“Una riunione interlocutoria ma molto importante. Il governo ha garantito con grande senso di responsabilità che la vicenda non potrà che trovare una soluzione: questo rasserena il governo regionale sul mantenimento dei posti dell’indotto”: sono ottimistiche le parole del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, al termine del tavolo dedicato alla vicenda Isab-Lukoil di Priolo, che si è svolto oggi a Roma al ministero delle Imprese e del Made in Italy. A causa delle sanzioni contro la Russia e del blocco delle importazioni del greggio russo, la raffineria dal 5 dicembre non potrà più importare e quindi raffinare il petrolio russo. Non è possibile nemmeno l’acquisto del greggio da altri fornitori, in quanto essendo controllata da società riconducibili al capitale russo, pur essendo Isab-Lukoil azienda italiana, non ha potuto ricevere coperture finanziarie dal sistema creditizio italiano. “Grande assente il mondo bancario – ha osservato il presidente Schifani – perciò è opportuna l’iniziativa del ministro Urso di interloquire con Abi e la sua disponibilità a tracciare un percorso che possa aumentare la percentuale di garanzia della Sace, attualmente al 70 per cento. Chiaramente, se il mondo bancario non risponderà nemmeno per quel residuo che dovrà garantire, sarà necessario trovare altre strade”. Nel petrolchimico, uno dei più importanti d’Europa, lavorano oltre 10 mila persone tra diretti e indotto.
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Cgil: “Governo intervenga a livello europeo”
“La sinergia tra la Regione Siciliana e il governo nazionale, in particolare con il ministero, è massima e l’assessorato alle Attività produttive del mio governo segue attentamente la vicenda anche per il riconoscimento dell’area di crisi nel Siracusano”, ha aggiunto Schifani. “Non abbiamo ricevuto oggi alcuna garanzia concreta per mantenere la continuità produttiva e quindi occupazionale della raffineria. I ministri hanno preso l’impegno di riconvocare il tavolo in tempi strettissimi alla luce della volontà di percorrere ogni strada”, hanno affermato dalla Cgil al termine dell’incontro, sottolineando però che “i tempi stringono e occorre dare risposte non solo ai tanti lavoratori che oggi hanno scioperato e sono scesi in piazza ma ad un intero territorio. Chiediamo al Governo, non solo al ministero, di agire in tempi strettissimi su tutti i livelli, compreso il confronto europeo e di usare tutti gli strumenti nazionali, a partire dalla dalla Golden power e dalla garanzia Sace, necessaria per assicurare le linee di credito. Da questo punto di vista è grave l’assenza del sistema bancario al tavolo di questa mattina. Abbiamo inoltre posto altre due questioni che crediamo necessitino un’immediata risoluzione: un cronoprogramma e tempi stringenti per la messa a norma del depuratore in modo da consentire il recupero ambientale di tutta la zona e gli investimenti necessari ad assicurare la transizione ecologica per garantire la prosecuzione e lo sviluppo di tutta l’area industriale”, conclude la Cgil.
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Ugl: “Attivare un tavolo permanente al ministero”
Come ha riferito l’Ugl, presente al tavolo, il ministro Urso, pur avendo ipotizzato nei giorni scorsi la garanzia Sace proprio a copertura delle operazioni per l’acquisto del greggio da parte della raffineria di Priolo, oggi ha dichiarato che Isab-Lukoil non è sottoposta a regime sanzionatorio, ciò nonostante ha dichiarato che per il sistema bancario non ci sono ancora le condizioni per garantire gli acquisti del greggio necessario per continuare a produrre nella raffineria. “Il sistema creditizio italiano – hanno detto il vice segretario generale dell’Ugl, Luigi Ulgiati e il segretario nazionale Ugl Chimici, Eliseo Fiorin – ha beneficiato di garanzie e sostegno da parte dello Stato, oggi non riesce ad assumersi la responsabilità e rischi tra l’altro coperti da garanzie Sace, in alternativa occorrerebbe una richiesta di deroga temporanea da parte dell’Italia alla Ue per le importazioni del petrolio Russo che arriva via nave, oppure l’acquisizione di quote Isab-Lukoil da parte dello Stato italiano”. Ulgiati e Fiorin hanno richiesto di fare in fretta e di attivare un Tavolo permanente presso il ministero, hanno altresì dichiarato che “occorre una politica strategica industriale che ormai manca da troppi anni nel nostro Paese, proprio per evitare il ripetersi di crisi annunciate come questa”.