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Nell’Europa dei microchip, Catania “polo strategico globale”

Ad agosto dal governo il "Chips Act" italiano. Pietro Nicastro, segretario generale Fim Cisl Sicilia, con i segretari territoriali Francesco Rimi e Massimo Laviano: "È necessario un lavoro corale e sinergico di tutti gli attori dalla politica alla scuola, al sindacato, per centrare l’obiettivo"

L’Europa vuol crescere nel settore dei microchip e Catania potrebbe avere un ruolo come “polo strategico”, grazie alla presenza della Stmicrolectronics. Lo ricorda la Fim Cisl Sicilia: “La prima legislazione europea sui microchip è a un passo dalla sua approvazione finale. Un’opportunità unica per la Sicilia, in particolare per Catania, polo strategico del settore”, spiegano Pietro Nicastro, segretario generale Fim Cisl Sicilia, con i segretari territoriali Francesco Rimi e Massimo Laviano. Il Parlamento Europeo ha dato il via libera all’accordo al Chips Act Europeo, (il testo legislativo dovrà essere formalmente approvato dal Consiglio Ue). L’accordo è finalizzato a recuperare in parte, la leadership dell’Unione Europea nel settore dei semiconduttori entro il 2030.

Quadruplicare gli investimenti degli ultimi decenni

L’obiettivo europeo è quello di ritagliarsi un quinto del mercato globale dei semiconduttori (20 per cento), per soddisfare la crescente domanda di chips. Questo significa quadruplicare gli investimenti fatti negli ultimi decenni, per arrivare a quella soglia che permetta all’industria all’Europa una sufficiente autonomia di approvvigionamento dei microchips rispetto agli altri continenti. In questo ultimo periodo, all’interno dell’Ue, gli investimenti effettuati sono stati ingenti: la Spagna (nuovo produttore in questo settore) ha promosso un piano da 12,5 miliardi di euro in cinque anni a sostegno dell’industria nazionale dei semiconduttori, Intel sta investendo in Germania 30 miliardi, ricevendo dal governo un contributo dieci miliardi, mentre in Polonia, pochi giorni fa, ha annunciato un impianto di back-end per un investimento di 4,6 miliardi di dollari; mentre in Francia la STMicroelectronics costruirà un nuovo impianto di front-end del valore di 7,5 miliardi di euro, parte dei quali (2,9 miliardi) garantiti dal governo francese.

L’Italia investe meno degli altri Paesi Ue

In Italia, gli investimenti sono molto più bassi degli altri paesi Ue, l’unico nuovo impianto di una certa importanza che conta sui contributi pubblici (con fondi Pnrr) è quello di STMicroelectronics di Catania che produrrà il W-SiC, un progetto di 730 milioni di euro (con circa 300 milioni di contributi pubblici) e che dovrebbe generare circa 700 assunzioni. “Da quanto apprendiamo dalla stampa – affermano Nicastro, Rimi e Laviano – i primi giorni di agosto il Governo italiano porterà in Consiglio dei Ministri il Ddl a sostegno della microelettronica, il ‘Chips Act italiano’. Questo provvedimento rappresenta per la nostra Isola una grande occasione. Dopo il recente investimento sulla tecnologia del Carbonato di Silicio, contare sugli altri investimenti sulla microelettronica darebbe un’ulteriore spinta al sistema ‘Catania Valley’ e caratterizzerebbe il nostro territorio come polo di produzione, ricerca e investimenti al pari degli altri Paesi Europei creando per il territorio ulteriori occasioni di sviluppo e occupazione”. La Fim Cisl sottolinea come Catania abbia tutti i requisiti per essere attore principale del “Chips Act italiano. Per questo – rimarcano – è necessario un lavoro corale e sinergico di tutti gli attori dalla politica alla scuola, al sindacato, per centrare l’obiettivo”.

Catania tra i pilastri della strategia dell’Ue

“A Catania e in Sicilia è presente ormai da anni un ecosistema fatto di imprese, centri di ricerca e Dipartimenti Universitari, professionalità, che insieme al polo agratese, sono fondamentali per lo sviluppo di questo importante settore industriale, che potrebbe rappresentare – sottolinea il Segretario Nicastro – uno dei pilastri fondamentali nella strategia dell’UE per raggiungere quel 20 per cento di produzione di chip entro il 2030 in Europa. Ci auguriamo che presto arrivi l’annuncio da parte del Consiglio dei Ministri, di nuovi investimenti da parte del Governo ‘chip act italiano’ soprattutto su Catania e sulla la Sicilia, ciò proietterebbe l’Italia nel novero del pool di Paesi europei che competono con le proprie produzioni a livello globale.  Crediamo – conclude Nicastro – che in quest’ottica stia maturando il momento in cui le aziende debbano intensificare l’attenzione sul coinvolgimento professionale di donne e uomini che vogliono avvicinarsi a questo settore tecnologico in continua evoluzione attraverso percorsi di alta formazione professionale. A tal fine sarebbe utile la costituzione, tra le diverse aree tecnologiche degli Its (Istituti tecnici superiori) presenti nella nostra Regione, crearne anche una dedicata alla meccatronica a Termini Imerese e ai semiconduttori a Catania. Un’occasione che creerebbe professionalità utili a tutta la filiera di questo importante settore industriale in cui la nostra Sicilia si sta caratterizzando e insieme ad esse lavoro stabile e di qualità”.

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Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

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