Un Sud “protagonista e non più assistito”, e che si lasci indietro “la piega anti industriale che ha assunto la politica negli ultimi 30 anni”. Sono le promesse che Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud del governo di Giuseppe Conte, ha fatto in diretta streaming ai rappresentanti di Sicindustria, Confindustria Catania e Confindustria Siracusa. Un incontro fortemente voluto dagli industriali siciliani, che in un documento in cinque punti hanno sintetizzato le criticità e le speranze per il futuro “post-Covid”. Ovvero Fiscalità compensativa per il Sud. Sblocco delle Zone economiche speciali. Investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture. Misure per l’innovazione. Incentivi per l’occupazione e per gli investimenti produttivi nel Mezzogiorno. Transizione energetica nel quadro del Green New Deal.
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Fiscalità di vantaggio? “Sì, ma…”
Proprio dalla fiscalità compensativa parte la risposta di Provenzano. Per il ministro si tratta di un provvedimento fondamentale in questa fase ma che va inserita “all’interno di una cornice che punti al superamento della necessità di questa misura. Questo – sottolinea il ministro – è il lavoro che abbiamo fatto, e mi interessa l’appoggio di tutti anche a Bruxelles. La freddezza con cui è stata accolta anche dentro Confindustria, e non parlo di quelle territoriali, non ha aiutato. Noi vogliamo portarla avanti siamo determinati, ma si deve accompagnare su infrastrutture e leve per l’innovazione”. L’obiettivo dichiarato è quindi di introdurla, come richiesto da Confindustria, ma per farlo bisognerà portare investimenti e superare il deficit infrastrutturale e di servizi, un divario che si è allargato negli ultimi trent’anni”.
“La Ragusa-Catania? Merito mio”
Altro tema contoverso è quello delle infrastrutture, da anni al centro di tutte le battaglie per lo sviluppo dell’isola. “Sul tema del Mezzogiorno hanno tutti contribuito al disinvestimento, governi nazionali e regionali. Perché il costo deve essere scaricato su imprenditori e lavoratori? Bisogna colmare i divari”, ha affermato Provenzano. Portando ad esempio della propria sensibilità al tema la sua provenienza “da un piccolo paesino dell’entroterra siciliano, conosco quindi bene il divario in termini di infrastruttre e servizi”. Nella risposta di Provenzano c’è anche spazio per quello che considera un successo personale ovvero lo sblocco della Ragusa-Catania. “Sono il ministro che non ha fatto comunicati ma ha trovato i fondi”, afferma.
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Treni, banda larga, Zes
Spazio anche al tema dei collegamenti ferroviari. Sulla linea Messina-Catania-Palermo, “avendo un potere di sorveglianza sui fondi coesione che li finanziano, abbiamo interloquito lotto per lotto con Rete ferroviaria italiana e Ferrovie dello Stato chiedendo garanzie sull’accelerazione che si sta mettendo in campo”. Ma le infrastrutture che mancano sono anche quelle digitali. “Sulla banda ultralarga – prosegue il ministro – dobbiamo recuperare un ritardo in particolare su alcune aree industriali, ma il vero ritardo e nelle aree interne e nei piccoli comuni”. Ma è il tema delle Zes, le Zone economiche speciali, ufficialmente mai partite, a preoccupare i rappresentanti degli industriali. “Il decreto – rassicura Provenzano – è stato registrato a fine agosto alla Corte dei conti, sul piano fiscale è quindi perfettamente attiva. Ma la Regione ha sollevato conflitto di attribuzione sulla mia facoltà di attuarle. Io ho sempre posto il tema dello sviluppo della regione e nominerà il commissario, comunque vada”, conclude.