Meno prestiti erogati in Sicilia alle imprese medio-piccole (nello specifico: famiglie produttive e società non finanziarie) e lieve aumento dei depositi bancari, in controtendenza rispetto alla situazione meridionale e nazionale. È quanto emerge dall’ultimo “Focus Mezzogiorno” elaborato da Srm, il centro studi specializzato nell’analisi delle filiere produttive e del turismo, collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo e sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. In Sicilia il livello totale degli impieghi, ovvero la concessione di risorse finanziarie da parte delle banche, al secondo trimestre 2022 è tendenzialmente in calo (-0,8 per cento sul primo trimestre 2022), e si è attestato su poco più di 58 miliardi di euro, rappresentando il 21,8 per cento del totale degli impieghi concessi nella macroarea del Mezzogiorno. Ampliando il monitoraggio a livello nazionale, torna utile l’ultimo rapporto mensile Abi (Associazione bancaria italiana), secondo il quale a settembre 2022 i prestiti destinati a imprese e famiglie hanno avuto invece un incremento del 4,2 per cento rispetto a un anno fa. Ad agosto 2022, relativamente alle imprese, si era registrato un aumento del 4,8 per cento su base annua. Nel dettaglio, la qualità del credito registra un tasso di sofferenza superiore sia alla media meridionale che a quella nazionale: 3,1 per cento.

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Depositi: il confronto con l’Italia e l’Europa
La prima osservazione è che da una parte i siciliani si avvicinano meno al credito (o le condizioni diventano meno accessibili, in base alle differenti politiche messe in campo da istituto a istituto). Nel recente periodo invece depositano più di altri risparmiatori italiani, con una crescita, tra un trimestre e il successivo, dello 0,9 per cento contro lo 0,2 nazionale. Tuttavia, fuori dall’Isola gli italiani risparmiano mediamente meno che negli altri principali Paesi europei. Sempre secondo l’ultimo rapporto mensile dell’Abi, sul fronte della raccolta in Italia si assiste a un rallentamento deciso della corsa dei depositi. A settembre l’incremento annuo è del 2,1 per cento ma si tratta del dato minore registrato nell’ultimo anno. Confrontando queste informazioni con i dati della Bce, i depositi sono cresciuti ad agosto, rispetto allo stesso mese dello scorso anno: in Francia del cinque per cento, in Germania del quattro per cento, in Spagna del 3,5 per cento e in Italia del 2,2 per cento, quindi al di sotto della media dell’area dell’euro (+4,1 per cento).
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Un calo dei tassi sui finanziamenti
Andando ai tassi di rendimento, in Sicilia il tasso passivo sui conti correnti è stato pari allo 0,02 per cento, in calo rispetto al II trimestre 2021, ed è pari a quello offerto mediamente nel Mezzogiorno e in Italia. Dal monitoraggio Srm emerge inoltre che i tassi attivi (su prestiti, finanziamenti, mutui) subiscono un calo rispetto al passato e il dato è evidente al confronto tra il secondo trimestre dell’anno in scorso e il corrispondente trimestre del 2021. Il tasso attivo nel secondo trimestre 2022 è stato pari all’1,76 per cento per le famiglie consumatrici e al 2,87 per cento per famiglie produttrici e ditte individuali. Sul piano nazionale, i tassi sulle operazioni di finanziamento si mantengono ancora bassi, nonostante l’aumento tra giugno e settembre di 125 punti base dei tassi Bce, come evidenzia Abi: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,49 per cento, mentre scende all’1,86 per cento sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese. Per l’acquisto di abitazioni è al 2,17 per cento. Per Srm, che riprende i dati di Banca d’Italia, in Sicilia anche i tassi passivi vedono un calo, seppur di modestissima entità.
