ma, sottolinea il report Ey “tutte sono specializzate in una sola filiera”.