Dei circa sei miliardi di euro assegnati alla Sicilia nell’ambito del Pnrr al 2022 – stimati dal ministero dell’Economia e delle Finanze – soltanto un miliardo e mezzo è stato messo a bando, con procedura di gara già conclusa. Conti alla mano, un quarto delle risorse disponibili per l’Isola. È quanto emerge dalla seconda relazione sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, consegnata nei giorni scorsi alle Camere dal governo Draghi, che contiene l’elenco analitico dei bandi e degli avvisi emanati fino al quattro ottobre 2022. Le gare sono state chiuse anche per diversi progetti di contrasto alla povertà educativa – dal valore complessivo superiore a 120 milioni di euro – ma la Sicilia deve condividerli con altre regioni, da Nord a Sud. Per evitare che i fondi del Pnrr subiscano la stessa sorte dei fondi europei “convenzionali”, sulla cui spesa la Regione ha avuto negli ultimi anni performance non brillanti, resta poco tempo. I termini di attuazione del Piano infatti sono stretti, con la dead line fissata al 2026.
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Infrastrutture materiali e digitali
Nel dettaglio, i bandi più consistenti chiusi per la Sicilia riguardano “la progettazione esecutiva e l’esecuzione in appalto dei lavori di realizzazione della linea ferroviaria Palermo-Catania”. Le gare chiuse a luglio riguardano due tratte, la Enna-Dittaino (per cui sono stanziati 650 milioni) e la Dittaino-Catenanuova (610 milioni). Il terzo bando più pesante riguarda il Piano Italia 5G, che punta a incentivare la realizzazione delle infrastrutture tecnologiche nel Paese. L’Isola rientra nel lotto 6 – insieme alla Calabria – e il finanziamento supera i 147 milioni di euro. Nell’ambito dello stesso Piano, la Regione è inserita anche in un bando “per la realizzazione di nuove infrastrutture di rete” ad alta velocità. La Sicilia fa parte del lotto 2 – insieme a Liguria e Toscana – con un finanziamento complessivo di 92 milioni. I due bandi sono stati chiusi rispettivamente a maggio e giugno 2022.
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Recupero del territorio e lavoro
Ci sono poi interventi di riqualificazione del territorio, come il bando di 20 milioni chiuso a gennaio per la rigenerazione urbana del borgo “A Cunziria” di Vizzini, nel catanese, nell’ambito del Piano nazionale borghi finanziato attraverso il Pnrr. E ancora, una gara da oltre 76 milioni è stata chiusa a giugno “per il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale”. Non mancano gli interventi architettonici specifici, come la ristrutturazione dell’edificio ex Eas nella città di Palermo in uso al Ministero della Giustizia (per un importo di 220 mila euro), e la manutenzione straordinaria e l’efficientamento energetico del Tribunale per i minorenni del capoluogo (11 mila euro). In tema di lavoro, infine, sono banditi quasi 20 milioni per l’attuazione del Programma garanzia occupabilità dei lavoratori. La gara è in corso e si chiuderà il prossimo 31 ottobre.
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I progetti per i prossimi anni
Nei prossimi tre anni dovrebbero essere realizzati interventi in tema di mobilità, energia e lavoro. Le risorse saranno attribuite seguendo il criterio del 40 per cento di spesa minima al Sud. Per fare degli esempi, l’Isola è inserita nella sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario, di particolare interesse per le zone “con elevato traffico passeggeri e forte utilizzo di treni diesel”. A disposizione ci sono 300 milioni di euro, da assegnare entro il 2023. E ancora, il Pnrr prevede 360 milioni per la riduzione delle perdite nelle reti idriche nel Mezzogiorno, tema particolarmente attuale in Sicilia. Entro il prossimo anno è prevista l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici, mentre per il 2026 dovranno essere realizzati “almeno 25 mila chilometri di nuove reti” nel Sud. Sul fronte delle Zone economiche speciali, infine, le Zes Sicilia occidentale e orientale rientrano in un finanziamento da 630 milioni “per assicurare lo sviluppo economico del Sud Italia”.