Minorenni spacciatori, “allarme” della Dia su Catania. Arresti in calo da anni

“Sempre più minorisono impegnati nel traffico e la gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti, che resta la principale fonte di approvvigionamento per i gruppi criminali”. Sempre più minorenni spacciatori insomma. A sottolinearlo è larelazione semestrale della Direzione investigativa antimafia (Dia), pubblicata negli scorsi giorni, e con riferimento alle attività svolte nelsecondo semestre del 2022. Un quadro che riguarda tutta Italia, sottolineato a più riprese anche dal governo nazionale in occasione del varo del cosiddetto “decreto Caivano“, che all’interno contiene provvedimenti per agire con arresto sui minori anche per reati punibili dai sei anni in su (prima erano nove). Una “stretta” che dovrebbe avere i maggior risultati soprattutto nell’area descritta come più sensibile al fenomeno: Catania. La provincia etnea èinfatti sotto i riflettori per alcuni dati, presenti nella relazione dellaDirezione antimafia ma anche nellarelazione della Corte d’Appellopubblicata nell’avvio dell’anno giudiziario, nella quale si sottolinea la problematica non solo di impiego di minori imputabili – ovvero dai 14 anni in su -, ma anche diinfraquattordicenni per i ruoli di “vedetta” e “pusher”nelle aree di spaccio più grandi, che corrispondono anche a quelle più povere della città. Segnatamente, iquartieri popolari di San Cristoforo e Librino-San Giorgio. “L’altissimo tasso di devianza minorile, correlato agli allarmanti livelli di dispersione scolastica,intorno al 25 per cento, pone Catania alprimo posto della classifica tra le quattordici città metropolitane del nostro Paese“, recita la relazione Dia, mostrando un quadro che pone il capoluogo etneo in una posizione allarmante. Questo nonostante il numero di ingressi neiCentri di prima accoglienza (Cpa), ovvero il numero di minori arrestati, sia in calo da anni, attestandosi a quota 48 minori nel 2022. Il dato pone Catania al settimo posto nazionale dopoTorino(140 ingressi, nei quali sono conteggiati anche quelli di Milano),Roma(125),Genova(81 ingressi),Bologna(80 ingressi),Treviso(69),Napoli(60). Palermo segueCataniacon 28 ingressi. Tutto questo in un quadro che vede, secondo il Dipartimento per la Giustizia minorile, una “criminalità minorile connotata dalla prevalenza dei reati contro il patrimonio e, in particolare, dei reati di furto e rapina. Frequenti sono anche le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti, mentre tra i reati contro la persona prevalgono le lesioni personali volontarie”. Dieci anni prima, nel 2011, secondo i dati ufficiali raccolti dalTribunale per i Minorenni di Catania, il numero di arresti nel distretto di corte d’appello etneo si attestava a un totale di 138 minori. A livello nazionale la tendenza è simile: nel 2022, secondo i datiraccolti dalDipartimento per la Giustizia minorile e di comunità(in capo al ministero della Giustizia) tramite il Sistema Informativo dei Servizi Minorili (SISM), sono stati 580 in tutta Italia gli ingressi nei Cpa. Nel 2007, primo anno disponibile all’interno dell’Analisi svolta dal Dipartimento per la Giustizia minorile, questi erano oltre 3.300. Negli anni, questi sono andati progressivamente a diminuire, attestandosi a 2.343 nel 2011 e arrivando a 919 nel 2019, ultimo anno “pre-pandemia”. I dati contenuti nel Sism sono peròmeno dettagliati di quelli presenti nelle relazioni del singolo Distretto. Si scopre così che Catania dieci anni fa (2011), dei 138 minori inseriti nei CPA, ben90 erano residenti nel capoluogo. E di questi,36 provenienti dal quartiere Librino-San Giorgio, e altrettanti dall’area di San Cristoforo. Le aree catanesi diLibrino-San Giorgio e San Cristoforo, pur in assenza di numeri specifici relativi agli arresti e con totali in netto calo, restano quelle con le maggiori attenzioni della Giustizia minorile, come sottolineato nell’avvio dell’anno giudiziario, per la presenza degli storici “clan” mafiosi. E le attenzioni si spostano non più sul fronte della repressione, ma su quello della prevenzione. Nel documento si segnalano infatti il “crescente numero di casi il Tribunale per i minorenni ha pronunziato l’adozione diminori in condizione di abbandono morale e materialeo il loro abbinamento propedeutico a coppie istanti per l’adozione, ovvero è intervenuto a tutela di neonati abbandonati in strada o in ospedale”, oltre a una “crescita costante dei procedimenti a tutela di minori in tenera età, in presenza didisfunzionali condotte genitoriali, e unpreoccupante trend di reati predatori o legati al traffico di stupefacenti, commessi da minori spesso non imputabili perchéinfraquattordicenni, impiegati dalle storiche organizzazioni criminali del territorio come pusher o vedette nelle piazze di spaccio”. Circostanze che sembrano essere confermate anche a livello nazionale dai numeri dei minori presi in carico dagliUfficio di Servizio Sociale per i Minorenni (Ussm): dal 2007, primo anno di riferimento statistico offerto dal Dipartimento per la Giustizia minorile nella sua relazione, questi sono in aumento, passando dai14.744 del 2007 ai 20.797 del 2022.