Su circa 84 mila italiani che nel 2021 hanno lasciato il Paese per motivi di lavoro, studio o salute, quasi ottomila sono siciliani. L’anno scorso l’Isola è stata la terza regione italiana per emigrazione, con un tasso superiore al nove per cento, alle spalle di Lombardia (19 per cento) e Veneto (12 per cento). A chiudere la classifica sono invece Basilicata, Molise e Valle d’Aosta, tutte con tassi d’emigrazione inferiori all’un per cento. Sono i dati contenuti nell’ultimo rapporto “Italiani nel mondo” pubblicato dalla Fondazione Migrantes, l’organismo della Conferenza episcopale italiana che si occupa di emigrazione e accoglienza. Per la prima volta dopo anni il numero degli italiani residenti all’estero (5,8 milioni) ha superato quello degli stranieri residenti in Italia (5,2 milioni). In altre parole, la “bilancia migratoria” del Paese è negativa. “In valore assoluto si tratta di quasi 154 mila nuove iscrizioni all’estero contro gli oltre 274 mila residenti ‘persi’ in Italia”, si legge nel rapporto.

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Quasi un milione di siciliani vive fuori
Guardando al numero complessivo di iscritti all’Aire, Anagrafe italiani residenti all’estero, la Sicilia batte tutti. Nel corso degli anni hanno lasciato l’Isola quasi 810 mila persone, più uomini (427 mila) che donne (382 mila). Anche per quanto riguarda il 2021 i siciliani trasferiti all’estero sono più uomini (circa 4.400) che donne (3.700). Come detto Lombardia e Veneto sono ai primi posti, ma tra le regioni del Nord anche l’Emilia-Romagna mostra dati notevoli ed è quarta per emigrazione. Gli spostamenti verso altri Paesi, sottolinea tuttavia Migrantes, spesso seguono a un’emigrazione “interna”. “Dei quasi 16 mila lombardi, dei circa diecimila veneti o dei settemila emiliano-romagnoli molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all’oltreconfine”, si legge nel rapporto.

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Più partenze tra giovani e maturi
Gli italiani all’estero sono per lo più giovani tra i 18 e i 34 anni (22 per cento), adulti tra i 35 e i 49 (23 per cento) e persone mature tra i 50 e i 64 anni (19,5 per cento). Consistente anche il numero degli over 65 (21 per cento, di cui l’11,5 per cento è ha più di 75 anni), mentre risulta più bassa la quota di minorenni (14,5 per cento). Come accennato la maggior parte dei residenti all’estero viene dal Sud, ma anche il resto del Paese racconta una storia di emigrazione. “Oltre 2,7 milioni di emigrati (il 47 per cento) sono partiti dal Meridione (di questi, 936 mila circa, il 16 per cento, dalla Sicilia o dalla Sardegna); più di 2,1 milioni (il 37,2 per cento) sono partiti dal Nord Italia e il 15,7 per cento è, invece, originario del Centro Italia”, scrive la fondazione Migrantes. Quanto alle destinazioni preferite, quasi il 55 per cento degli italiani (3,2 milioni) si è recato in Europa e il 40 per cento (2,3 milioni) in America.

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I Paesi scelti e l’impatto del Covid
A livello di singoli Paesi, le comunità più numerose di italiani all’estero si trovano in Argentina (circa 900 mila persone), Germania (815 mila), Svizzera (650 mila), Brasile (528 mila) e Francia (457 mila). Nel 2021 il Paese preferito in assoluto è stato il Regno Unito, con il 25 per centro degli espatri. Se i numeri degli italiani all’estero sono alti, negli ultimi anni il trend è in diminuzione. Si è passati infatti dai 131 mila emigrati del 2019 ai 110 mila del 2020, ai meno di 85 mila del 2021, “la cifra più bassa rilevata dal 2014, quando erano più di 94 mila”. A pesare, sottolinea il rapporto Migrantes, è stata la pandemia da Covid-19, che ha impattato sugli spostamenti dei nostri connazionali, “riducendoli drasticamente”. L’effetto della pandemia, inoltre, non si è ancora esaurito, trattandosi di “un evento globale i cui effetti si stanno sentendo sul lungo periodo con modalità e accenti diversi”.